Sky tra blindature e monopolio

Sky tra blindature e monopolio

Ne parla a Punto Informatico l'azienda che ha reso famosi gli Sharer, sistemi che consentono di fruire appieno degli abbonamenti satellitari. Che a Sky non piacciono
Ne parla a Punto Informatico l'azienda che ha reso famosi gli Sharer, sistemi che consentono di fruire appieno degli abbonamenti satellitari. Che a Sky non piacciono


Roma – Non è facile la vita per i produttori italiani di tecnologie connesse alla televisione satellitare, oggi che Sky Italia ha intrapreso una strada che qualcuno definisce di blindatura tecnologica e che ha già portato ad un esposto da parte di Jepssen .

Strada in salita, dunque, anche per i produttori dei sistemi sharer, già noti nell’ambiente perché consentono di fruire in modo nuovo di un abbonamento satellitare e che, per questo, sono stati presentati a manifestazioni e fiere di settore, oltre ad essere recensiti in maniera molto lusinghiera sui giornali specializzati.

Ma perché prodotti come gli sharer, nati ai tempi di Tele+ e Stream, non piacciono a Sky Italia? Punto Informatico ne ha parlato con DB Tech la società che li ha creati depositando un regolare brevetto d’invenzione industriale. “Sky – viene spiegato – ha attuato una politica molto aggressiva nel mercato delle pay-tv. Oggi ha anche reso nota la determinazione di modificare lo standard di trasmissione via satellite, incidendo con logiche monopolistiche anche nell’ambito delle case di produzione di materiale satellitare”. Logiche che DBTech non nasconde colpiscano direttamente anche il proprio business. Come quanto accaduto con quelli che DBTech definisce “aggiornamenti illeciti ai decoder Goldbox” eseguiti da Sky e denunciati come tali anche dall’ Adiconsum .

“Tali aggiornamenti – spiega infatti l’azienda – hanno creato problemi ai nostri prodotti anche se esclusivamente su questi decoder GoldBox”. “I nostri prodotti – sottolinea ancora DBTech – non hanno mai sofferto di problemi sui decoder di tipo Common Interface, che evidentemente Sky non può manovrare, confermando l’ipotesi che si tratti di aggiornamenti al solo scopo di danneggiare i concorrenti con tutti i mezzi e fin dove possibile, facendo passare tale condotta come adozione di contromisure per combattere la pirateria”.

DBTech dedica agli sharer una sezione del proprio
sito
dove ne spiega il funzionamento.
Essenzialmente si tratta di apparecchi pensati per soddisfare la legittima esigenza, privata e domestica, di visionare o registrare più di un canale per volta. “Il successo di questi prodotti – spiega DB Tech – era dovuto alla possibilità di guardare un canale mentre se ne registrava un altro e, allo stesso tempo, poter consentire nella stessa abitazione ad un proprio familiare di guardarne un terzo”. Il tutto, come spiega la pagina dedicata, può funzionare soltanto con l’uso di una card SKY originale e può essere sfruttato legalmente soltanto tra le pareti di casa.
Ed è qui che è intervenuta Sky.

“Nell’ottobre 2003 – spiega infatti il produttore italiano a PI – Sky ha sferrato il suo primo attacco nei confronti dei nostri prodotti sharer, mediante una denuncia all’autorità giudiziaria, precludendo la legittima fruizione di un segnale in ambito domestico da parte degli acquirenti di tale prodotto”. Come se non bastasse, spiega DBTech, la “stampa ha rilanciato la notizia confondendo la produzione di dispositivi illeciti, quali le smart card clonate, con la produzione del nostro sistema sharer”, errore in cui è caduto anche Punto Informatico.

L’unica cosa che è accaduta, dunque, è che Sky ha presentato una denuncia ma DBTech non si era mai trovata indagata dagli organi di polizia o dall’autorità giudiziaria. Ma è bastata quella denuncia a rendere tutto più difficile agli abbonati che volessero utilizzare un sistema come gli sharer.

Se, secondo i produttori di decoder come Jepssen, Sky sta operando per togliere dal mercato i dispositivi di ricezione non propri, la logica secondo DBTech è la stessa anche negli apparati di sharing. “Sky – sottolinea DBTech – dopo aver ottenuto giudizialmente piazza pulita , avverso l’operato di strutture dello stato, immetterà – come preannunciato – un prodotto in diretta concorrenza con il dispositivo Sharer. E’ infatti noto che di recente stia promuovendo un servizio denominato Multivision, che offre la medesima funzione che veniva già assolta da un prodotto coperto da registrazione brevettuale e disponibile sul mercato fin da prima della nascita di Sky Italia”.

In tutto questo la DBTech si dice comunque serena e assolutamente certa della legittimità dei propri prodotti Sharer, assicurando: “Non ci arrenderemo mai alle logiche di monopolio che tentano anche di strumentalizzare la giustizia penale e le leggi dello stato. Contrasteremo con ogni mezzo lecito questa situazione senza precedenti che si è venuta a creare nel nostro paese, e che diversamente non farebbe sparire dal mercato solo prodotti utili come lo Sharer, ma demolirebbe ogni forma di commercio relativa ad apparati tecnologici per la fruizione della tv satellitare a pagamento. Una condotta lesiva nei confronti della libertà di mercato che inoltre produrrebbe il crollo di un economia fatta di migliaia di operatori e lavoratori, tra produttori, distributori e piccoli negozianti; oltre alla lesione dei diritti fondamentali dell’utente”.

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Pubblicato il 11 giu 2004
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