Sentenza pesante per un virus writer spagnolo

Sentenza pesante per un virus writer spagnolo

18 mesi di carcere e 1,3 milioni di euro, questa la pena che è stata comminata all'autore di un worm e di alcuni attacchi DDoS che tra il 2002 e il 2003 hanno colpito sistemi usati da milioni di utenti
18 mesi di carcere e 1,3 milioni di euro, questa la pena che è stata comminata all'autore di un worm e di alcuni attacchi DDoS che tra il 2002 e il 2003 hanno colpito sistemi usati da milioni di utenti


Madrid – I media spagnoli ne parlano come del primo caso del genere in Spagna: di certo la sentenza piovuta sul capo del 26enne Santiago Garrido, meglio noto come “Mike25” o “Ronnie”, sta sollevando attenzione in tutto il Mondo. I magistrati ispanici lo hanno infatti condannato a 18 mesi di carcere e ad un rimborso danni di 1,3 milioni di euro .

La pesantezza della sentenza si deve alle azioni che Garrido ha condotto online tra il 2002 e il 2003. L’uomo, bannato dalle reti di un celebre fornitore di servizi spagnolo, IRC-Hispano , pare avesse deciso di vendicarsi. Per farlo ha modificato il worm deloder in modo tale che, una volta infettati, i sistemi colpiti “sparassero” pacchetti contro una serie di server Internet, dando vita ad un attacco denial-of-service distribuito (DDoS).

Tutto questo nel dicembre del 2002: cinque mesi più tardi Garrido sarebbe ricorso ad una nuova variante del worm per aggredire le reti di una serie di provider, tra cui Wanadoo, LleidaNet e ONO, finendo per impedire o ostacolare l’accesso e l’uso di Internet ad un numero di utenti stimato in tre milioni .

Identificato e arrestato nei mesi successivi, è stato accusato e riconosciuto colpevole di danni a carico di sistemi informatici altrui , un reato per il quale gli è stata comminata la pena carceraria. La somma che dovrà invece pagare con i suoi futuri introiti è stata determinata in sede civile.

Sisco Sapena, presidente di IRC-Hispano, si è detto soddisfatto della sentenza, definendola “un precedente per perseguire questo genere di delitti che fino ad ora erano rimasti impuniti. Dopo questa sentenza, le imprese, le associazioni e gli utenti in generale si sentono più protetti contro i crimini informatici, contro un genere di azioni illegali che producono danni e causano forti perdite economiche nonché impediscono agli utenti l’uso di Internet”.

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Pubblicato il
9 feb 2006
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