Londra – Il Pinguino didatta si è guadagnato la benedizione di BECTA (British Educational Communications and Technology Agency), un’agenzia governativa inglese che promuove l’uso delle nuove tecnologie all’interno della scuola.
In uno studio condotto da BECTA per conto del Ministero inglese per l’Istruzione si sostiene che l’ open source può ridurre considerevolmente i costi sostenuti dalle scuole per il software e la formazione: l’entità di tali risparmi arriverebbe al 44% nella scuola primaria e al 24% in quella secondaria.
L’agenzia britannica è giunta a queste conclusioni comparando i costi sostenuti da 48 scuole del paese , tra cui 15 che utilizzavano software open source e 33 che adottavano principalmente software proprietario.
“Benché l’implementazione del software open source nelle scuole necessiti di un’accurata attività di pianificazione e supporto, l’uso di tale software può fornire un’alternativa economicamente concorrenziale al software proprietario”, si legge in un comunicato.
Ma i vantaggi apportati dall’adozione di software a codice aperto non sarebbero esclusivamente di natura pecuniaria: BECTA ritiene infatti che il software open source di qualità, aderente agli standard aperti, apra la strada “alla compatibilità e all’interoperabilità fra prodotti diversi “.
I risultati di quest’ultimo rapporto sono simili, nella sostanza, a quelli cui era pervenuto recentemente un altro studio finanziato dal Governo britannico e relativo all’uso del software libero nella pubblica amministrazione.