SCO: usi Linux? Ecco il conto

SCO: usi Linux? Ecco il conto

Dopo aver varato le licenze per l'uso di Linux, SCO ne sollecita l'acquisto da parte degli utenti commerciali del Pinguino. L'azienda inizierà a spedire fatture alle aziende più attive nello sviluppo di Linux
Dopo aver varato le licenze per l'uso di Linux, SCO ne sollecita l'acquisto da parte degli utenti commerciali del Pinguino. L'azienda inizierà a spedire fatture alle aziende più attive nello sviluppo di Linux


Roma – Manca ancora più di un anno e mezzo alla data della prima udienza che aprirà il processo SCO-IBM , procedimento che si annuncia lungo. Ma SCO non sembra intenzionata ad aspettarne la conclusione prima di chiedere alle aziende di acquistare la licenze d’uso di Linux .

Nel tentativo di persuadere il maggior numero di utenti commerciali di Linux a “mettersi in regola”, SCO si è detta pronta ad assumere una posizione maggiormente attiva e a spedire “il conto a casa” ad alcune delle società che notoriamente sviluppano, vendono e/o usano Linux.

SCO sostiene che la sua fattura , mirata a sollecitare l’acquisto della licenza di Linux, verrà inviata solo a quelle aziende di cui gli avvocati di SCO abbiano attentamente analizzato le attività di business: le aziende più grandi, come HP o Dell, o quelle maggiormente coinvolte nello sviluppo di Linux, come Red Hat e altri grossi distributori, potrebbero essere i primi destinatari della richiesta di pagamento di SCO.

Quella di SCO è una mossa strategica e non certo una boutade, se non altro perché è un modo per avvertire certi big che, se non pagheranno, saranno i primi ad essere trascinati in tribunale.

Michael Dell, CEO e fondatore dell’omonimo gigante dei PC, ha affermato di non avere alcuna intenzione di rivelare a SCO – i cui segugi sono già all’opera – i nomi dei clienti che utilizzano i propri sistemi Linux. Dell ha poi detto di aver notato una certa flessione nella vendita di server Linux fra le grosse realtà aziendali, forse sintomo che le minacce legali di SCO, almeno in qualche caso, sono andate a segno.

Lo scorso agosto SCO ha fissato il prezzo della licenza per Linux a 699 dollari, una cifra il cui pagamento è previsto per ogni processore contenuto all’interno di un server su cui giri Linux 2.4 o superiore. Dopo il 15 ottobre il costo della licenza raddoppierà.

Sebbene alcune società di analisi, fra cui il Gartner , abbiano invitato gli utenti commerciali di Linux a prendere sul serio le minacce di SCO e ad aprire un dialogo con quest’ultima, i difensori di Linux ribadiscono come sia assurdo, da parte di SCO, pretendere soldi sulla base di asserzioni e prima ancora che il tribunale abbia verificato le prove ed emesso un verdetto.

Nel frattempo SCO, sulla scia delle controdenunce presentate recentemente da Red Hat e IBM , ha deciso di attaccare la licenza GPL e di dimostrare – eventualmente davanti ad una corte – che le sue clausole, oltre a non poter scavalcare le leggi in materia di copyright, non hanno alcun valore legale.

Se possibile, la temperatura è salita ulteriormente.

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Pubblicato il
4 set 2003
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