Se i motori di ricerca spacciano farmaci

Se i motori di ricerca spacciano farmaci

Architettato un meccanismo fraudolento per l'inserimento di termini a sfondo medico all'interno di siti istituzionali o noti. I search engine procederebbero all'indicizzazione delle farmacie illecite perché ritenute affidabili
Architettato un meccanismo fraudolento per l'inserimento di termini a sfondo medico all'interno di siti istituzionali o noti. I search engine procederebbero all'indicizzazione delle farmacie illecite perché ritenute affidabili

“Esiste una rete di professionisti che lavora per attrarre quanti più utenti possibili verso le farmacie online. E tutto ciò non più tramite spamming, ormai facilmente filtrabile, ma attraverso la manipolazione dei risultati delle ricerche effettuate sul web”. Così Domenico Di Giorgio, coordinatore dell’unità di prevenzione contraffazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), recentemente intervenuto nel corso di un expert workshop tenutosi a Roma.

Una rete di cracker, dunque, che avrebbe architettato un meccanismo fraudolento per l’inserimento di termini specifici all’interno di siti web istituzionali, con l’obiettivo di ingannare i vari motori di ricerca. Search engine come Google e Yahoo! permetterebbero così l’indicizzazione di alcuni tra i principali portali specializzati nella vendita illecita di prodotti farmaceutici, ritenuti affidabili perché agganciati a siti noti .

L’organizzazione criminosa riuscirebbe in pratica ad infiltrarsi nei siti ritenuti più affidabili , “come quelli di università, organizzazioni ufficiali o personaggi politici, nascondendo in realtà farmacie dormienti”. Questi stessi rivenditori illeciti andrebbero poi a spacciare non soltanto i classici prodotti contro le disfunzioni erettili, ma anche integratori e prodotti per dimagrire, alcuni nemmeno classificabili come medicinali.

Di Giorgio ha comunque sottolineato come in Italia questo fenomeno sia dieci volte meno diffuso che in paesi come il Regno Unito , dove le farmacie online hanno piena validità legale e per questo sono potenzialmente sfruttabili dai rivenditori fraudolenti per trovare un comodo nascondiglio web. Nel Belpaese Internet si è tuttavia assestato tra le prime sedi per la rivendita illecita di medicinali, insieme ad altri luoghi fisici come le palestre e i sexy shop.

Il coordinatore di Aifa ha dunque annunciato interventi in due precise direzioni. Da un lato verranno monitorate le principali piattaforme social, dall’altro verrà stilata una speciale blacklist di siti specializzati nella vendita fraudolenta . “In particolare – ha concluso Di Giorgio – per avvertire il pubblico sui rischi sia economici che di salute legati all’acquisto di farmaci sul web, porteremo avanti campagne di informazione ad hoc”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
26 nov 2010
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