Reti/Se dici telefono, dici IP

Reti/Se dici telefono, dici IP

Il 2000 potrebbe essere ricordato come l'inizio di quella era che vedrà la totale convergenza fra telefono e computer. La nuova parola d'ordine è: "Voce su IP"
Il 2000 potrebbe essere ricordato come l'inizio di quella era che vedrà la totale convergenza fra telefono e computer. La nuova parola d'ordine è: "Voce su IP"


Nonostante il processo di digitalizzazione proceda rapidamente, la convergenza dei media sulle reti informatiche rimane abbastanza lungo, sia per l’approccio spesso conservativo delle grandi società di telecomunicazione, sia per gli effettivi costi e tempi di riprogettazione e adeguamento delle infrastrutture di comunicazione, da quelle pubbliche a quelle private.

Per le aziende di telecomunicazioni tradizionali l’avvento di Internet è stato quantomeno traumatico: la Rete rappresentava, almeno all’inizio, un mezzo sconosciuto, incontrollabile, alternativo. E proprio quest’ultima caratteristica faceva paura: le grandi compagnie che tenevano nelle loro mani le redini dei media tradizionali si accorsero a poco a poco che la Rete non ambiva a divenire solo un potente mezzo di comunicazione, ma il centro del mondo: TV, film, telefono, musica, radio, tutto sarebbe finito, presto o tardi, per essere codificato in bit e trasportato su Internet.

In realtà la crescita di Internet è stata sì molto veloce, ma la convergenza dei media è tutt’oggi soltanto agli inizi, specialmente per quanto riguarda la fonia. Tuttavia il 2000 potrà davvero segnare l’inizio del boom della telefonia IP, una rivoluzione a cui le compagnie telefoniche di tutto il mondo, insieme ai produttori di apparati telefonici, hanno dovuto gettarsi in tutta fretta per non essere travolte dalle tecnologie e dall’esperienza delle più scaltre e dinamiche aziende che operano nel campo del networking.

Le aziende operanti nel settore delle telecomunicazioni sono oggi pronte al grande passo e si dichiarano convinte che anch’esse, nella grande evoluzione che sta subendo la Rete, potranno far valere la loro esperienza, ed in particolare proprio nel settore del trasporto della voce su protocollo IP (VoIP, Voice over IP). Non è un caso, affermano infatti, che la qualità dei servizi di VoIP sia ancora basso: saranno proprio le tecnologie e l’esperienza maturata nel campo della telefonia tradizionale – affermano queste società – a dare un contributo determinante affinché la telefonia IP arrivi a sostituire, in tutto e per tutto, i vecchi POTS (Plain Old Telephony Services) e, più in generale, tutta la vecchia rete telefonica detta PSTN (Public Switching Telephone Networks).

Alla fine del maggio ’99 Sema Group ha reso noto i risultati di un sondaggio intitolato “The Vision Report” in cui si afferma che quasi i due terzi dei gestori di telecomunicazioni ritengono che nel 2004 il protocollo IP diventerà lo standard per le telecomunicazioni globali: fra le aziende interpellate il 42% prevede che oltre la metà del loro traffico dati sarà veicolato tra cinque anni su IP mentre il 24% prevede che su questo protocollo finirà la maggior parte del traffico voce.


Cosa comporterà il progressivo passaggio dalla “commutazione di circuito” (circuit switching network), quella utilizzata dalle attuali PSTN, alla “commutazione di pacchetto” (packet switching network), utilizzata dalle reti IP?

Nella prima la connessione è simile ad un circuito elettrico che rimane aperto solo per la durata della connessione stessa (ad esempio una conversazione telefonica o l’invio di un fax). Per stabilire questa connessione “punto-a-punto” è necessaria una procedura di attivazione della chiamata (call setup) che serve a stabilire il percorso del segnale e determinarne i parametri operativi. Le caratteristiche principali della connessione a circuito sono dunque quelle di riservare ad un collegamento un numero fisso di risorse (la banda è fissa e gli sprechi notevoli) ed avere un prezzo per gli utenti legato generalmente alla durata del collegamento e alla lunghezza fisica della tratta punto-a-punto.

Nelle reti a commutazione di pacchetto non si richiede che due punti collegati (ad esempio due computer) stabiliscano un collegamento fisico prima che avvenga la trasmissione, per cui questo tipo di connessione è detto “senza collegamento” (connectionless network). In una rete di questo genere i dati vengono suddivisi in pacchetti costituiti da blocchi di informazioni che contengono ognuno l’indirizzo del mittente e del destinatario. I pacchetti posso percorrere strade indipendenti l’uno dagli altri per essere poi riassemblati nel giusto ordine una volta a destinazione. Le caratteristiche salienti della commutazione di pacchetto sono dunque quelle di riservare le risorse di rete a disposizione di tutti, usare solo la banda richiesta e basare il prezzo sul volume di traffico.

Se fino ad oggi i due sistemi si sono sviluppati separatamente, da una parte le reti di computer e dall’altra quelle telefoniche, lo sviluppo di Internet e delle reti informatiche ha fatto sì che i due mondi si avvicinassero sempre più fino ad una loro ormai vicina completa fusione.

Ma lo scoglio più grosso che informatici e telecomunicazionisti stanno affrontando è rappresentato dal fatto che la commutazione di pacchetto, a differenza di quella a circuito, introduce sensibili ritardi nel trasporto dei dati, una caratteristica che purtroppo mal si addice a quei servizi, come la fonia, dove il flusso dei dati deve essere il più possibile costante per ottenere una buona qualità.

A fronte di pregi quali l’economicità e la versatilità, le soluzioni VoIP portano dunque con sé anche qualche grattacapo, primi fra tutti l’ancor mediocre qualità della voce e la scarsa interoperabilità fra apparati di produttori diversi.


Nelle aziende i due nuovi protagonisti dell’era della telefonia IP saranno gli IP Pabx e gli IP Gateway.

Il Pabx (Private Automation Branch eXchange) non è altro che il ben noto centralino telefonico che fa da ponte fra le rete telefonica pubblica e la rete privata dell’utente. L’IP Pabx ne è l’evoluzione in campo VoIP, un componente che da semplice nodo di smistamento (come i tradizionali centralini di tipo PCM nati negli anni ’70) è divenuto un vero e proprio server multiservizio di Computer Telephony interfacciato a PC e telefoni ed in grado di gestire le chiamate, colloquiare con la rete telefonica, controllare l’assegnazione della banda, integrare la messaggistica, permettere l’accesso diretto a database e permettere all’utente di ricevere le normali telefonate mentre sta navigando in rete.

Sul mercato possiamo trovare due distinte tipologie di IP Pabx: quelle che supportano integralmente l’IP fino a livello desktop ed utilizzano telefoni IP collegati alla LAN, e quelli che invece utilizzano IP solo per trasportare le chiamate fra le sedi aziendali, rimanendo però ancorati alle tradizionali linee telefoniche per l’ultimo tratto (di solito terminato da telefoni analogici connessi ai PC).

L’IP Gateway interfaccia la rete locale su cui viaggia il protocollo IP con il mondo della fonia (centralini, rete PSTN). l’IP Gateway si fa dunque carico della conversione analogico/digitale del segnale vocale nei due sensi e l’imbustamento in pacchetti. I server gateway hanno poi l’onere di collegarsi l’un l’altro assicurando così un dialogo fra Pabx, senza bisogno di sostituire gli apparecchi telefonici preesistenti

L’ultima barriera da abbattere è quella riguardante l’interoperabilità fra hardware e software che equipaggia soluzioni di gateway di produttori differenti. A tal proposito l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU) ha definito lo standard H.323 che si prefigge come obiettivo quello di rendere interoperabili i vari sistemi telefonici pubblici, IP Gateway, software di telefonia e videoconferenza ed altri apparati di comunicazione.

Le attuali soluzioni di VoIP, comprendenti dunque IP Pabx e IP Gateway, si basano su piattaforme più o meno standard basate su sistema operativo NT, Unix e Linux. L’obiettivo è, almeno per questi anni, quello di offrire tutte le nuove funzionalità permesse dall’IP mantenendo però la compatibilità con i sistemi telefonici pubblici e privati preesistenti: questo naturalmente ha un costo, ma è praticamente indispensabile, specie nelle grandi aziende, dove i tempi di ammortamento delle tecnologie sono più lunghi.

L’adozione di piattaforme middleware standard fa sì che la tecnologia telefonica, per la prima volta nella sua storia, possa finalmente aprire la strada allo sviluppo di prodotti sia hardware che software ad una miriade di aziende dell’IT. E’ proprio per questo che i produttori da sempre operanti nel settore telefonico non possono più stare a guardare ma dovranno sapersi ricollocare su di un mercato che, nel frattempo, si è venduto al networking.

Alessandro Del Rosso

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Pubblicato il
3 apr 2000
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