Roma – I sostenitori della pratica della misurazione della temperatura come via al contenimento del contagio da SARS hanno trovato una nuova arma, che punta alla rilevazione da remoto di un eventuale rialzo febbrile che fosse presente negli individui che vengono sottoposti al dispositivo, come i passeggeri degli areoporti.
Questo, almeno, è quello che sostengono gli esperti di WinSoft e di Indigo Systems che hanno realizzato il sistema di screening veloce e… discreto.
Il sistema ThermaSense, hanno spiegato, punta alla scansione veloce del volto dei passeggeri con una telecamera ad infrarossi che sarebbe capace di offrire ad un software specializzato di ricezione delle immagini prodotte, ThermaVu, i dati necessari ad analizzare le facce e stabilire se nell’individuo vi sono tracce di una alterazione termica. Come noto, soprattutto in Asia vi sono compagnie aeree che non consentono il volo a chi facesse registrare una temperatura superiore ai 37,5 gradi.
Secondo Indigo, infatti, qualora la temperatura di una persona superi un livello prestabilito, per esempio 37 o 38 gradi, il sistema invia un allarme. In questo modo gli operatori aeroportuali, secondo Indigo, possono studiare più da vicino i singoli casi, velocizzando le operazioni di controllo.