Web – Non sembra destinata a spegnersi tanto presto l’epidemia di server Linux bucati dal worm Ramen , un programmino pestifero che, mettendo insieme le tecniche di hacking presenti in tool già noti, è riuscito a garantirsi una longevità ed una velocità di espansione senza precedenti nel mondo del Pinguino.
Il vermicello, che prende di mira due falle di sicurezza note presenti nella versione 6.2 e 7.0 della distribuzione Linux Red Hat, sembra anche capace di attaccare distribuzioni di altre marche soggette agli stessi bug e addirittura alcune versioni di Unix.
Pare inoltre che stiano circolando versioni modificate del virus che evitano di rimpiazzare l’home page del sito vittima o, nella versione “pop-art”, la sostituiscono con un graffito.
Dopo essere penetrato la scorsa settimana addirittura in alcuni sistemi della NASA e in alcune note università americane, negli scorsi giorni Ramen sembra aver trovato terreno fertile anche in Europa e in Asia.
Gli esperti di sicurezza dell’Honeynet Project sostengono che la diffusione del worm potrebbe raggiungere livelli fra i più elevati mai fatti registrare da un virus di questo tipo, complice il fatto che la distribuzione Red Hat è utilizzatissima come server Web: Netcraft conta che in tutto il mondo potrebbero essere più di 780.000 i server pubblici su cui gira la nota distribuzione dal cappello rosso.
Naturalmente la soluzione è una soltanto: applicare le patch già da tempo presenti sul server di Red Hat.