Ragazzo buca il Mossad. Assolto!

Ragazzo buca il Mossad. Assolto!

Clamoroso proscioglimento del giovane che era entrato nei server dell'intelligence israeliana e poi ne aveva denunciata la poca sicurezza. E ora viene ringraziato dal giudice. Figuraccia per Mossad e cybercop
Clamoroso proscioglimento del giovane che era entrato nei server dell'intelligence israeliana e poi ne aveva denunciata la poca sicurezza. E ora viene ringraziato dal giudice. Figuraccia per Mossad e cybercop


Tel Aviv (Israele) – Ha fatto rapidamente il giro del mondo la notizia della completa assoluzione del giovane hacker che era riuscito a penetrare nei server web del Mossad , i servizi segreti israeliani. Un’assoluzione che mette in imbarazzo tanto l’intelligence quanto i cybercop che hanno operato per la cattura del ragazzo.

Il 23enne Avi Mizrahi, questo il suo nome, è uno dei pochi che fin qui hanno saputo dimostrare in tribunale che le proprie intenzioni nello smanettare in rete erano del tutto pacifiche e miravano ad avvertire la stessa intelligence degli importanti buchi di sicurezza nella propria struttura informatica.

Il giudice Abraham Tennenbaum non si è però limitato a constatare l’assoluta buona fede di Avi ma lo ha anche elogiato per aver agito nel pubblico interesse . “In un certo modo – ha scritto il giudice – i surfer internet che controllano le vulnerabilità sui siti web agiscono nel pubblico interesse. Se le loro intenzioni non sono malevoli e non causano danni, dovrebbero persino essere elogiati”.

Come si ricorderà, la vicenda dell’incursione di Mizrahi sul sito del Mossad aveva sollevato grande attenzione . Una vicenda nata con l’invio di un curriculum vitae da parte del ragazzo ad un sito di reclutamento messo in piedi dall’intelligence di Gerusalemme. Come ha ricordato l’avvocato della difesa, Mizrahi dopo la trasmissione dei suoi documenti si è limitato a verificare l’integrità dei sistemi di sicurezza del sito individuando una falla, o forse più di una.

Nel corso del procedimento ha giocato un certo ruolo il fatto che l’accusa non sia riuscita a dimostrare che Mizrahi è uno smanettone molto esperto di computer. Una tesi che la difesa ha contestato, spiegando che il controllo sulla sicurezza del sito sarebbe stato operato con uno dei tanti programmi che si trovano in rete e non con un sistema messo a punto dallo stesso Mizrahi. Una tesi sposata dal giudice, secondo cui “l’imputato è assai lontano dall’essere un esperto di sicurezza o di hacking, né presume di esserlo”. Chissà cosa sarebbe successo se Mizrahi, invece che come giovane curioso, fosse stato riconosciuto quale hacker di talento.

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Pubblicato il
2 mar 2004
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