Sei anni di carcere per spam e scam

Sei anni di carcere per spam e scam

Utilizzava qualsiasi strategia, scam, spam, phishing e ricatti informatici per ottenere soldi. E ci è riuscito, racimolando una ragguardevole fortuna. Ma uscirà dalla galera solo a 30 anni
Utilizzava qualsiasi strategia, scam, spam, phishing e ricatti informatici per ottenere soldi. E ci è riuscito, racimolando una ragguardevole fortuna. Ma uscirà dalla galera solo a 30 anni


Saint Neots – Peter Francis-Macrae è un ragazzo inglese come tanti, almeno a vederlo in foto ma, a differenza della maggior parte dei propri coetanei, fino a poco tempo fa si dilettava in scam , mail bombing , ricatti telematici : un coacervo di attività che lo hanno messo nei guai .

Stando alle autorità che hanno inseguito e infine individuato il giovane britannico, lo spammer 23enne sarebbe riuscito a raccogliere qualcosa come 2 milioni di euro spippolando tranquillamente dal PC della sua cameretta.

A nulla è valsa in tribunale la difesa del giovane, che si è detto assediato dalla noia che pervaderebbe le strade della “più grande città del Cambridgeshire”, come è stata definita Saint Neots: per le sue malefatte il giovane Peter è stato condannato a sei anni di reclusione .

Questo verdetto si deve ad una serie di gravi capi di imputazione, che comprendono minacce di danneggiamento della proprietà, commercio fraudolento e occultamento di prove. Il tutto condito dal tentativo di smerciare indirizzi mail e domini che non gli appartenevano. Le vittime che hanno partecipato al processo hanno confermato i numerosi mail bombing , realizzati per rendere inutilizzabili i server di chi non voleva pagare “riscatti” al giovane. A denunciare lo spammer è stato inizialmente Nominet , l’ente inglese preposto alla gestione dei domini: anche in quel caso Francis-Macrae reagì minacciando di rendere inoperativi anche i server dell’azienda.

Secondo gli inquirenti Francis-Macrae con lo scam riusciva a guadagnare anche 146 mila euro la settimana. Di questi, 41 mila sono stati spesi in vestiti di marca e in un corso per imparare a pilotare l’elicottero. Al giudice Nicholas Coleman, comunque, il giovane non ha voluto rivelare dove fossero nascosti i soldi rimanenti – calcolati in circa 623 mila euro – per timore che la polizia se ne appropriasse. Un professionista, insomma, se si pensa che David Levi, l’ultimo inglese condannato a quattro anni per phishing , aveva racimolato solo 290 mila euro, un’inezia…

Dario d’Elia

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Pubblicato il
18 nov 2005
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