Samsung, grattacapi cinesi

Samsung, grattacapi cinesi

Non solo Apple al centro delle derive più nere della globalizzazione. I fornitori della coreana collegati sono accusati di sfruttamento dei lavoratori. Minorenni compresi
Non solo Apple al centro delle derive più nere della globalizzazione. I fornitori della coreana collegati sono accusati di sfruttamento dei lavoratori. Minorenni compresi

China Labor Watch (CLW), organizzazione non profit che monitora le condizioni di lavoro in Cina, ha redatto un rapporto che mette in luce tutte le ombre che riguardano le fabbriche cui si appoggia Samsung nel paese.

Ha così potuto testimoniare come il partner industriale di Samsung, il produttore di componenti HEG, starebbe sfruttando lavoratori minorenni (quattordicenni) nelle sue fabbriche di Guandgdong: questo avverrebbe per mancanze di controllo da parte dell’azienda, per l’utilizzo di documenti falsi da parte degli studenti e per la connivenza dei professori locali che per proprio interesse sembra abbiano creato un circuito di assunzione alternativo con le scuole come fonte inesauribile di rifornimento e gli stage come scusa formale. Un sistema in grado di apportare l’80 per cento della forza di lavoro totale di HEG.

A questa scoperta si sommano poi le condizioni di lavoro al limite del sopportabile, gli abusi fisici da parte dei dirigenti delle fabbriche, le situazioni di pericolo cui tutti i lavoratori sono sottoposti e la paga estremamente bassa: condizioni cui sono soggetti anche i minorenni, ma con una paga più bassa (pari al 70 per cento di quella di un adulto).

Si tratta di situazioni preoccupanti strettamente legate, in generale, alle condizioni dei lavoratori in Cina: per gli stessi motivi sono stati già chiamati in causa Apple e il suo fornitore Foxconn, coinvolte in diverse situazioni. Cupertino si è in particolare ritrovata recentemente al centro di un veemente reportage del New York Times da essa fortemente contestato .

In forza dei dati raccolti, ora, CLW ha deciso di rivolgersi direttamente a Washington, dove ha sottoposto le sue accusa ad una commissione del Congresso cui chiede di far pressione sulle aziende legate al mercato occidentale che, allettate da costi di lavoro molto bassi, si appoggiano ad azienda cinesi.

Il problema è che questa competitività di costi della Cina è strettamente legata ad una scarsa normativa a tutela dei lavoratori, spesso sfruttati dai datori, privi di assicurazioni e di condizioni di lavoro dignitose. Si tratta, insomma, di un problema strutturale di quel paese.

HEG non ha risposto alle accuse, mentre Samsung ha riferito di aver condotto due indagini nel corso di quest’anno, che però non hanno evidenziato alcuna situazione del genere. Tuttavia, in seguito a questo rapporto “ne condurrà un’altra il prima possibile”, in modo tale da correggere eventuali precedenti giudizi ed adottare i correttivi necessari ad arginare i problemi incontrati.

Secondo CLW il problema delle indagini di Samsung è che sono condotte dall’intermediario Intertek, che secondo l’organizzazione sarebbe noto per accettare tangenti da parte delle aziende sottoposte a controllo.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 8 ago 2012
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