Sarà possibile parcheggiare a San Francisco

Sarà possibile parcheggiare a San Francisco

Come assicurarsi che tutti gli spazi disponibili a pagamento per le automobili siano sempre occupati? Come evitare che chi cerca parcheggio sviluppi sindromi ansiogene? La soluzione inizia per T e finisce per ecnologia
Come assicurarsi che tutti gli spazi disponibili a pagamento per le automobili siano sempre occupati? Come evitare che chi cerca parcheggio sviluppi sindromi ansiogene? La soluzione inizia per T e finisce per ecnologia

C’è una piccola idea che gli amministratori comunali di San Francisco sperano diventi grande: il parcheggio intelligente, connesso, l’auto-parking senza stress , lo spazio a pagamento per la propria auto, a distanza di clic e per un tempo limitato. Sono i parcometri smart di cui si parla da mesi e che entro l’autunno verranno collaudati nella celebre città californiana: potrebbero risolvere, così sperano i promotori, almeno una parte dello stress causato dal traffico, dalle difficoltà di parcheggiare la propria automobile, con conseguenze positive anche su consumi e ambiente.

controllare il traffico Il parcometro intelligente non solo sa quando e se un’automobile sia parcheggiata nel suo spazio, può anche comunicare via web l’eventuale disponibilità di spazio agli automobilisti altrettanto intelligenti, o comunque sufficientemente dotati di gadget e denari per poter accedere ai servizi in mobilità. Questi potranno anche rinnovare il parking da remoto, senza doversi recare nuovamente al parchimetro, pardon , parcometro. I parcheggi di nuova generazione potranno dunque comunicare a sistemi di rilevazione, web e qualsiasi altro media connesso dove e come siano open for business , il che dovrebbe provocare un continuo ricambio di automobili parcheggiate e un maggiore incasso per i gestori dei parcheggi. Soprattutto, potrebbe togliere dalla circolazione almeno una parte della folla di automobilisti che, volante alla mano, scalcia sul freno nel tentativo di abbandonare la propria scatoletta a scoppio senza incappare in multe, ganasce o rimozioni forzate.

Scrive il New York Times che 6mila spazi di parcheggio a pagamento, sui 24mila disponibili a San Francisco, saranno al centro di un collaudo generale , che l’amministrazione spera presto di poter estendere a tutta la città come vorrebbero coloro che hanno progettato il sistemone: se dilaga saran dobloni a finire nelle casse delle imprese coinvolte , e non solo i ringraziamenti di automobilisti, i cui umori oggi sono sferzati quotidianamente dalle severissime regolamentazioni cittadine sulla circolazione.

A spingere verso il nuovo sistema SFPark è l’impressionante quantità di scarichi che le automobili diffondono nell’aere ogni anno nelle lunghe mezz’ore passate a cercare parcheggio. I nuovi lots saranno dotati di sensori embedded nell’area, una sorta di smart dust , “polvere intelligente”, a cui si attribuisce la capacità di comprendere se e cosa si trovi all’interno della zona tenuta sotto controllo. Incastonati in un boxettino bianco di pochi centimetri incollato alla strada, i sensori sono alimentati a batteria e dovrebbero poter garantire da 5 a 10 anni di operatività senza interruzioni . Saranno questi sensori, questo network a livello stradale, a fornire informazioni in tempo reale all’amministrazione del controllo del traffico e da qui agli utenti.

Ma se il Times approfondisce citando casi di accoltellamenti tra automobilisti terrorizzati all’idea di lasciare la macchina in divieto di sosta, c’è chi su Slashdot si chiede invece quanto tempo occorrerà per craccare il sistema . I nuovi parcometri intelligenti potrebbero trasformarsi in una formidabile comodità per i più dotati dei cittadini tecnologici di San Francisco: se trovassero il modo di bucare il giochino di controllo, potrebbero riuscire a gestire i parcheggi a proprio piacimento. Per non parlare di cosa accadrebbe se qualcuno trovasse il modo di utilizzare la rete wireless dei sensori, magari per agganciarvi qualcosa di diverso, o per dar vita ad un mesh network di nuova concezione dagli effetti oggi imperscrutabili.

controllare il traffico Ma le critiche sono composite: c’è chi ritiene che si tratti di un grosso investimento per una tecnologia sostanzialmente vecchia , chi invece ricorda paesi come il Giappone, dove vi sono sistemi che agevolano l’individuazione dei parcheggi in modo più discreto ed economico. E se c’è chi ricorda di aver girato a San Francisco in automobile senza individuare un solo parcheggio disponibile, a pagamento o meno, c’è anche chi sottolinea come il problema non sia tanto trovare i parcheggi, perché trovarli non è arduo, quanto invece trovarli vuoti, disponibili, ospitali.

L’amministrazione non si fa intimidire e procede sulla sua via. SFPark è d’altro canto solo una piccola pedina in un progetto da 95 milioni di dollari con cui in due anni si vogliono decongestionare le strade della città. Obiettivo troppo goloso per poter andare a male a causa dei pessimismi di rito di annoiati commentatori web.

fonti immagini qui e qui

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Pubblicato il
14 lug 2008
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