Rischio brevetti sul software più vicino

Rischio brevetti sul software più vicino

Con il voto della Board dell'Ufficio brevetti europeo la possibilità che anche in Europa possano essere brevettati componenti essenziali dello sviluppo software si fa più vicina. A novembre i nuovi brevetti potrebbero diventare norma europea
Con il voto della Board dell'Ufficio brevetti europeo la possibilità che anche in Europa possano essere brevettati componenti essenziali dello sviluppo software si fa più vicina. A novembre i nuovi brevetti potrebbero diventare norma europea


Roma – 10 a 9: questo il risultato del voto con cui la Board dello European Patents Office ha dato il via alla procedura che potrebbe introdurre nuove e più stringenti regole sulla brevettibilità del software, sull’onda di quanto già accade negli Stati Uniti.

Il voto sull’introduzione in Europa delle nuove norme si avrà a novembre. Tra il 20 e il 29, infatti, si svolgerà a Monaco di Baviera una conferenza a cui parteciperanno tutti i paesi rappresentati dall’Ufficio dei brevetti.

Contro l’adeguamento della struttura normativa europea a quanto già avviene negli Stati Uniti e in Giappone si va schierando nel tempo un numero sempre maggiore di liberi sviluppatori, preoccupati dalla possibilità che l’utilizzo di codici software normalmente sfruttati per la compilazione di programmi possa essere ristretto o sottoposto ai voleri del possessore di un dato brevetto. Ma c’è di più: oltre ai rischi per il lavoro delle piccole softwarehouse o degli sviluppatori indipendenti derivanti dalla brevettibilità non solo del software “finito” ma anche di tutte le sue componenti, in ballo c’è pure la libertà di espressione, in qualità di “contenitore” della libertà di sviluppo.

A questo proposito, ormai da mesi gruppi organizzati contro i brevetti, come no-patents , stanno promuovendo iniziative e raccogliendo firme in tutta Europa per evitare che a novembre venga presa una decisione ritenuta fatale. La petizione europea è stata per il momento firmata da quasi 39mila persone. Molte, ma ancora troppo poche per garantire la “forza d’urto” necessaria per trasformare l’evento di novembre in un forte segnale di libertà da offrire proprio a quei paesi alle cui norme, questa volta ciecamente, ci si vuole uniformare.

Quanto viene vissuto in queste settimane da parte di una vasta comunità di sviluppatori è espresso al meglio nel testo stesso della petizione che può essere utile riproporre:

“Petizione per un’Europa libera dai brevetti del software.
Sono preoccupato per i progetti di legalizzare i brevetti sul software in Europa, considerando il loro effetto dannoso sull’innovazione e la competizione.
Sono preoccupato perché si possono utilizzare i brevetti sul software per brevettare metodi di business, educativi, sanitari ecc.
Sono preoccupato dalla sequela di abusi dell’ufficio dei brevetti europeo, specialmente per la tendenza dimostrata ad allargare il raggio della brevettibilità al di là dei limiti di legge.
Sono sorpreso che nessun rapporto sull’impatto dei brevetti del software sull’innovazione e la competizione non sia mai stato pubblicato dalle autorità europee.
Chiedo con urgenza a chi deve decidere in Europa, a tutti i livelli, di mantenere salda la legge che vieta espressamente la brevettibilità di programmi informatici puri, invece di cambiarla.
Chiedo con urgenza a chi deve decidere in Europa, a tutti i livelli, di riesaminare i progetti attuali e di assicurarsi che non si abusi dei brevetti per vietare o ridurre la diffusione delle procedure e dei programmi informatici e intellettuali”.

Lamberto Assenti

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Pubblicato il
15 set 2000
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