Revenue sharing, l'opportunità mancata

Revenue sharing, l'opportunità mancata

di Alberigo Massucci - Abbondano le tecnologie, dagli MMS al GRPS, dall'UMTS a ritroso verso il WAP. Ma i servizi sono ridicoli: sitcom, calendari, oroscopi, giochini e notizuole da pagare a peso d'oro. Manca un elemento decisivo
di Alberigo Massucci - Abbondano le tecnologie, dagli MMS al GRPS, dall'UMTS a ritroso verso il WAP. Ma i servizi sono ridicoli: sitcom, calendari, oroscopi, giochini e notizuole da pagare a peso d'oro. Manca un elemento decisivo


Roma – Quanti usano il WAP e quanti sanno di cosa si tratta? Ancora: cos’è il GPRS, ovvero quella tecnologia che ti permette di essere sempre online su internet? La maggior parte dei cellulari in vendita comprende queste tecnologie. Ora supportano addirittura gli MMS, foto, video e parole ad una qualità che, però, non fa invidia alla webcam.. Altro che le belle immagini in alta definizione della pubblicità. Perché gli utenti si ritrovano in mano costose tecnologie che non usano ma pagano mentre le aziende di telecomunicazione stanno per lanciare l’UMTS e lo fanno, ancora una volta, proponendo una nuova tecnologia, un nuovo futuro ? Il telefonino, viene da chiedersi ancora una volta, si compra per la sua tecnologia o per quello che permette di fare?

Secondo un’ analisi condotta da Strand Consult , è auspicabile che nel 2005 il 32 per cento del ricavo delle aziende di telefonia mobile europee sia composto da servizi “non voce”, per un totale di circa 23 miliardi di dollari, di cui 2 miliardi dagli SMS e il resto dalle altre tecnologie, come gli MMS e il WAP.

La tecnologia è bella, appassionante per alcuni, ma a cosa serve? Quali sono i servizi di cui i portatori di telefonino hanno bisogno o semplicemente vogliono? A chiederlo alle persone che incontro, la maggioranza mi risponde che è utile telefonare, qualcuno usa la rubrica mentre altri ritengono sia troppo complicato, quasi tutti usano gli SMS, nessuno usa il WAP, pochissimi il GPRS per connettersi dal portatile a Internet.

Non è questa certo un’analisi di mercato ma una cosa mi pare chiara: le nuovissime tecnologie sembrano essere qualcosa che può interessare a pochi, ovvero non rappresentano una reale attrazione per gli utenti, sia sul piano dei servizi che su quello dei costi. Questo è il punto vero della questione e spiega, ad esempio, come mai negli spot televisivi gli MMS sono nitidi come si trattasse di film (interessante a proposito questo articolo sulla pubblicità ingannevole ).

Un esempio recente: nel 2002 sono arrivati gli MMS, ovvero messaggi multimediali che possono essere spediti tra telefoni predisposti, possono essere inviate fotografie fatte con la phone-cam e si possono ricevere anche immagini di eventi sportivi e altro. Sembra tutto molto bello ma ecco il rovescio della medaglia: mandare un MMS costa minimo 50 centesimi di euro (circa mille lire) e, come se non bastasse, è visibile su schermi minuscoli in cui tutto diventa grande come una capocchia di spillo, dove più che vedere si può immaginare di vedere, per non parlare della qualità.

Ecco allora che le compagnie tentano di indurre gli utenti a spendere per la nuova tecnologia degli MMS con l’offerta di un parco di servizi capaci – secondo loro – di incuriosirli. Tuttavia oltre le notizie dei TG, si scade tra più o meno improbabili servizi come SitCom, cartoline, calendari di pin-up, giochi in miniatura e informazioni su eventi sportivi conditi da immagini da guardare con la lente. Ovviamente tutto offerto a peso d’oro: d’altra parte è tecnologia del futuro, mica spaghetti.

E’ chiaro che le compagnie telefoniche tendono sempre a proporre nuove tecnologie ma sembra ancora più chiaro che non hanno ancora realizzato che un conto è offrire dieci o cento servizi di dubbia utilità, un conto sarebbe offrire l’intera internet a distanza di telefonino. E’ una differenza sostanziale. La via d’uscita c’è e si chiama “revenue sharing”. Questa è l’idea che farebbe decollare immediatamente i servizi tramite WAP, GPRS e MMS implicando una condivisione diretta degli utili tra operatore telefonico, che sa fare l’operatore telefonico, e fornitore di contenuti, che sa fare il fornitore di contenuti. E’ ovvio: come stanno le cose oggi, un qualsiasi sito Internet non ha ragione di realizzare versioni WAP, GPRS e via dicendo dei propri servizi: non solo sono difficilmente sponsorizzabili ma a guadagnarci sono solo le aziende di telecomunicazione. E allora, ancora una volta, a chi servono queste tecnologie che alzano il prezzo dei telefonini?

Alberigo Massucci

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Pubblicato il
14 mar 2003
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