Rubare le impronte digitali è impossibile?

Rubare le impronte digitali è impossibile?

Un cittadino giamaicano rimuove la pelle delle dita dei piedi per ricucirla sui polpastrelli delle mani, per varcare i controlli biometrici alla frontiera statunitense. Arrestato, sconterà 13 mesi di reclusione
Un cittadino giamaicano rimuove la pelle delle dita dei piedi per ricucirla sui polpastrelli delle mani, per varcare i controlli biometrici alla frontiera statunitense. Arrestato, sconterà 13 mesi di reclusione

New York (USA) – Molti giamaicani, specialmente se di religione rastafari, credono che il ricco mondo moderno sia la perpetuazione della leggendaria Babilonia, città fortificata consacrata agli dei pagani. Per Marc Terrance George, 41enne residente in Giamaica, l’accesso a Babilonia è stato impossibile: i controlli biometrici l’hanno respinto, malgrado il suo folle trapianto d’impronte digitali pensato per eludere i controlli delle autorità di frontiera.

George, rimpatriato in Giamaica e condannato per riciclaggio di denaro sporco nello stato del New Jersey, aveva pensato di rientrare illegalmente negli Stati Uniti grazie all’aiuto di un chirurgo. Sembra una storia degna di Bruce Sterling o di qualsiasi altro scrittore di fantascienza cyberpunk, ma George pensava realmente di crearsi una nuova identità sostituendo la pelle dei polpastrelli della mano con quella delle dita dei piedi.

Approdato in Messico, George ha quindi tentato di scavalcare il confine meridionale degli Stati Uniti, presso Nogales, nello stato di Arizona. La polizia di frontiera ha immediatamente notato le sue “strane” mani, palesemente anomale e dall’aspetto tumefatto. Senza opporre resistenza, il giamaicano si è consegnato alle autorità dandosi reo confesso. Processato per direttissima, George è stato condannato a 13 mesi di reclusione, al termine dei quali verrà estradato nel New Jersey per scontare un’ulteriore pena per i reati già comminatigli.

I giudici statunitensi hanno immediatamente approfittato del caso per ribadire “l’assoluta straordinarietà delle misure adottate dai criminali per entrare nel nostro paese”, come ha detto il PM Paul Charlton. “Il sistema d’identificazione biometrico americano è temuto in tutto il mondo sotterraneo del crimine”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata alla stampa locale.

L’efficacia di questo sistema, che ha evidentemente fatto breccia nell’immaginazione dei criminali di tutto il mondo, rende l’analisi biometrica delle impronte digitali un sistema ineludibile per tenere lontano dai confini nazionali qualsiasi soggetto pregiudicato e già schedato.

Tuttavia, i progressi della chirurgia potrebbero presto ribaltare queste aspettative. Secondo il servizio sanitario del governo statunitense, la pratica del trapianto di pelle per modificare le impronte digitali è già al giorno d’oggi un’operazione eseguibile in ambulatorio sotto anestesia locale, senza grandi complicazioni o rischi. Se l’intervento viene effettuato con precisione e con le dovute cure post-operatorie, infatti, il paziente ha nuovi lembi di pelle perfettamente funzionali ed esteticamente accettabili nel giro di poche settimane.

Molto, naturalmente, sta alla bravura del chirurgo. La figura più richiesta nel futuro della criminalità organizzata, immersa in un mondo pieno di frontiere biometriche, sarà il ” bisturi “? Se le cose andranno verso la direzione indicata da una certa tradizione letteraria, molto apprezzata tra gli appassionati di tecnologia, c’è da scommettere di sì.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
11 mag 2006
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