SMS, passano solo quelli approvati

SMS, passano solo quelli approvati

Può accadere negli USA che se un SMS non piace a qualcuno allora non passi. Neanche se ha uno scopo umanitario. Ci vogliono petizioni e iniziative popolari per riaprirgli la strada verso i cellulari degli utenti
Può accadere negli USA che se un SMS non piace a qualcuno allora non passi. Neanche se ha uno scopo umanitario. Ci vogliono petizioni e iniziative popolari per riaprirgli la strada verso i cellulari degli utenti

Roma – Negli Stati Uniti un consorzio di associazioni di consumatori sta pensando di sollecitare un intervento legislativo che chiarisca quanto controllo possano avere gli operatori cellulari su messaggi e servizi in transito sulle loro reti. C’è anche una petizione, pronta per essere presentata alla FCC, nella quale le associazioni sostengono che la Commission debba proibire agli operatori di bloccare gli SMS, qualunque sia il mittente .

Il consorzio, che comprende Public Knowledge , Free Press , Media Access Project , Consumers Union e la New America Foundation , precisa che per “qualunque SMS” si intende anche un messaggio proveniente da operatori concorrenti con quello del destinatario. “Gli operatori possono decidere – e lo fanno arbitrariamente – quali clienti servire e quale frasario ammettere nel testo dei messaggi, rifiutando di consegnare quelli ritenuti controversi o che contengono materiale in competizione con l’operatore stesso”, dice la petizione. “Questo tipo di discriminazione sarebbe impensabile nel mondo delle comunicazioni voce e altrettanto dovrebbe essere in quello dei messaggi”.

Lo scorso settembre, spiega il Washington Post , molte associazioni di consumatori hanno protestato per il rifiuto di Verizon Wireless di recapitare SMS provenienti da NARAL Pro-Choice America , un gruppo contro l’aborto. A seguito delle proteste, l’azienda ha immediatamente rimosso i filtri.
In un’altra simile circostanza si è trovata Rebtel , azienda che offre tariffe internazionali convenienti per chi chiama da cellulare. Rebtel ha lamentato che le sue proposte via SMS sono state “intercettate” e bloccate da diversi operatori, compresi Verizon e Alltel Wireless . Gli operatori, da parte loro, sostengono di essere autorizzati a impedire il transito a SMS provenienti dalla concorrenza con scopi commerciali.

Jeffrey Nelson, portavoce di Verizon, ha riferito che l’azienda ha commesso un errore nel fermare i messaggi di NARAL e dice che il problema è stato risolto nel giro di alcune ore. “Ma con Rebtel non abbiamo commesso alcun errore”, ha detto. “Non siamo obbligati a consentire a servizi che vogliono competere con noi di usare le nostre reti per farlo”.

Gigi Sohn, presidente di Public Knowledge, ha detto che assicurare il recapito dei messaggi di testo di qualunque genere è essenziale, ora che sono usati anche a fini di business e per scopi politici. “Gli SMS stanno diventando la telefonata del futuro e devono concedere libertà di parola”, ha detto Sohn in un’intervista. “(altrimenti, ndR) questa diventa censura corporate di bassa lega”.

La FCC si vede recapitare sulle scrivanie un nuovo capitolo di lamentele, volte a spingere la Commissione a prendere posizioni più decise circa il concetto di net neutrality , per impedire a qualunque provider di assegnare privilegi arbitrari al traffico sulle loro reti. Questioni che in altri modi toccano molti operatori, come testimonia la vicenda Comcast , ampiamente trattata da Punto Informatico . Ma anche la petizione di Vuze, operatore multimediale che ha visto compromessa la possibilità di fornire i propri contenuti ai clienti Comcast, perché “colpevole” di utilizzare BitTorrent come mezzo di distribuzione.

FCC, da parte sua, precisa che i provider (nel termine gli anglosassoni includono gli operatori telefonici, ndR) hanno il diritto di amministrare il traffico delle proprie reti, ma solo nella misura in cui tale attività non sia discriminante nei confronti di determinati fornitori di contenuti. E, in risposta all’ultima petizione, il Commissario FCC Michael J. Copps ha spiegato che queste circostanze evidenziano la necessità di regole più ferme, che abbiano la capacità di impedire alle aziende di adottare qualsiasi comportamento discriminatorio. “Ciò che ci dovremmo chiedere è quanto controllo del traffico avviene senza che se ne parli . È su questo che la FCC deve andare a fondo”, ha concluso.

Marco Valerio Principato

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Pubblicato il
12 dic 2007
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