Roma – Un serpente con i cingoli. È questa l’ultima, bizzarra invenzione partorita dalla ricerca robotica per rispondere all’esigenza, sentita da enti civili e militari, di utilizzare i robot esploratori anche nelle situazioni più difficili e sui terreni più accidentati.
Chiamato OmniTread , e progettato da un team di ricercatori della University of Michigan U-M College of Engineering il serpentone meccanico può avventurarsi là dove i tradizionali robot in genere non arrivano e superare cumuli di macerie, grosse crepe, sassi, tubi e scale. Il flessuoso robot è poi capace di arrampicarsi su muri e soffitti sfruttando eventuali tubi o altri appigli.
Il vermone robot è lungo circa un metro e 16 centimetri e pesa una decina di chilogrammi. È composto da 5 sezioni cubiche coperte all’80% da cingoli in gomma che gli permettono di “strisciare” attraverso qualsiasi ostacolo. Ogni sezione è collegata all’altra attraverso delle membrane pneumatiche che danno al robot la caratteristica sinuosità dei rettili e gli permettono di curvarsi, girare su se stesso e sollevare una delle sue sezioni: quest’ultima capacità gli permette ad esempio di superare bruschi dislivelli, solchi e fenditure del terreno.
L’attuale prototipo del robot viene comandato per mezzo di una sorta di joystick a filo, filo da cui passa anche l’energia necessaria per alimentare la macchina. La nuova versione su cui stanno lavorando i ricercatori avrà invece una fonte energetica autonoma e potrà essere controllata a distanza. L’OmniTread di nuova generazione sarà costituito da 6 segmenti, uno dei quali contenente la batteria, sarà lungo 88 cm e peserà solo 2,5 kilogrammi.
Johann Borenstein, il professore a capo del progetto, ha spiegato che il proprio robot è ideale per la perlustrazione e la sorveglianza di luoghi pericolosi o disastrati, come costruzioni crollate o pericolanti, frane, terreni impervi, ecc.
Una presentazione del robot, insieme ad un video che ne mostra il funzionamento, è disponibile qui .