Web – Se non fosse una notizia vera sarebbe uno dei migliori scherzi passati in Rete negli ultimi anni: la CIRA (Canadian Internet Registration Authority) responsabile della gestione del dominio “.ca” (Canada) ha chiesto a tutti i possessori di indirizzi con quella estensione di registrarsi di nuovo entro lo scorso 31 ottobre 2000.
Immaginate cosa accadrebbe in Italia se venissero di colpo annullate tutte le registrazioni fatte fino ad oggi e se i gestori del dominio “.it” invitassero tutti i possessori di domini di secondo livello (quello per intenderci a sinistra di “.it”) a presentare delle nuove richieste di assegnazione di un “nome”.
Ma come e perché si è arrivati a questo vero e proprio azzeramento degli indirizzi internet che terminano con “.ca”?
Fino ad oggi, a registrare i domini canadesi aveva provveduto un gruppo di volontari facenti capo al Dipartimento Informatico della “University of British Columbia” che però cesseranno la loro attività il primo dicembre prossimo quando subentrerà appunto la CIRA, inaugurando contemporaneamente un nuovo sistema di assegnazione e relativo regolamento.
Tra le altre cose, la nuova “Registration Authority” non raccoglierà più direttamente le richieste di assegnazione di un “nome”, ma affiderà questo compito ad una serie di “Registrar” (società di registrazione) che faranno da intermediari verso coloro che vogliono registrare un dominio.
Il prezzo da pagare per il servizio resterà più o meno lo stesso, mentre sicuramente varierà quello richiesto dai “Registrar” ed è facile prevedere che ci sarà un aumento dei costi per le spese di registrazione visto che saranno lasciati alla “libera concorrenza del mercato”: basterà quindi un accordo di cartello fra gli interessati per far lievitare i prezzi a danno degli utenti.
Questo nuovo sistema dovrebbe andare a regime dai primi mesi del prossimo anno ma, intanto, la CIRA aveva appunto chiesto che durante questo periodo di transizione i possessori di un dominio “.ca” provvedessero ad una ri-registrazione (sempre tramite i “Registrar”) del loro “nome”, pena la perdita, una volta completata la transizione al nuovo sistema, di qualsiasi diritto sul nome di dominio di secondo livello posseduto in precedenza.
Anche leggendo i materiali presenti sul sito della CIRA non si riesce a capire la “vera” ragione di una richiesta che sicuramente solleva molti dubbi ed interrogativi, oltre che una scontata ondata di proteste da parte di molti degli interessati visto che – al danno si aggiunge la beffa – andranno pagate nuovamente le tasse di registrazione.
Uno degli effetti principali di questa operazione è quello di rimettere in gioco molti “nomi” che già avevano un proprietario: supponiamo che qualcuno abbia registrato cinque anni or sono un “nome” qualsiasi e che questo oggi sia il marchio di una Internet company, in questo modo basta che il vecchio proprietario – per qualche motivo – non si regolarizzi ed il dominio diventa di nuovo disponibile. Senza contenzioso legale e senza esborsi milionari.
Il comportamento di chi ha preso una decisione del genere sembra davvero incomprensibile anche perché un tale evento potrebbe diventare un comodo precedente da utilizzare in futuro, a propria discrezione, anche dalle Autorità di Registro di altri paesi.
Comunque, nonostante questa “rivoluzione” nei domini canadesi sia stata pubblicizzata già dallo scorso anno e la macchina organizzativa si sia messa in moto fin dal passato mese di agosto, qualcosa non ha funzionato.
Stando a quello che si legge nell’ultimo comunicato della CIRA, ci sono ancora circa 37 mila possessori di domini “.ca”, sui circa 98 mila previsti, che non hanno provveduto alle pratiche richieste dal nuovo regolamento.
E le proteste devono essere state davvero tante, visto che sono stati costretti a prorogare al 30 novembre prossimo la scadenza dei termini per la ri-registrazione.