Roma all'Expo2010, il sito fantasma da 1,4 milioni

Roma all'Expo2010, il sito fantasma da 1,4 milioni

Aggiornata solo per 96 ore, la piattaforma interna al portale di Roma Capitale è costata 325 mila euro al giorno. Il sindaco si difende: servirà anche ad altro. Riecheggia lo spettro italia.it
Aggiornata solo per 96 ore, la piattaforma interna al portale di Roma Capitale è costata 325 mila euro al giorno. Il sindaco si difende: servirà anche ad altro. Riecheggia lo spettro italia.it

È atteso per questa mattina, sulla scrivania del sindaco capitolino, Gianni Alemanno, il memoriale redatto dall’ex delegato all’Expo, Francesco Maria Orsi, che tenterà di ricostruire le procedure seguite per l’organizzazione della settimana di Roma Capitale a Shanghai. E, in particolare, per analizzare i contratti di fornitura firmati per l’allestimento del sito internet per l’Expo , www.expo2010.comune.roma.it , che negli ultimi giorni (a seguito di un articolo di Repubblica ) è stato oggetto di numerose discussioni.

La piattaforma che si trova all’interno del portale istituzionale di Roma Capitale è costata al Comune di Roma oltre un milione e 300 mila euro ed è stata attiva, lavorando a pieno ritmo con aggiornamenti in tempo reale, per soli quattro giorni: ovvero lo stesso tempo che è durata la missione del sindaco della capitale a Shanghai. Dunque, dall’11 al 14 ottobre scorso, sono stati spesi per informare i cittadini romani e cinesi circa 325 mila euro al giorno. Le reazioni a tale notizia sono state numerose, dato che a tal proposito il delegato all’Expo, Francesco Maria Orsi, aveva sempre sostenuto che il progetto aveva avuto costo zero per l’amministrazione.

Il contratto di fornitura per la cifra di 1.370.340 euro, che porta la data del 30 dicembre 2009, fu firmato dal direttore del Dipartimento Risorse Tecnologiche, Emilio Frezza. L’assegnatario del progetto, Telecom Italia, avrebbe dovuto provvedere alla “realizzazione e la fornitura della piattaforma tecnologica comprensiva di hardware, software, servizi di sviluppo delle pagine web, e ospitalità dell’infrastruttura presso il Datacenter di Pomezia”.

“Roma Capitale – si legge nel comunicato – ha valutato l’opportunità di dotarsi di una piattaforme digitale, in aggiunta e in sinergia con il portale del Comune, in occasione dell’Expo di Shanghai, per realizzare una infrastruttura permanente capace di diffondere e divulgare i grandi eventi programmati dall’amministrazione”. “Per questo – ha cercato di fare chiarezza Enrico Cavallari, assessore ai Servizi Tecnologici – si è proceduto ad affidare a Telecom Italia, che fornisce già i servizi tecnologici per il portale comunale, la realizzazione di questo sito adottando gli stessi parametri economici degli Accordi Quadro Nazionali”. “In considerazione della necessità di rendere operativo tale sito a partire dal 1 maggio 2010, data di apertura dell’Expo, ed essendo esaurita la capienza economica della Convenzione SPC sopra menzionata, l’Amministrazione ha ritenuto di affidare a Telecom Italia anche la realizzazione dell’infrastruttura suddetta a condizioni economiche coerenti con quelle previste a livello nazionale dalla Convenzione” ha aggiunto Cavallari.

Nel contratto si legge appunto: “tale infrastruttura è stata progettata per implementare ed erogare di servizi di e-government, quali ad esempio servizi di turismo in mobilità”. Ed è stato proprio su questo punto che il sindaco di Roma ha tentato di appellarsi assicurando più di una volta a seguito dello scandalo della notizia che il sito non serviva solo per l’Expo ma rappresentava una struttura permanente nel portale web del comune di Roma, utile per iniziative di carattere internazionali .

Spiegazioni che per il PD non reggono . “Faremo un esposto alla Corte dei Conti – ha annunciato il capogruppo Umberto Marroni – perchè è incredibile sia la procedura senza gara per l’affidamento della realizzazione del sito, sia la cifra spesa”; aggiungendo a tal proposito che il sito non è funzionante e che era stato aggiornato scrupolosamente soltanto durante la trasferta del sindaco a Shanghai e che oggi, a distanza di tre mesi dalla permanenza cinese, la notizia più fresca riportata sul sito risale al 14 ottobre. C’è anche chi, come il consigliere del Pd Paolo Masini, ha lanciato una provocazione invitando “tutte le realtà romane, in attesa da anni che il Campidoglio dia loro quanto necessario per le loro iniziative, a presentare le fatture al sindaco”.

Intanto, però, visto che i contenuti del portale sull’Expo sono fermi al 14 ottobre, il sindaco ha ordinato ai suoi uomini della comunicazione di intervenire sul sito in modo da renderlo, dopo tre mesi, più aggiornato. Inoltre, a seguito dell’attenzione data dai media a tale notizia si è scoperto che oltre al sito dell’Expo esisterebbero altri siti gestiti e pagati dal Comune e costruiti proprio per comunicare iniziative e “grandi eventi”. Da una ricognizione ne risultano uno dedicato alla candidatura per le Olimpiadi 2020, www.2020roma.it , e uno per gli stati generali della città del 22 e 23 febbraio, www.progettomillennium.com .

È prevista in data odierna la deposizione del memoriale predisposto dal gabinetto del sindaco, che tenterà di documentare in maniera dettagliata ogni spesa effettuata tentando di individuare precise responsabilità dei coinvolti al progetto.

Raffaella Gargiulo

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Pubblicato il 1 feb 2011
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