Roma – Far dimenticare l’esistenza di un sito: questo lo scopo di un’operazione di “polizia Internet” che punta ad eliminare dalla rete i link che portano ad un certo sito, le cui pagine sono già oggetto di un “blocco” ordinato da un tribunale olandese. Il tutto coinvolgendo provider ed organizzazioni in più paesi in Europa e in nordAmerica.
Deutsche Bahn, il colosso tedesco dei treni, nei giorni scorsi ha chiesto ai motori di ricerca di rimuovere ogni link o riferimento nei risultati delle ricerche al sito del magazine di estrema sinistra dei Radikal, un sito che è però già stato bloccato dal provider olandese XS4ALL su richiesta specifica di un tribunale, ad anni di distanza dalla pubblicazione online del materiale.
Il motivo di tanto tribolare di Deutsche Bahn sta nel fatto che nel sito sarebbero contenute informazioni che consentirebbero di agire per sabotare le ferrovie, con l’indicazione dei metodi e degli strumenti del caso. Non solo, secondo Deutsche Bahn quei dati sarebbero stati utilizzati da un gruppo di anarchici l’anno scorso per distruggere una certa mole di materiali appartenenti alle ferrovie tedesche.
Ad ubbidire alle richieste di Deutsche Bahn sono stati sia Google che AltaVista , che hanno confermato di aver ricevuto una semplice email che parlava del problema e di aver deciso di conseguenza. Yahoo ha specificato di non avere quel sito nel suo database e che emergeva solo quale risultato tra quelli di Google inseriti in Yahoo per via della partnership tra le due aziende.
La questione ha però qualcosa di paradossale, come racconta proprio XS4ALL, che spiega come gli articoli sotto accusa sono stati pubblicati da Radikal nel 1996 e nel 1997 e sono dedicati ad illustrare come rallentare i convogli ferroviari recanti scorie nucleari. Convogli che, come noto, sono stati al centro di numerose iniziative degli ambientalisti.
XS4ALL spiega con chiarezza che quando ha chiesto, all’inizio di aprile, a Deutsche Bahn di far conoscere in che modo il sito fosse illegale secondo la legge olandese, le ferrovie tedesche hanno reagito con una denuncia. E c’è chi si chiede se la crociata di Deutsche Bahn possa davvero essere giustificata e se i motori che hanno rimosso i link non abbiano agito per eccesso di zelo…
Va anche detto che cercando “Radikal Magazine” su Google.com si ottiene un link diretto ad alcuni vecchi numeri del magazine “censurato”…