Web (internet) – Finalmente si torna a parlare dei nuovi suffissi di dominio (come .web o .rec) che sembravano accantonati. In particolare ne parlerà in questi giorni l’ICANN , ovvero l’organismo internazionale che sovraintende alla gestione dei domini.
In una riunione programmata a Cairo, negli States, l’ordine del giorno parla di cose come: quali nuovi suffissi scegliere, quanti ne possono essere attivati, in quali tempi possono essere messi a disposizione della rete e quali protezioni possono essere garantite ai possessori di trademark.
Quest’ultimo punto è centrale perché la rete è ormai concepita soprattutto negli States, ma non solo, come strumento commerciale e la relazione tra trademark e domini per le industrie diventa quindi essenziale. E senza il consenso delle majors, che già rincorrono a suon di cause in tribunale tutti coloro che si azzardano a registrare domini simili ai propri trademark, il processo di “evoluzione” dei nuovi domini non potrà partire.
Ne sono consapevoli quelli dell’ICANN che probabilmente dovranno ridurre al minimo il numero dei nuovi domini da approvare e saranno forse spinti a creare nuove norme, secondo le quali l’acquisto di un dominio può essere fatto soltanto con un via libera dell’eventuale possessore di copyright.
Nonostante le pressioni dell’industria e la delicatissima situazione dei domini attuali, secondo alcuni osservatori i nuovi suffissi potrebbero essere posti a disposizione degli utenti già entro la fine di quest’anno.
Per il momento si sa che un team di lavoro sulla materia in seno all’ICANN ha raccomandato che si testi per qualche tempo un numero variabile di nuovi suffissi compreso tra 6 e 10. Ma non c’è alcun accordo sulla “specializzazione” che i nuovi domini dovranno avere, se cioè mantenere domini “generalisti” (come .web) o più “verticali” (come .museum).