Sgominata banda di cracker italiani

Sgominata banda di cracker italiani

In collaborazione con la polizia americana la Guardia di Finanza ha denunciato 14 persone, 4 minorenni, delle crew cracker Reservoir Dogs e Mentor. Craccavano siti, smart card, server istituzionali, imprese
In collaborazione con la polizia americana la Guardia di Finanza ha denunciato 14 persone, 4 minorenni, delle crew cracker Reservoir Dogs e Mentor. Craccavano siti, smart card, server istituzionali, imprese

Roma – Un’operazione condotta nel giro di poche ore in molte regioni italiane ha portato alla denuncia di 14 persone da parte della Guardia di Finanza, tra loro anche 4 minorenni. I 14 secondo le accuse appartengono a due crew cracker, Reservoir Dogs e Mentor, dedite ad una pletora di diverse attività informatiche ai danni di imprese, enti e istituzioni.

Le indagini della Guardia di Finanza sono scaturite da alcune segnalazioni della polizia americana perché tra le azioni compiute dai due gruppi vi sarebbero intrusioni in server della NASA, dell’Esercito e della Marina statuitensi. Sui computer dei cracker sono addirittura stati individuati file classificati prelevati da queste istituzioni, segno evidentemente della capacità dei cracker di addentrarsi decisamente anche in sistemi che sulla carta sono tra i più protetti del mondo.

Le Fiamme Gialle, coordinate dal pm di Torino Cesare Parodi, hanno definito alcuni dei denunciati veri e propri doppiogiochisti. “Di giorno – hanno spiegato i responsabili dell’operazione di polizia – erano ingegneri e operatori della sicurezza al servizio delle imprese, di notte agivano per sottrarre loro materiale ed entrare nei loro sistemi”. A quanto pare, infatti, oltre ai 4 minorenni nel gruppo vi erano un security manager di un provider italiano molto noto, di cui non è però stato fatto il nome, nonché una serie di esperti di sicurezza e consulenti di imprese del settore.

“In alcuni casi – si legge in una nota inviata a PI dalla Guardia di Finanza – gli attacchi sono partiti proprio dai computer di ignari clienti di questi consulenti, utilizzati come ?teste di ponte?. In altre circostanze, i sistemi di sicurezza installati nelle reti di aziende e privati nascondevano, in realtà, delle ?backdoor? a disposizione dei cracker per sferrare gli attacchi”. Altri sono considerati “vicini” agli ambienti dei centri sociali.

Manifesto dei Reservoir Dogs Tra le attività di cui sono accusati quella di clonazione di carte di credito, con cui venivano effettuati anche acquisti online, nonché la riproduzione delle nuove smart card satellitari di Tele+ e Stream dopo la decodifica del sistema di protezione. I materiali sequestrati comprendono anche numerosissimi DVD pirata, alcuni dei quali contenenti titoli da poco usciti nelle sale, come “Spiderman”. “I file con questi film – ha spiegato la GdF – venivano normalmente nascosti sui computer delle Università, utilizzati come veri e propri depositi virtuali”.

Punto Informatico aveva segnalato l’incursione dei Reservoir Dogs nel sito del CEPU ma in Italia pare che gli obiettivi delle due crew abbiano compreso anche i siti e i server del CNR, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Bologna e di altri enti e istituzioni.

Gli indagati rischiano ciascuno un massimo di 8 anni di carcere.

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Pubblicato il 2 ago 2002
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