Roma – C’è qualcosa di profetico nelle parole che nei giorni scorsi ha pronunciato il sindaco di San Francisco, vale a dire il capo del Municipio più tecnologico d’America: “Non ci fermeremo fino a quando tutti gli abitanti di San Francisco non avranno un accesso gratuito alla Internet wireless. Queste tecnologie collegheranno i nostri concittadini alle specializzazioni e alle opportunità di lavoro della nuova economia”.
Una visione “profetica”, dicevo, perché spinge il domani necessario in un oggi che raramente comprende il wi-fi, estensione potenziale della connettività, capace da sola di amplificare la quantità e la comodità degli accessi nonché la fruibilità della rete, rendendo anche possibile la connessione in luoghi prima impensabili e ad un costo impensabile.
Le parole del sindaco Gavin Newsom vanno naturalmente prese come si devono prendere sempre le dichiarazioni pubbliche di chi vive di suffragi, eppure sono state pronunciate nel corso di un evento ufficiale di rilievo, la relazione annuale sulla situazione della cosa pubblica. E’ lecito aspettarsi quindi che non si tratti di una boutade e che nei prossimi giorni l’amministrazione comunale di una delle più affascinanti metropoli statunitensi faccia seguire i progetti alle parole.
Sorpresa? Mica tanto. Qualcosa di ancora più avanzato lo stanno facendo a St. Louis dove i lavori sono in corso: c’è anche il wi-fi, c’è la gratuità del servizio e c’è anche una visione decisamente meno annebbiata di quella del Governo italiano in merito alle tecnologie wireless.
In Italia dobbiamo soffrire una situazione normativa studiata per impedire che il wi-fi sia un vero concorrente di tecnologie wireless assai più redditizie per i soliti noti, o che diventi un incontrollabile strumento di connettività democratica in mano a gruppuscoli geek col pallino della free internet. Una situazione che se oggi fa sorridere solo chi di queste cose ne capisce, o gli operatori tagliati fuori dalla grande torta dei servizi a pagamento aggiunto, domani semplicemente precipiterà il nostro paese in fondo ad un’altra delle numerose classifiche internazionali nelle quali non brilliamo.
Da noi, per tirare giù un altro esempio, è persino impensabile quello che sta facendo mica un municipio, ma un’azienda di Amsterdam , impegnata nel trasformare la Venezia del Nord in una città della rete, per la rete, con la rete, animata da un flusso costante di bit capace di snodarsi lungo vicoli e canali senza soluzione di continuità.
Ecco, a leggere le dichiarazioni di San Francisco, a corrispondere con gli entusiasti cybercittadini di St. Louis, a fermarsi sui ponticelli di Amsterdam scaricando la posta col portatile viene davvero voglia di ringraziare la nostra lungimiranza italiota, quella che ci fa continuamente parlare di rivoluzione digitale badando bene che la rivoluzione non rivolti nulla.
di S.M. vedi anche:
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