Sex.com, i domini non si possono rubare

Sex.com, i domini non si possono rubare

Poiché non sono proprietà, se qualcuno sottrae astutamente il dominio a qualcun altro non si può parlare di furto. Il caso, clamoroso, del porno-dominio più ambito
Poiché non sono proprietà, se qualcuno sottrae astutamente il dominio a qualcun altro non si può parlare di furto. Il caso, clamoroso, del porno-dominio più ambito


San Francisco (USA) – Con una lettera ingannevole inviata a Network Solutions, quattro anni fa Steven Cohen è riuscito a farsi trasferire il dominio sex.com registrato in origine da Gary Kremen. Kremen ha immediatamente denunciato e fatto ricorso contro Cohen e contro Network Solutions, vari procedimenti sono stati aperti e nelle scorse ore è stato stabilito che quella “operazione” di Cohen non può essere considerata “un furto”.

Secondo quanto deciso dal tribunale distrettuale americano che ha giudicato la questione, il dominio sex.com non è stato rubato in quanto non costituisce una proprietà. Stando al giudice, il dominio “è come un indirizzo, meglio, un numero di telefono”. E come tale non è passibile di “furto”.

Cohen, dicono ora gli esperti, potrebbe forse essere accusato di aver frodato Network Solutions dopo essersi spacciato per qualcuno autorizzato a domandare un trasferimento che non poteva chiedere. Kremen avrebbe voluto riavere il dominio nonché decine di milioni di dollari di compensazione per i quattro anni in cui sex.com è stato gestito da Cohen e dal suo florido impero pornografico.

Il tribunale ha comunque accettato di esaminare una ulteriore denuncia di Kremen secondo cui il comportamento di Cohen è stato scorretto e ha portato ad una violazione delle leggi californiane sulla concorrenza. Nei prossimi mesi si dovrebbe avere una decisione su questo fronte, destinato a influenzare l’intera giurisprudenza sui casi contestati di trasferimenti di dominio.

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Pubblicato il
28 ago 2000
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