Roma – Sarebbero stati l’interesse per internet e l’utilizzo di chat-room a tradire A.D.P., ricercato per rapina dalle autorità italiane, e a consentirne l’identificazione. Una prima individuazione del sospetto su una chat-room ha consentito il monitoraggio della sua navigazione che spesso e volentieri era accentrata su articoli e materiali che parlavano proprio della rapina che si ritiene abbia commesso.
La Guardia di Finanza ha ieri arrestato A.D.P. a Nola, facendo irruzione in casa sua proprio durante una connessione internet che, stando a quanto riportato dalle agenzie, avrebbe avuto per oggetto proprio pagine relative alla rapina.
Ad aiutare A.D.P. nella sua “impresa” del 22 febbraio scorso ai danni di un portavalori – che ha fruttato 13 milioni di euro – altri tre complici, due dei quali già arrestati. A tradirlo, a quanto pare, un numero di telefono “rivelato” dal proprio software di connessione alle chat-room… Così, almeno, sostengono le agenzie.