Rambus è tornata alla carica, e anche stavolta si tratta di grane legali per una concorrenza accusata di uso non autorizzato di brevetti tecnologici . Sono anni che la società californiana persegue la strategia del patent trolling litigation in difesa delle sue proprietà intellettuali, e la nuova tornata di denunce chiama in causa sei diverse aziende hi-tech produttrici di memorie, interfacce di controllo e collegamento, chip e chipset informatici.
Non contenta di aver ribadito il suo punto nei confronti di Nvidia , Rambus accusa ora Broadcom, Freescale Semiconductor, LSI, MediaTek, STMicroelectronics e la succitata Nvidia di aver infranto una serie di brevetti connessi allo sviluppo e alla produzione di interfacce PCI Express, SATA, SAS, connessioni DisplayPort, controller integrati sui moduli di memoria DDR, DDR2, DDR3, mobile DDR, GDDR3 (usati sulle schede grafiche discrete) e altre tecnologie.
Rambus è ancora una volta alla ricerca di una compensazione monetaria per i presunti “danni” procurati al suo business di licenze , e al divieto di importazione dei prodotti incriminati negli Stati Uniti da parte della International Trade Commission .
“Abbiamo deciso di rivolgerci a un giudice perché siamo stati costretti”, dice il CEO di Rambus Harold Hughes. “In rispetto dei nostri azionisti e licenziatari paganti – continua Hughes – agiamo in questo modo per proteggere le nostre innovazioni brevettate e perseguire una giusta compensazione per il loro utilizzo”.
Alfonso Maruccia