Colpevole di aver ignorato una precedente ingiunzione nei suoi confronti, di non aver applicato un adeguato meccanismo di filtraggio preventivo dei contenuti caricati dai suoi utenti . Questi i primi capi d’accusa che hanno recentemente portato una corte di Amburgo a condannare la piattaforma di file hosting RapidShare.
Nulla sarebbe stato fatto per impedire la circolazione online di circa 150 titoli caricati senza autorizzazione, in barba ai rispettivi detentori dei diritti. RapidShare dovrà ora pagare una multa di 150mila euro per non aver rispettato i termini di un’ingiunzione preliminare ordinata nello scorso febbraio in terra tedesca.
Una settimana di tempo era stata data al servizio di file hosting, per eliminare definitivamente i contenuti in questione dai suoi archivi elettronici. Un gruppo di editori – tra cui MacMillian e McGraw Hill – si erano precedentemente rivolti al giudice accusando RapidShare di violazione del copyright.
E i responsabili del sito non avrebbero implementato il meccanismo di filtraggio suggerito dalla stessa corte, che avrebbe permesso loro di effettuare ricerche per parole chiave alla caccia dei testi incriminati . Una mancanza che avrebbe permesso ai testi di continuare a girovagare tra un utente e l’altro.
Mauro Vecchio