I sostenitori USA dello sblocco di cellulari e altri dispositivi mobile conquistano un nuovo, inaspettato alleato nell’Amministrazione Obama, coinvolta nella vicenda da una petizione seguita alla dichiarata illegalità della pratica di sblocco decisa dalla Biblioteca del Congresso qualche settimana fa.
Nello specifico, la Casa Bianca fa riferimento specifico alla petizione che ha raccolto più di 114mila firme, superando il limite fissato dalla Casa Bianca per stabilire la legittimità della richiesta e attivare gli esperti del Governo sulla questione. Gli esperti si sono riuniti, hanno discusso e hanno stabilito che sì, lo sblocco degli smartphone dovrebbe essere legale e chi lo mette in pratica non dovrebbe rischiare di infrangere alcuna legge. Si parla, però, esclusivamente di blocco su uno specifico operatore, sebbene spesso le questioni di sblocco delle limitazioni contrattuali di vincolo e della limitazione nell’accesso a marketplace software differenti da quello “imposto” dalla casa vadano a braccetto.
Scrive R. David Edelman per conto dell’Amministrazione Obama: “Noi crediamo che lo stesso principio andrebbe applicato ai tablet, sempre più simili agli smartphone”. E se l’utente ha pagato per il proprio gadget mobile e non ci sono vincoli di utilizzo o abbonamento, continua Edelman, allora dovrebbe essere in grado di usarlo su qualsiasi network cellulare egli preferisca.
Il cambio di operatore (anche il Jailbreak? sempre di utilizzo libero del proprio device si tratta) andrebbe legalizzato, concede la Casa Bianca, ma “come” tale legalizzazione vada raggiunta è un problema complicato da risolvere: Edelman chiama in causa l’intervento della Library of Congress seguito alla petizione degli utenti, un intervento che descrive il DMCA e la scelta di “eccezioni” annuali alla regola dell’inviolabilità delle protezioni e restrizioni come un processo rigido e imperfetto nel caso dei dispositivi per le telecomunicazioni. Ma, da parte sua, la Biblioteca del Congresso ha già chiarito la propria posizione sulla faccenda: si tratta di una mera questione tecnica, e il suo compito è solo di applicare le regole. In altre parole: se il Governo cambia le regole, la Biblioteca farà la sua parte.
La Casa Bianca evoca dunque alcuni approccio attraverso i quali poter legalizzare lo sblocco, inclusi “aggiustamenti legislativi limitati” e un coinvolgimento diretto della Federal Communications Commission (FCC). Improbabile, viste le intenzioni testé dichiarate, che l’Amministrazione statunitense decida di porre un freno alle conseguenze sempre più stringenti del DMCA e a quello che la EFF definisce come un “ufficiale non eletto in carico della regolamentazione dei dispositivi personali”.
Alfonso Maruccia