Random037/ Pubblica caccia all'usabilità

Random037/ Pubblica caccia all'usabilità

Il Governo vara la direttiva sull'accessibilità dei siti istituzionali. Ma i siti della Pubblica Amministrazione sembrano ancora refrattari ad adottarla. Ecco il quadro della situazione
Il Governo vara la direttiva sull'accessibilità dei siti istituzionali. Ma i siti della Pubblica Amministrazione sembrano ancora refrattari ad adottarla. Ecco il quadro della situazione


Roma – La storia delle nuove tecnologie è fatta anche di parole che spesso compaiono quasi all’improvviso e in breve si diffondono a macchia d’olio, trasformandosi in termini alla moda, buoni per qualsiasi uso. E ‘ stato il destino di espressioni come “realtà virtuale”, “autostrade dell’informazione”, “multimediale”, “comunità virtuali” e via dicendo.

Oggi, tra i termini più á la page c’è sicuramente “accessibilità” (o usabilità) e non è un caso quindi che anche la notoriamente arretrata macchina amministrativa italiana abbia diffuso, il 13 marzo scorso, una direttiva indirizzata a tutte le Amministrazioni Pubbliche e in particolare a “chiunque all’interno di queste amministrazioni si occupa di progettazione, realizzazione e manutenzione di sistemi informativi basati sulle tecnologie del Web.”

Le indicazioni elencate in questo documento sono, a dire il vero, quanto di più sensato è stato mai diffuso dalla burocrazia in fatto di comunicazione elettronica e, stranamente (visti i precedenti), riprendono in modo sistematico e preciso tutti i punti che – da tempo – sono ben noti a coloro che si sono sempre preoccupati di rendere le proprie pagine web facilmente accessibili alla maggior parte degli utenti. E, d’altra parte, anche l’Aipa si occupa da tempo di questo problema.

Ma, come spesso accade, una veloce puntata ai siti che dovrebbero essere tra i primi ad applicare una direttiva del genere, dimostra che il mare staziona sempre tra il dire ed il fare.

Ovviamente sarebbe da folli pretendere di controllare *tutti* i siti della Pubblica Amministrazione: ci siamo quindi limitati a dare un’occhiata a quelli che, come si suol dire, dovrebbero dare il “buon esempio”, vale a dire ai siti dei Ministeri e dei Dipartimenti. Questa piccola indagine è stata condotta il 30 aprile 2001 e quindi fotografa una situazione che, al momento della lettura di questo articolo, potrebbe anche essere cambiata.

Per prima cosa va detto che tutti i 24 siti visitati sono di veloce caricamento e la maggior parte di essi si presenta con un layout abbastanza chiaro.

Premesso questo, arrivano le dolenti note. L’unico sito che fa cenno alla circolare sull’accessibilità è quello del Ministero del Tesoro , che mostra in Home il logo di una sedia a rotelle e nel link il seguente testo: “Il portale del Tesoro, in linea con la circolare della funzione pubblica per l’organizzazione, l’usabilità e l’accessibilità dei siti Web delle pubbliche amministrazioni (Circolare 13 Marzo 2001, n. 3/2001), è progettato utilizzando alcune delle raccomandazioni del W3C relative al WAI.”

In effetti questo sito è sicuramente tra quei (pochi) accessibili davvero a tutti, senza per questo sacrificare una impostazione grafica più che degna.

Altri, come il Ministero degli Esteri e quello dell’Istruzione , segnalano l’esistenza di una versione “solo testo” del loro sito, il secondo avverte anche che le sue pagine sono “approvate da Bobby”, il noto validatore di risorse per disabili.

Alcuni si limitano a dare indicazioni sull’ottimizzazione delle loro pagine: il Ministero della Giustizia “consiglia” l’uso di una versione 4 o superiore di Netscape o Explorer, quello della Sanità ci avverte che “Tutte le principali funzioni del sito (…) sono garantite utilizzando le ultime versioni dei browser Internet Explorer e Netscape, tanto sotto l’ambiente Microsoft Windows che Apple Macintosh. Lievi differenze possono sussistere nelle modalità di visualizzazione adottate dai diversi browser: queste, comunque, non inficiano la fruibilità delle informazioni del sito, che è stato realizzato mediando l’esigenza di raggiungere il più vasto pubblico possibile con quella di sfruttare al meglio le potenzialità offerte dalle più recenti tecnologie.”. Quello dell’Ambiente ci comunica che “Temporaneamente è consigliata la visione con Internet Explorer e con le versioni di Netscape precedenti alla 6.” Altri si limitano a consigliare la risoluzione di 800×600.

La stragrande maggioranza dei siti dei Ministeri usa javascript per presentare testo scorrevole in un riquadro (di solito le ultime notizie) e qualcuno usa ancora una impostazione con i frame di tipo “classico”, anche se la maggior parte preferisce i fogli di stile.

Tra i siti meno efficienti, va segnalato quello del Dipartimento per gli Affari Sociali, che dovrebbe occuparsi anche di handicap ma che non ha una versione “solo testo” del sito e, al momento della visita, aveva anche il link al “portale handicap” desolatamente “rotto”.

In conclusione, sarebbe desolante se un intervento, una volta tanto sensato, dei politici a proposito di Internet, come quello della circolare sulla usabilità dei siti pubblici restasse, insieme a tante belle parole, solo la buona intenzione che lastrica le strade dell’inferno.

Giuseppe

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Pubblicato il
5 mag 2001
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