Si aprono spiragli per la VoIP flat di Telecom

Si aprono spiragli per la VoIP flat di Telecom

I provider dicono: Telecom Italia ha deciso di fissare una riunione con noi per affrontare la questione. Ha contribuito alla svolta, forse, l'articolo di due giorni fa su Punto Informatico
I provider dicono: Telecom Italia ha deciso di fissare una riunione con noi per affrontare la questione. Ha contribuito alla svolta, forse, l'articolo di due giorni fa su Punto Informatico


Roma – Evolve la questione dell’offerta VoIP flat, di cui ha parlato in esclusiva Punto Informatico due giorni fa. Ora c’è una prima mano tesa da parte di Telecom Italia ai provider. A segnalarlo a PI è Stefano Quintarelli, presidente di AIIP (l’associazione dei principali provider italiani), che spiega: “oggi sono stato contattato da un responsabile di Telecom, che si è detto disposto a un incontro, credo nei prossimi giorni, per ascoltare le nostre ragioni sulla questione Alice Mia Voce”. Sulla quale, come segnalato sono numerose le rimostranze espresse dai provider: la definiscono, in una parola, anticoncorrenziale.

AIIP aveva mandato a Telecom una diffida, a riguardo, di cui ora si discuterà in riunione; però la diffida risale a circa un mese fa: curiosa coincidenza vuole che la situazione si sia sbloccata proprio due giorni dopo l’uscita dell’ articolo di Punto Informatico. Avrà contribuito a convincere Telecom ad agire? “È probabile”, dice Quintarelli.

Che cosa chiederanno i provider a Telecom durante la riunione? Soprattutto “di avere l’interoperabilità con i numeri di Alice Mia”. In soldoni, vogliono che i propri utenti VoIP possano chiamare via ADSL quei numeri aggiuntivi creati con Alice Mia.

È un nodo cruciale: “se non ci sarà interoperabiltà, tutti gli utenti VoIP potrebbero finire in mano a Telecom”, spiega Quintarelli. Perché? Per una combinazione di fattori. Telecom ha il 70 per cento del mercato ADSL. Alice Mia funziona soltanto su ADSL Telecom. I clienti Alice Mia si possono chiamare tra loro gratis, via ADSL (lo stesso accade tra utenti di altri operatori VoIP). Un utente VoIP di Squillo , Parla.it o Tiscali (per esempio) scoprirà presto che molti dei propri amici sono utenti di Alice Mia (vista la forza di mercato di Telecom nell’ADSL e il fatto che non si può avere Alice Mia senza Alice ADSL). Se non potrà chiamarli, mancando l’interoperabilità tra servizi, sarà tentato di passare ad Alice Mia, per finire quindi nel gruppo più folto di utenti che possono chiamarsi tra loro gratis. Conseguenza: abbandonerà il proprio operatore e passerà a Telecom sia per il VoIP sia per l’ADSL. In più, abbandonerà eventuali propositi di disdire la linea di Telecom e di passare a Wind o a Fastweb ; o di chiamare solo con cellulare o tramite VoIP su linea aggiuntiva . Alice Mia e Alice ADSL non possono vivere, infatti, senza contratto di linea fissa Telecom. Nasce un circolo vizioso (per i concorrenti) e virtuoso (per Telecom).


I due fattori si influenzerebbero a vicenda, infatti: il pubblico di Alice Mia diventerebbe sempre più folto e per gli utenti ci sarebbero sempre meno motivi per abbonarsi a operatori alternativi. Senza l’interoperabilità dei servizi, Telecom potrebbe prendere tanti piccioni con una fava: dominare il mercato VoIP, rafforzare la propria supremazia in quello dell’ADSL e della telefonia fissa tradizionale. Il rovescio della medaglia è che perderebbe un po’ di entrate se gli utenti prendessero a chiamarsi tramite VoIP invece che con la rete normale; però riuscirebbe così a salvaguardare i canoni riscossi per la manutenzione della linea, che sono una parte consistente dei ricavi totali. Il che non è male, soprattutto visto che il mercato voce su fisso è in saturazione, con margini di profitto in costante declino, come denunciato dal bilancio trimestrale di Telecom pubblicato a maggio.

Problemi e rischi noti ai provider, che infatti “già da tempo hanno chiesto a Telecom di concedere l’interoperabilità VoIP. Ci hanno risposto che possiamo farlo passando dalla rete telefonica pubblica, invece che su IP. È come se un nostro utente per mandare una mail a un loro utente, dovesse passare da un fax. Antieconomico, ingiustificato dal punto di vista tecnologico e limitativo dell’innovazione (videochiamate, instant messaging, file transfer eccetera)”.

Secondo AIIP, il caso di Alice Mia Voce è l’ultimo di una serie di vicende incentrate sul VoIP, nelle quali “Telecom Italia ha sempre prima accelerato e poi fatto brusche frenate”, racconta Quintarelli.

Primo esempio: “l’anno scorso Telecom ha accelerato portando sul mercato il telefono di Alice; come AIIP abbiamo chiesto a Telecom di consentire ai nostri associati di interoperare. Il risultato è stato che piuttosto di cooperare, Telecom ha frenato preferendo ritirare l’offerta dal mercato”.
Secondo: “a dicembre ci ha detto che le linee “DSL solo Dati” (che sono l’intelaiatura su cui si poggia la VoIP) non le avrebbero più fornite. Più che una frenata, una retromarcia. A gennaio ci hanno detto “ci siamo espressi male, continuiamo a darle” (forse, perché sarebbe stato illegale)”. Opinione di AIIP è che “queste successive accelerazioni e frenate, da parte di un colosso come Telecom, generano confusione nel mercato e anche sfiducia nella tecnologia, come ci riportano dei clienti di alcuni associati. E’ un peccato perché con questo comportamento ondivago non si favorisce l’innovazione tecnologica in Italia”.

Alessandro Longo

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Pubblicato il
19 mag 2005
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