Recensendo - Il libro della settimana

Recensendo - Il libro della settimana

di Ave Battistelli Calavalle. Qual è stata l'invenzione più significativa negli ultimi 2mila anni? Chi ha proposto l'orologio e chi il tasto Canc? Un libro e un sito da sfogliare
di Ave Battistelli Calavalle. Qual è stata l'invenzione più significativa negli ultimi 2mila anni? Chi ha proposto l'orologio e chi il tasto Canc? Un libro e un sito da sfogliare

Pesaro –
John Brockman
Le più grandi invenzioni degli ultimi due millenni. Un censimento via Internet tra le menti più brillanti del nostro tempo
Garzanti, 2000, L.29.000
160 pagine

Oggi vi parlo di un libro e allo stesso tempo di un sito web davvero interessanti, se amate leggere riflessioni non banali sull’evoluzione delle tecnoscienze e degli uomini che le creano, le utilizzano, a volte le subiscono.

Il libro è “Le più grandi invenzioni degli ultimi due millenni” ed è nato da una domanda che John Brockman non ha rivolto solamente a sé stesso, ma, in un primo tempo, agli iscritti alla sua mailing list e successivamente alla comunità on-line di scienziati, artisti e imprenditori che frequentano il suo sito Edge .

La domanda era “Qual è stata l’invenzione più importante degli ultimi duemila anni? E perché?”.

In questo libro trovate un centinaio di queste risposte, e leggerlo significa entrare in una specie di conversazione, piacevole e capace di offrire diversi spunti di riflessione… Un po ‘ come stare a tavola e chiacchierare con Marvin Minski, Daniel C. Dennett, Bart Kosko: non male, decisamente.

E quali sono gli oggetti di questa conversazione? Quali le invenzioni scelte, che a onor del vero non sempre rispettano le regole dell’appartenere agli ultimi due millenni della storia umana?

Dalla prima risposta in ordine di apparizione, quella di Brian Goodwin, biologo, che sceglie la stampa, si prosegue con – in ordine sparso – il motore elettrico, le telecomunicazioni, la caravella portoghese e l’Apollo, l’orologio, il sistema di numerazione indoarabo, la bottiglia thermos (leggete la storiellina raccontata da Marc D. Hauser), la televisione, la pillola contraccettiva, il sequenziamento genetico, il computer, la musica classica occidentale, Internet, la bomba atomica, la carta, il World Wide Web, la pila elettrica, le lenti, la macchina universale di Turing, la partita doppia, gli occhiali. E il teorema di Gödel, la teoria dei quanti, la teoria copernicana. E ancora lo specchio, l’aratro, il cannone, le chiavi pubbliche di criptazione, la teoria delle probabilità, il marketing.

Interessanti le motivazioni, e interessante vedere “chi” ha detto “cosa”: chi avrà risposto “i giochi da tavolo”? E chi la chiusura centralizzata delle automobili? E la distillazione? Sarà un informatico ad aver proposto i bit? Un matematico a optare per la teoria delle probabilità? Chi avrà scelto l’inconscio? Chi la frase interrogativa? E il software user-friendly? E la gomma per cancellare… E il tasto Canc?

Cosa avranno detto il cibernetico Marvin Minski, Cristopher Langton, il padre dell’intelligenza artificiale, Sherry Turkle, sociologa della scienza al MIT, Jaron Lanier, pioniere della realtà virtuale? E John Searle e Daniel Dennet, filosofi della mente? Howard Rheingold, fondatore di “Hotwired”?

Fra i miei interventi preferiti: Henry Warwick che parla delle invenzioni, dei tempi a cui esse appartengono, dei tempi a cui noi apparteniamo: “Quando vedo un’invenzione, vedo immediatamente il suo opposto – o peggio, la sua tangente.”

Piet Hut, astrofisico, sceglie la costruzione di strumenti “autonomi”. Perché armeggiare con arnesi non ha significato solo “fare”, ma ha anche “dato forma al modo in cui vediamo il mondo e noi stessi” .

David Berreby, scrittore: “Nell’Occidente postindustriale stabilità, solidità e prevedibilità sono valori che hanno ceduto il posto a cambiamento, adattabilità, flessibilità. Dopo settemila anni di agricoltura e industria, stiamo ora tornando alle posizioni orgogliose, individualiste, cocciute dei nostri antenati – un fatto che influenzerà profondamente la comunità umana dandole nuove forme. Ed è lo spostamento da un’economia delle cose a un’economia delle informazioni che rende ciò possibile.”

E potrei continuare, perché è un libro che mi è piaciuto e che vi consiglio. 160 pagine, da leggere anche a puntate, qualcuna ogni giorno. Ottimo anche per un viaggio in treno.

E ora, non posso non chiedervi: qual è per voi la più grande invenzione degli ultimi due millenni? o anche di sempre? Fatelo sapere, a me e agli altri lettori di Stand By.

Ave Battistelli Calavalle

Avete letto questo libro e volete discuterne? Avete letto qualche altro libro che vi è piaciuto particolarmente e volete proporlo? Per questo ed altro, scrivete a Recensendo-il libro della settimana

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Pubblicato il
11 nov 2000
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