RFID, di plastica e... invisibili

RFID, di plastica e... invisibili

Philips ha svelato un nuovo tipo di RFID in plastica che può essere stampato direttamente insieme all'antenna, mentre Hitachi ha mostrato quello che definisce il chip RFID più piccolo al mondo
Philips ha svelato un nuovo tipo di RFID in plastica che può essere stampato direttamente insieme all'antenna, mentre Hitachi ha mostrato quello che definisce il chip RFID più piccolo al mondo


Roma – Negli scorsi giorni sono giunte dal mondo degli RFID due notizie di particolare rilievo, probabilmente destinate ad estendere significativamente l’uso e la diffusione degli ormai famosi chippetti a radiofrequenza.

Il primo annuncio è di Philips , che nei propri laboratori di ricerca ha sviluppato un tag RFID che opera a 13,56 Mhz interamente basato su uno speciale polimero plastico . Contrariamente ai chip di silicio, che prevedono tre fasi produttive – stampaggio antenna, produzione del chip, assemblaggio delle componenti -, la tecnologia messa a punto dalla società olandese permette la stampa del chip direttamente nel substrato insieme all’antenna, unificando il processo di produzione in una sola fase. Questa tecnologia, una volta affinata, dovrebbe aprire la strada alla produzione di tag a basso costo in grado di sostituire i vecchi codici a barre .

La presentazione della tecnologia è avvenuta in occasione dell’International Solid State Circuits Conference ( ISSCC ) di San Francisco, dove Philips ha presentato i risultati della ricerca portando anche un “generatore di codici” a 64 bit in grado di programmare i chip con il codice necessario per creare tag univoci.

“La realizzazione di tag RFID in plastica in grado di operare a 13,56 MHz è il primo passo per l’accettazione della tecnologia RFID su vasta scala”, ha dichiarato Leo Warmerdam, senior director di Philips Research. “Per accelerare la commercializzazione di questa tecnologia stiamo esplorando la possibilità di svilupparla in collaborazione con terze parti”.

Dopo i display Polymer Vision e la recente dimostrazione della capacità di memoria di alcuni polimeri, i tag RFID in plastica rappresentano il terzo campo di applicazione dell’elettronica organica sviluppata da Philips.

“La produzione di tag RFID a basso costo è uno degli obiettivi fondamentali da perseguire per rendere i benefici di questa tecnologia alla portata di tutti”, ha spiegato a Punto Informatico Corrado Patierno , responsabile gestione progetti di TC Sistema Servizi S.p.A. “Il processo di produzione in una sola fase messo a punto da Philips costribuisce certamente ad abbattere i costi di fabbricazione dei tag”.

Va detto come anche la tedesca PolyIC stia collaborando da circa due anni con Lufthansa per lo sviluppo di tag RFID in plastica da utilizzare nel campo aereonautico (logistica, tiketing, sicurezza).

Hitachi ha invece annunciato lo sviluppo del chip RFID più piccolo al mondo , con dimensioni di 0,15 millimetri quadrati e uno spessore di appena 7,5 micron. Comparato con la versione precedente (0,30 mm2 x 60 µm), la superfice si è ridotta ad un quarto.

Questi chippetti si prestano particolarmente bene ad essere inseriti all’interno della carta, e quindi in biglietti o persino banconote.

Il colosso giapponese sostiene che la nuova tecnica di produzione permette di triplicare la resa produttiva per singolo wafer, con un conseguente abbattimento dei costi. Attualmente i chip hanno una capacità di 128 bit, funzionano nella gamma di frequenza dei 2,45 GHz, e possiedono un codice identificativo univoco memorizzato nella ROM.

Hitachi sta anche lavorando per aumentare la distanza di lettura e ridurre le dimensioni dell’antenna (esterna al chip). l’obiettivo è arrivare alla produzione di un chip di piccole dimensioni con la tecnologia “double side electrode” per creare tag di dimensioni esigue con antenna integrata .

“Presumibilmente, per la produzione di chip con antenna integrata, Hitachi dovrà migrare dai 2,45 ai 5,4 GHz usando la tecnologia UWB (Ultra Wide Band), che permette la trasmissione di energia con micro-implulsi su un più ampio spettro di frequenza”, ha spiegato Patierno. “Difficilmente comunque potremo aspettarci tag microscopici che permettono letture ad una distanza superiore al centimetro (già un bel traguardo!) poichè, come spiegato nei miei articoli di approfondimento sugli RFID, la distanza di lettura e la potenza di ricezione/trasmissione sono funzione della dimensione dell’antenna: tanto è più piccola, tanto meno i tag saranno performanti. Ricordo inoltre che in Italia ed in molti stati dell’Unione Europea le frequenze usate da Hitachi non possono essere sfruttate da apparati RFID”.

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Pubblicato il 10 feb 2006
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