Sklyarov, l'odissea dell'hacker arrestato

Sklyarov, l'odissea dell'hacker arrestato

Adobe ne aveva chiesto l'arresto e poi ne ha chiesto il rilascio. Ma per l'hacker russo la via è in salita. L'FBI vuole processarlo
Adobe ne aveva chiesto l'arresto e poi ne ha chiesto il rilascio. Ma per l'hacker russo la via è in salita. L'FBI vuole processarlo

Washington (USA) – Si chiama “Liberate Sklyarov” il sito che si occupa della clamorosa storia dell’hacker russo, arrestato dall’FBI dopo una dimostrazione tenuta al DefCon, l’annuale meeting hacker tenuto la scorsa settimana negli Stati Uniti. Una storia che ha mobilitato moltissimi che dalla rete chiedono l’immediata scarcerazione dello smanettone russo. Ecco cosa è successo.

Dmitry Sklyarov ha 26 anni, due figli, ed è un russo esperto di cifratura che ha realizzato un software noto come AEBPR (Advanced eBook Processor) per conto dell’azienda russa per cui lavora, la Elcomsoft , azienda che dal proprio sito sta cercando di aiutare Sklyarov ad uscire rapidamente dal caos giudiziario in cui è finito.

L’AEBPR è un software che consente di formattare in pdf (portable document format) i file “sicuri” eBook di Adobe. Ma proprio Adobe, nonostante il fatto che AEBPR funzioni esclusivamente con gli eBook acquistati regolarmente e sia utilizzato dai non vedenti per leggere materiali altrimenti inaccessibili, ha denunciato Sklyarov ottenendo l’intervento dell’FBI che, su mandato dal Dipartimento della giustizia, il 17 luglio ha provveduto all’arresto.

L’accusa è di aver violato quanto previsto dal DMCA, la legge che negli USA regola il diritto d’autore e il copyright nell’era digitale. La stessa legge alla base dei più accesi dibattiti su Napster, file-sharing e contenuti online.

L’arresto di Sklyarov ha suscitato amplissime proteste (il sito Boycott Adobe è esplicativo) e l’intervento della Electronic Frontier Foundation (EFF). Due elementi che hanno indotto la Adobe a rilasciare un comunicato congiunto con la EFF nel quale chiede l’immediato rilascio del programmatore russo.

Cercando di salvare le apparenze, Adobe da un lato ha affermato che “procedere contro questa persona in questo caso non fa gli interessi di alcuna delle parti coinvolte” e dall’altro si è detta soddisfatta perché quel software non è più disponibile negli USA “e da quel punto di vista il DMCA ha funzionato”.

Ora il problema è che l’FBI non sembra aver alcuna intenzione di lasciar cadere, a sua volta, le accuse formulate contro il programmatore. Per questo la EFF sta incontrando l’accusa in queste ore sperando di ottenere il rilascio dell’uomo. A quanto pare, stando almeno a quanto dichiarato dalla EFF, il procuratore non ha finora manifestato alcuna intenzione di rilasciare Sklyarov.

Secondo alcuni osservatori il caso non si risolverà presto, anche perché il mandato di arresto è stato rilasciato da Robert Mueller, procuratore che presto potrebbe guidare l’FBI e che difficilmente mostrerà un volto “morbido” in questo momento. In più, il procuratore generale degli Stati Uniti, John Ashcroft, ha recentemente dichiarato che il Dipartimento della giustizia intende perseguire con ancora maggiore vigore chi viola i diritti di proprietà intellettuale.

La prossima mossa ai manifestanti, che oggi si riuniscono sotto il tribunale federale di San Francisco, per appoggiare Sklyarov.

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Pubblicato il
30 lug 2001
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