In questi giorni ho avuto modo di aggiornare il mio MacBook Pro 15″ con Snow Leopard , e testare il nuovo sistema di Apple nelle normali condizioni di utilizzo in ambito “consumer”.
L’installazione (che ho eseguito come aggiornamento, senza formattare o ripulire nulla) ha richiesto circa 45 minuti, e a fine aggiornamento mi sono ritrovato con diversi GB liberi in più sul mio disco rigido. Il merito non è solo dell’ottimizzazione del codice, ma anche di alcuni pacchetti la cui installazione è diventata opzionale, nonché della diversa modalità di conteggio dei GB adottata da Snow Leopard: in passato Apple ha sempre misurato lo spazio su disco utilizzando il sistema a base binaria, per cui 1MB non è dato da 1000 byte, ma 1024 byte (ovvero 2^10). Con Snow Leopard è passata invece alla base decimale, uniformandosi a tutti gli altri produttori: in questo modo si eviteranno anche le perplessità di chi, comprando un Mac con disco da 250GB, non capisce perché il sistema gli dice che il suo disco è di soli 232GB…
Al di là di questo, il primo impatto con il nuovo sistema è sicuramente quello estetico, e qui non si notano grosse differenze rispetto al predecessore, anche se sono state realizzate alcune migliorie. Il colpo d’occhio dà una sensazione di migliore leggibilità (dovuta forse ad un nuovo algoritmo di anti-aliasing, o a leggere differenze cromatiche, visto che la gamma di default è passata da 1,8 a 2,2), ma oltre a questo sono stati perfezionati numerosi dettagli: per esempio i menù del dock diventano scuri e semitrasparenti, e le icone delle finestre possono essere ingrandite fino alla dimensione di 512×512 pixel.
Estetica a parte, l’interfaccia di Snow Leopard introduce nelle funzioni preesistenti delle nuove possibilità molto comode. Le “pile” nel dock per esempio sono navigabili anche nelle sottocartelle, il che le rende decisamente più usabili rispetto a prima. Alcune preferenze di sistema, come le abbreviazioni da tastiera, sono state riorganizzate in maniera più ordinata, e anche la gestione di stampanti e scanner offre un maggior numero di opzioni. Il menù dei servizi (che consente di richiamare alcune azioni di un’applicazione mentre se ne sta usando un’altra) è diventato finalmente funzionante al 100 per cento, il che significa, per esempio, che da Safari posso selezionare una riga di testo e creare direttamente un promemoria, o inviarla via email.
Il già ottimo Exposé , oltre a mostrare le finestre in maniera più ordinata, ora può essere attivato direttamente dal Dock per le finestre delle singole applicazioni. Inoltre, per chi come me ha un portatile non di ultima generazione, sarà una gradita sorpresa scoprire che Snow Leopard rende disponibile le gestures a quattro dita sul trackpad (purché supportate dall’hardware), utilizzate per richiamare Exposé o per cambiare applicazione. Restando in tema di trackpad, un’ulteriore novità è la possibilità di scrivere in cinese (per chi lo conosce), senza utilizzare la trascrizione fonetica, ma ” disegnando ” gli ideogrammi direttamente sul trackpad.

Ma veniamo all’aspetto più importante di Snow Leopard: le prestazioni. Un codice più snello è anche più performante, e lo si nota da subito: il Finder è molto più reattivo, e anche operazioni pesanti come scorrere migliaia immagini (o centinaia di filmati) in modalità coverflow da una cartella smart (cioé una cartella il cui contenuto “dinamico” e determinato da una serie di criteri di ricerca), è un’operazione che viene eseguita senza la minima esitazione. Chi volesse entrare nel merito di test più rigorosi eseguiti su più macchine con cronometro alla mano, può trovare in rete diversi test di performance, come quelli eseguiti da MacWorld .
Altro aspetto importante di Snow Leopard è il pieno supporto ai 64 bit (che in alcuni casi è complice dell’incremento di prestazioni), anche se non tutte le applicazioni fornite a corredo del nuovo sistema sono realizzate in questa modalità. Limitandosi ai programmi più conosciuti ed utilizzati, Finder, Safari, Mail, iChat, iCal, Anteprima, e QuickTime Player sono a 64 bit; iTunes, Front Row, e DVD Player sono rimasti invece a 32. È probabile che arrivino presto degli aggiornamenti anche per queste applicazioni, in particolare per iTunes, per il quale si aspetta la nuova release in occasione dell’evento del 9 settembre; gli altri update potrebbero invece essere legati all’arrivo di nuovo hardware, magari con lettore Blu-Ray.
A proposito dei 64 bit, sono nate diverse polemiche sul fatto che Apple abbia deciso di far partire il kernel a 32 bit su quasi tutte le macchine. Al di là delle motivazioni tecniche legate ad eventuali problemi di incompatibilità (per esempio le estensioni del kernel scritte a 32 bit non funzionerebbero se il kernel si avviasse a 64 bit), sulle macchine dove questo può fare qualche differenza (come gli Xserve) l’avvio avviene a 64 bit, ma nelle altre situazioni non ci sono particolari vantaggi ad avviare il kernel a 64 bit (almeno finché non ci saranno macchine con più di 32GB di RAM), né particolari svantaggi partendo a 32 bit.
Le applicazioni scritte e compilate per sfruttare i 64 bit ottengono i benefici di questa architettura anche se il kernel gira a 32 bit. Chi non fosse convinto della cosa può scaricare un’ utility gratuita che consente di scegliere in che modalità avviare il kernel e fare i dovuti test con le applicazioni a 64 bit.
Tornando invece a parlare delle applicazioni fornite a corredo, ce ne sono un paio che, pur nella loro semplicità, sono state rinnovate in modo abbastanza radicale. Una è Anteprima, l’applicazione per visualizzare immagini e PDF, che nella sua nuova versione è molto più veloce ed offre diversi strumenti per modificare i documenti visualizzati.

La seconda è il nuovo QuickTime Player, che oltre ad avere un’interfaccia rinnovata è la prima applicazione Apple basata sulla nuova tecnologia QuickTime X . QuickTime X è una nuova implementazione del motore QuickTime che sfrutta tutte le altre tecnologie messe a punto da Apple (Core Audio, Core Video, Core Animation, Grand Central, elaborazione a 64 bit) per ottenere le massime prestazioni dall’hardware a disposizione, compresa la codifica H.264 della GPU. Sfruttando QuickTime X, il nuovo player consente non solo di riprodurre i filmati, ma anche di registrarli (dalla videocamera integrata, o da quello che è mostrato sullo schermo), tagliarli, e pubblicarli direttamente sulla propria galleria MobileMe o su YouTube.

Per quanto detto finora, sembrerebbe un aggiornamento da fare ad occhi chiusi senza la minima preoccupazione, soprattutto considerando il prezzo irrisorio di 29 Euro. In realtà i professionisti (che comunque difficilmente aggiornano un sistema con molta leggerezza) devono prendere le dovute precauzioni in relazione alle applicazioni che utilizzano: Adobe ha rilasciato una nota ufficiale che sconsiglia il passaggio a Snow Leopard per gli utenti della sua suite CS3, suggerendo il passaggio alla CS4 (che rimarrà l’unica release tra quelle finora commercializzate a garantire il supporto al nuovo sistema di Apple). Anche Nemetscheck ha annunciato che Vectorworks 2009 non è pienamente compatibile con Snow Leopard, sebbene l’azienda sia già al lavoro per rilasciare un aggiornamento gratuito (che dovrebbe arrivare entro fine anno).
Anche se non siete professionisti, ma utilizzate intensamente qualche applicazione particolare della quale non potete fare a meno, sarà meglio che vi assicuriate della piena compatibilità del vostro software con Snow Leopard. Oltre alla lista ufficiale delle applicazioni compatibili stilata di Apple (affiancata da una lista di periferiche supportate ), in Rete ne potete trovare altre che magari sono più complete.
Tirando le somme, Snow Leopard aggiunge poco o nulla a livello di nuove funzionalità nell’esperienza di utilizzo dell’utente, “limitandosi” a migliorare e perfezionare alcune caratteristiche già esistenti. Le vere novità stanno però sotto il cofano: il codice più snello e le nuove tecnologie mirate a sfruttare al meglio l’hardware a disposizione (Grand Central Dispatch, Open CL, 64 bit, QuickTime X) rendono il sistema e le applicazioni più performanti.
Pur essendo un perfezionamento del precedente sistema, Snow Leopard non rappresenta un punto di arrivo, ma un punto di partenza per una nuova fase di Apple, fase che idealmente è contraddistinta dall’abbandono definitivo del codice PPC. Questa fase porterà del nuovo software in grado di ottenere migliori prestazioni dall’hardware che abbiamo a disposizione, dai core che vanno moltiplicandosi, e dalle GPU sempre più potenti. Per esempio, pensando ai cambiamenti introdotti in un’applicazione banale come QuickTime Player grazie all’utilizzo di QuickTime X, mi aspetto grandi cose per le prossime versioni di iLife e iWork. Versioni che, guarda caso, seguendo la numerazione attuale e guardando all’anno in cui dovrebbero uscire (cioè il 2010), potrebbero chiamarsi iLife X e iWork X, in perfetta analogia con QuickTime X e Mac OS X.
Domenico Galimberti
blog puce72
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I principi sono un optional
SI i principi in questo periodo sono un optional.DebrisRe: I principi sono un optional
E allora, restiamo li a guardare ?EreticoRe: I principi sono un optional
No, rinfoltiamo ulteriormente le fila dei cantinari!vitello tonnatoRe: I principi sono un optional
- Scritto da: Eretico> E allora, restiamo li a guardare ?Perché, cosa pensi di poter fare? I più ricchi e potenti vinceranno, come è sempre stato, e gli altri dovranno adeguarsi.Get RealRe: I principi sono un optional
- Scritto da: Get Real> Perché, cosa pensi di poter fare? I più ricchi e> potenti vinceranno, come è sempre stato, e gli> altri dovranno> adeguarsi.Scusami ma è qualunquismo al 100%.Il mercato lo fanno i consumatori, sono loro che hanno in mano il potere.In questo campo probabilmente conta più cosa compri che chi voti.SonoIOGrazie
Come sempre l'articolo è chiaro, diretto e puntualmente argomentato.Grazie ancora.H5N1Re: Grazie
Quoto. Grazie grazie.b3tRe: Grazie
Condivido: GRANDEadvangecattiva distribuzione della ricchezza
Vorrei far notare che il problema della ridistribuzione della ricchezza non è limitato allo scambio di MP3 e serie TV: non mi sento affatto povero se non ho il diritto di scaricare tutto quello che vorrei dalla rete Torrent.Certo anche a me sembra paradossale dover pagare per un brano musicale costato poche ore di lavoro e registrato 40 anni fa.Sembra meno paradossale pagare per un videogioco molto recente come GTA IV, costato MIGLIAIA di ore di lavoro.Invece, l'ombra del Medioevo 2.0 si allunga a coprire le conoscenze vitali, come i brevetti su medicinali, piante, insomma conoscenze che creano davvero la FAME: queste sono le conoscenze che meritano di essere "liberate" dalle catene del copyright.Tuttavia, è ancora più grave che, rispetto a 40 anni fa, è peggiorata anche la distribuzione della ricchezza, sotto forma di aumento del costo della vita, aumento del costo dell'energia e aumento della differenza tra chi ha uno stipendio lauto e chi ne ha uno misero.Purtroppo, dovremmo riflettere anche su questo.BrightRe: cattiva distribuzione della ricchezza
- Scritto da: Bright> Certo anche a me sembra paradossale dover pagare> per un brano musicale costato poche ore di lavoro> e registrato 40 anni> fa.> Sembra meno paradossale pagare per un videogioco> molto recente come GTA IV, costato MIGLIAIA di> ore di> lavoro.Ma oltre a GTA IV ci sono anche una marea di giochi fatti per durare 10 ore al massimo.... e quelli sono veramente da cestinare...Invece ci sono giochi fatti per durare mesi se non anni, grazie ad esperienze online decisamente interessanti come i mmorpg.Concezioni di gioco diverse, ma a prova fatta molto redditizie.Come con i giochi si arriva a pagare il servizio, preferirei farlo con tutto, e pagare la qualità e la durata del servizio, invece che la pubblicità e l'effetti del momento.harveyRe: cattiva distribuzione della ricchezza
proprio come le enclosures hanno appropriato proprietà comuni e non solo accorpato i latifondi, i mmorpg sono stati inventati dagli hacker le cui MIGLIAIA di ore di lavoro (collettivo e cooperativo) sono state erogate gratuitamente, ma i cui risultati sono stati privatizzati dai noti rapaci. Gli esempi potrebbero fioccare .. per gli smemorati vale ricordare che la GPL nasce proprio per impedire che ciò che nasce gratuito diventi proprietario.Credo che la principale ragione per cui l'eloquenza di Cassandra si scontra con l'incomprensione dei suoi commensali sia l'ostacolo epistemologico rapprentato dalla fantasiosa convinzione che ciò che produciamo sia parto della nostra mente e del sudato lavoro delle nostre "braccia" elettroniche .. e non invece l'eterna rielaborazione di un patrimonio collettivo che dovrebbe restare pubblico e, dunque, giustamente, remunerato dal pubblico.etherodoxRe: cattiva distribuzione della ricchezza
Immagino ti riferisci ai MUD :PNei mmmorpg attuali oltre a un team che aggiorna costantemente il gioco con espansioni (spesso gratuite) ci sono dei fior fiori di server che fanno girare il tuttoInsomma, preferisco di gran lunga pagare 15 euro al mese per un gioco che mi coinvolge per mesi o anni, rispetto a un gioco che pago 50 euro e dopo una settimana lo cestino....L'idea che deve cambiare e' proprio non vendo a tanto la mia idea (gioco, cd, vilm, ecc ecc) ma ti vendo un servizio a meno ma ogni volta che lo usi (mmorpg, concerto, serie tv), in questo modo anche la qualità ne migliora, visto che per farti tornare devi essere soddisfatto, altrimenti guadagno molto menoharveyRe: cattiva distribuzione della ricchezza
> Gli esempi potrebbero fioccare .. per gli smemorati vale> ricordare che la GPL nasce proprio per impedire> che ciò che nasce gratuito diventi proprietario.E questo dovrebbe farci riflettere quando leggiamo in giro, e anche su questo forum, gente che se la prende con la GPL e sponsorizza le licenze BSD: la verità è che la GPL impedisce ai parassiti di mettere quei recinti per rubare un bene comune. La BSD, invece, è fatta proprio per questo: permettere a pochi parassiti di sfruttare il lavoro di tutti.Ora chiedetevi quali aziende sfruttano la BSD e quali hanno avversato in ogni modo la GPL; e riflettete (se vi è possibile).advangeRe: cattiva distribuzione della ricchezza
Completamente d'accordompalmier74Re: cattiva distribuzione della ricchezza
- Scritto da: Bright> Invece, l'ombra del Medioevo 2.0 si allunga a> coprire le conoscenze vitali, come i brevetti su> medicinali, piante, insomma conoscenze che creano> davvero la FAME: queste sono le conoscenze che> meritano di essere "liberate" dalle catene del> copyright.???Ogni anno che passa sono sempre di più i principi attivi con i brevetti scaduti che quindi possono essere prodotti a costi irrisori.Questo è un grande problema per le industrie farmaceutiche ma è anche la prova che il sistema funziona.1) Il brevetto permette alle aziende di rientrare dei costi di ricerca e di reggere gli oneri delle ricerche che non approdano a nulla (sono la maggiornaza)2) Dopo un certo tempo il brevetto scade e la molecola diventa patrimonio dell'umanità e tutti, anche quelli che non avrebbero mai potuto finanziarne la scoperta ne beneficiano.Fateci caso da quando hanno fatto la ridicola e demagocica campagna per l'annullamento dei brevetti sui medicinali contro l'Aids la ricerca in quel settore si è praticamente arrestata.Così sia i malati "ricchi" (che ne avrebbero beneficiato per primi) che quelli "poveri" (che ne avrebbero beneficiato dopo qualche anno) si attaccano allegramente al tram.Per quanto riguarda i brevetti sulle piante nessuno obbliga gli agricoltori ad usarle e infatti prende sempre più piede il naturale e biologico.> Tuttavia, è ancora più grave che, rispetto a 40> anni fa, è peggiorata anche la distribuzione> della ricchezza, sotto forma di aumento del costo> della vita, aumento del costo dell'energia e> aumento della differenza tra chi ha uno stipendio> lauto e chi ne ha uno> misero.Questo è vero, siamo arrivati ad esempio nel settore bancario a livelli ridicoli.Ma sarebbe ipocrita nascondere che cinesi, indiani e sudamericani stanno migliorando il loro livello di vita anche a spese nostre visto che costa molto meno comprare da loro (trasferendogli ricchezza) che produrre da noi (deindustrializzazione e dissoccupazione)> Purtroppo, dovremmo riflettere anche su questo.Eh già.SonoIORe: cattiva distribuzione della ricchezza
Chiarisco quello che intendevo sui brevetti di piante o medicinali: è giusto che il lavoro di ricerca sia remunerato, ma bisogna distinguere i prodotti innovativi dalla scoperta dell'acqua calda.Per fare un esempio, alcuni anni fa si sollevò un gran vespaio perché si brevettò una varietà di riso già largamente utilizzata in alcune zone dell'India. Invece che brevettare una nuova pianta, una ditta aveva selezionato una pianta esistente; iniziarono a girare voci che ci fosse l'intenzione di costringere gli agricoltori indiani a pagare le royalties per quella particolare varietà di riso, che essi piantano da secoli.Non credo che i brevetti vadano aboliti, ma il meccanismo che dovrebbe rifiutare le richieste di brevetto inaccettabili non funziona a dovere.Brightnon ho capito
Marco ma di quale cultura parli ? Rosichi perche' e' illegale scaricare il film degli x-men o l'album di lady gaga ?! (buon orecchio la ragazza, a proposito)Boh, da informatico non posso dire di avere difficolta' ad accedere alle informazioni che mi servono in questo settore.Da quando c'e' GNU/Linux, sento che faccio un buon affare quando investo il mio tempo nello studio di quale nuova soluzione open source:e' disponibile subito e senza ricattinon me lo togliera' mai nessunoe se agli sviluppatori parte la brocca, si puo' fare un fork.Ma che ti frega se i 'sotto zero' pubblicano sotto etichetta discografica per alzare del cash ?!IMO, loro producono il prodotto e loro decidono come venderlo.Dici che la casa discografica e' dispotica e ladrona ?E allora l'album te lo incidi da solo, se ti chiami Radiohead :)C'e' ottima musica sotto CC o freeware: teknomani breakcore, gruppi speed-death, terror ... :)Artisti che incidono perche' e' divertente.Ti suggerisco di passare piu' tempo su soulseek ('nicotine' su linux)e su freshmeat.nete meno tempo a pensare a come sarebbe migliore la cultura se fosse tutta open.Sei comunque un grande.Sinceri saluti, vado a godermi la serata :)popcronRe: non ho capito
Sai che esistono dei libri che (praticamente) non puoi leggere perché i proprietari dei diritti ritengono che non sia commercialmente conveniente tenerli a catalogo?gvfRe: non ho capito
- Scritto da: gvf> Sai che esistono dei libri che (praticamente) non> puoi leggere perché i proprietari dei diritti> ritengono che non sia commercialmente conveniente> tenerli a> catalogo?E musica che non si puo' eseguire in pubblico per lo stesso motivo, e poesie che non possono essere lette, quadri che non possono essere fotografati e diffusi... gli esempi possono continuare all'infinito.E, ciliegina sulla torta, il diritto d'autore concepito per dare finalmente ad un artista il giusto compenso sulle sue opere, è stato rapidamente pervertito in modo da massimizzare i profitti per i detentori dei diritti. Detentori che, salvo casi sempre più rari, non coincidono mai con chi le opere le crea.Insomma le opere rendono di più ai detentori dei diritti e (soprattutto) ai loro eredi, piuttosto che agli artisti stessi.E' una cosa che va cambiata, punto.GTGuybrushRe: non ho capito
- Scritto da: gvf> Sai che esistono dei libri che (praticamente) non> puoi leggere perché i proprietari dei diritti> ritengono che non sia commercialmente conveniente> tenerli a> catalogo?Qualche titolo? A me pare che la disponibilità fisica di libri sia quasi sterminata. E con la diffusione degli ebook che azzerano il costo di stampa non potrà che salire.Non capisco poi quale vantaggio avrebbe il detentore dei diritti a non venderli. E` il suo lavoro.SonoIORe: non ho capito
- Scritto da: SonoIO> > Qualche titolo? ...> Non capisco poi quale vantaggio avrebbe il> detentore dei diritti a non venderli. E` il suo> lavoro.per esempio: Alexander Key 'The incredible tide'da cui è stato tratto il manga "Conan" tradotto in italiano da un amatore e fuori catalogo da anni.http://hinomaru.megane.it/cartoni/Conan/main.htmlLo so io sono vecchio e sentimentale, e il libro non vale granchè, ma perché non lo rilasciano?LoGoNRe: non ho capito
Non so la situazione al momento, ma pochi anni fa libri anche recenti di Dan Simmons o William Gibson erano irreperibili. Ci sono quantità enormi di libri, anche di sucXXXXX, che non vengono più stampati.In linea generale i contratti di edizione durano massimo 20 vent'anni e spesso prevedono la risoluzione immediata in caso di mancata ristampa dopo l'esaurimento delle scorte. Ciò impedirebbe agli editori di "sequestrare" un'opera fino alla scadenza naturale dei diritti (70 anni dopo la morte dell'autore). Ma evidentemente non sempre ciò avviene...JosafatRe: non ho capito
per popcron: e se prima di goderti la serata, ti leggessi anche qualche libro forse non avresti difficoltà a capire un articolo di Cassandra.etherodoxRe: non ho capito
(troll)(troll1)(troll2)(troll3)(troll4)advangeRe: non ho capito
- Scritto da: popcron> Marco ma di quale cultura parli ? Rosichi perche'> e' illegale scaricare il film degli x-men o> l'album di lady gaga ?!QuotoeuthymosRe: non ho capito
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Meglio allora che lo abbia spiegato qui, signor Calamari, così ne ha beneficiato un maggior numero di persone.Condivido la sua analisi, ha colto appieno il nocciolo della questione.uno che passava di quiRe: "questo avrei dovuto spiegare alla cena"
- Scritto da: uno che passava di qui> Meglio allora che lo abbia spiegato qui, signor> Calamari, così ne ha beneficiato un maggior> numero di> persone.> Condivido la sua analisi, ha colto appieno il> nocciolo della> questione.Secondo me invece faceva meglio a spiegalo alla cena così il musicista gli avrebbe risposto e noi avremmo anche il punto di vista di uno che con la musica ci vuole campare e non solo di consumatori come siamo noi e l'autore.Ma fare monologhi senza neppure parteciapre alle discussioni collegate al suo articolo è sicuramente meno faticoso. Beppe Grillo docet.SonoIORe: "questo avrei dovuto spiegare alla cena"
(troll1)(troll)(troll1)(troll1)(troll1)advangeRe: "questo avrei dovuto spiegare alla cena"
> Secondo me invece faceva meglio a spiegalo alla> cena così il musicista gli avrebbe risposto e noi> avremmo anche il punto di vista di uno che con la> musica ci vuole campare e non solo di consumatori> come siamo noi e> l'autore.Ecco, per esempio. Ma forse l'utenza del forum non vuole questo. Siamo (mi ci metto anch'io) accecati da questo desiderio di non pagare un centesimo per le opere d'ingegno e ubriacati dalla fontana traboccante del filesharing da non accorgerci che la gente sulla quale Calamandri filosofeggia è gente che vive del proprio lavoro e ha bisogno di quel denaro come ne ha bisogno l'artigiano che realizza le ceramiche, solo che siccome la ceramica non si può copiare allora è giusto che si paghi, la musica invece no.Sono di un'altra generazione, ma guardo come mio padre prende in mano i vinili. Li ha pagati tutti dal primo all'ultimo e lui si spaccava la schiena dalla mattina alla sera per guadaganare il suo stipendio, eppure andava in un NEGOZIO DI DISCHI (non qualche iCrap Music Store con canzonette a 0.99), sceglieva religiosamente l'oggetto del suo desiderio e acquistava il bene desiderato in cambio di denaro , felice di ciò che faceva. Adesso piangiamo perché non possiamo scaricare l'ultimo CD di XXXXXXX dal mulo.-----------------------------------------------------------Modificato dall' autore il 07 settembre 2009 08.39-----------------------------------------------------------euthymosRe: "questo avrei dovuto spiegare alla cena"
- Scritto da: euthymos> Sono di un'altra generazione, ma guardo come mio> padre prende in mano i vinili. Li ha pagati tutti> dal primo all'ultimo e lui si spaccava la schiena> dalla mattina alla sera per guadaganare il suo> stipendio, eppure andava in un NEGOZIO DI> DISCHI (non qualche iCrap Music Store con> canzonette a 0.99), sceglieva religiosamente> l'oggetto del suo desiderio e acquistava il> bene desiderato in cambio di denaro , felice> di ciò che faceva. Adesso piangiamo perché non> possiamo scaricare l'ultimo CD di XXXXXXX dal> mulo.All'epoca di tuo padre il costo di riproduzione della musica non era praticamente nullo come è adesso, occorreva una casa editrice che stampasse il disco in vinile.Adesso si può ottenere una riproduzione di qualità migliore semplicementeduplicando un file digitale, ovvio che l'artista deve essere rimuneratoper il suo lavoro (così come i collaterali della produzione, lo studio, ecc...).Ma qual è il senso di rimunerare il distributore per un apporto pressoché nullo ? O anche acquistando il cd perchè il ricarico deve essere pari a quello che c'era sul vinile, visti i costi molto minori di produzione ?Rocco Pier LuigiRe: "questo avrei dovuto spiegare alla cena"
Non esiste un pasto gratis: per avere i soldi, occorre lavorare (in un modo o nell' altro); anche chi guadagna giocando in borsa fa un lavoro, perchè contribuisce (anche se in misura infinitesimale) a scegliere quali società devono svilupparsi, e quali devono essere ridimensionate. Chi intende investire i suoi soldi in qualcosa, e poi non fare nulla, aspettandosi una rendita continua, andrà incontro a delusioni: un tempo c' era gente che, per investire i suoi soldi, si comprava un campo, poi metteva un mezzadro che faceva tutto il lavoro, e pretendeva di passare due volte all' anno a ritirare la sua parte senza fare nient' altro, col risultato che alla fine gli amministratori gli rubavano tutto, il mezzadro rifiutava di lavorare, ed il sistema collassava; oggi c' è gente che pensa di investire comprando un alloggio ed affittandolo, per poi occuparsi solo di ritirare l' affitto, e poi scopre che l' inquilino magari non paga, che la casa ha bisogno di manutenzione, che deve pagare un mucchio di tasse, ed alla fine ci rimette.Il motivo è sempre lo stesso: i soldi servono per comprare risorse (cibo, vestiti, prestazioni lavorative) disponibili in quantità limitata: anche il denaro deve perciò essere disponibile in quantità limitata, così si realizza una sorta di "vendita all' asta" per assegnare le risorse (se non ce n' è per tutti, le offerte salgono finchè qualcuno non molla)I beni intellettuali (musica, film, software) sono invece duplicabili in modo illimitato (ed è inutile fingere che non sia così, usando DRM e copyright): potrei produrne un numero infinito di copie, ma la quantità di soldi che la gente ha non è infinita, quindi il valore della singola copia tende a zero.Gli editori vorrebbero comprare il prodotto dagli autori, e poi venderlo teoricamente con spese vicino a 0: in questo modo otterrebbero il "pasto gratis", un investimento che rende senza bisogno di fare nulla, peccato che non possa funzionare così: se vuoi i soldi, devi dare qualcosa in cambio (un supporto materiale, ad esempio, oppure una preselezione in cui includi solo i prodotti interessanti, come fanno le pay tv).Se gli editori si ostinano a lottare per salvaguardare quello che credono sia un loro privilegio, perderanno ancora più soldi, ed a guadagnare saranno solo i loro avvocati.angrosPiracy is not theft
Oltre al citato****Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno.Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.George Bernard Shaw****aggiungoPiracy is not theft: theft removes the original, piracy makes a copy.[img]http://www.rationalargumentator.com/art_bateman/Bateman_Piracy_Not_Theft.png[/img]NO copyrightRe: Piracy is not theft
Puoi continuare a ripeterlo fino a consumare la tastiera: chi è più ricco, importante e potente - e quindi migliore - di te ha deciso altrimenti.Prega che quel qualcuno o altri come lui non dichiarino che respirare è illegale, o dovrai morire di asfissia.Get RealRe: Piracy is not theft
> chi è più ricco, importante e potente - e quindi migliore - di teRitenere migliore per definizione chiunque sia più ricco, importante e potente dimostra un'autostima pari a zero...> Prega che quel qualcuno o altri come lui non dichiarino> che respirare è illegale, o dovrai morire di asfissia.Dittatori e oligarchi fanno SEMPRE una brutta fine.NO copyrightRe: Piracy is not theft
- Scritto da: NO copyright> Ritenere migliore per definizione chiunque sia> più ricco, importante e potente dimostra> un'autostima pari a> zero...> Nella società di oggi, che è anche quella di ieri, domani e del rimanente futuro dell'umanità, domina l'equazione avere=essere. O pensi che di fronte alla scelta tra salvare un senzatetto e un facoltoso uomo d'affari, qualunque ospedale sceglierebbe mai di salvare il senzatetto?> Dittatori e oligarchi fanno SEMPRE una brutta> fine.Solo quando un altro aspirante dittatore o oligarca ha abbastanza mezzi per spodestarli.Ma ora il mondo è uno, unificato, globalizzato: un pianeta sotto il denaro. Tutti coloro che hanno molto si stanno unendo, e noi saremo per sempre loro servi.Get Realnon sarei cosi' pessimista...
L'articolo è molto interessante e offre spunti di riflessione.Se ho ben capito la testi fondamentale è che l'eccessiva enfasi e difesa in termini legislativi e tecnici (DRM) della "Proprietà Intellettuale" potrebbe essere la causa di un <> in cui la < >.Io sono meno preoccupato delle tecniche e norme per la protezione della "Proprietà Intellettuale" in generale, mentre lo sono molto di più per tutte le iniziatie legislative relative ai brevetti industriali.In questo campo mi sembra sempre più evidente l'obiettivo, da parte di realtà industriali che hanno già una posizione dominante, di conservare il proprio stato brevettando idee per nulla originali al solo scopo di ostacolare l'ascesa di altre realtà concorrenti.In merito alla "Proprietà Intellettuale" intesa come strumento per la difesa di produzioni artistiche (musicali, letterarie etc.) sono meno pessimista in quanto questo tipo di produzioni non sono a mio avviso "monopolizzabili" perchè vengono prodotte da una multitudine di autori. E' vero che la distribuzione di queste opere è tuttora affidata a grosse realtà editoriali, ma ritengo che questa situazione non sia destinata a durare. Gli editori trattengono per se una grossa parte dei guadagni derivanti dalla commercializzazione di un'opera lasciando agli autori effettivi solo le briciole. Dopo l'avvento di Internet la funzione dell'editore nei confronti dell'autore dell'opera viene meno in quanto il web offre uno strumento di distribuzione molto più economico e comparabilmente efficace. L'interesse dell'autore sarà sempre quello di ottenere un compenso per la sua produzione artistica, ma il costo per l'utente finale sarà più basso.Infine, non è una tesi esposta nell'articolo, ma vorrei sottolineare che l'acXXXXX alla conoscenza non è mai stato totalmente gratuito, non credo lo sarà mai e neppure credo al "miracolo" della pubblicità come compensazione dei costi. Dietro la produzione di una inchiesta giornalistica ben documentata, di un brano musicale originale e ben arrangiato c'e' del tempo speso dalle persone che l'hanno prodotto. Questo tempo deve essere compensato. Con internet risparmieremo sui costi di produzione cartacea, di trasporto, di distribuzione al dettaglio, ma non si arriverà mai a risparmiare sul costo di produzione intellettuale dell'opera stessa. mpalmier74Re: non sarei cosi' pessimista...
Ottima riflessione mpalmier74.Anche io credo che dietro ad un lavoro o opera di ingegno che dir si voglia ci debba essere un compenso. Di fatto non è raro trovare siti web che chiedono donazioni per le loro spese. Ma senza entrare nello specifico credo che sia "la fonte" di guadagno che debba cambiare.Per esempio un sacco di pittori, per esporre e vendere i propri quadri, ha bisogno di uno spazio, comunque di visibilità. E anche se internet permette questo, di certo non è la stessa cosa che vedere un quadro dal vero, cos' per la musica. Penso alle band non famosissime, e penso al fatto che se avvessero più spazi per provare e esibirsi, probabilmente ricaverebbero qualche cosa in più. E non è certo colpa di internet se non guadagnano, visto che, chi ha memoria come me, sà benissimo che anche prima della Rete, le band non vedevano una lira. O sfondavi, o niente..Inutile quindi accusare la Rete per una colpa che (tutto sommato) non ha.Secondo me, invece, sta venendo a galla quello che pochi hanno ancora notato, e cioè il fatto che la Cultura e per la Cultura, abbiamo sempre meno spazio. Spazio utilizzato male (o non utilizzato affatto). Spazio che non viene valorizzato (teatri, musei ecc..) oppure viene venduto dalla giunta comunale di turno, magari per costruire un bel palazzone.Vedo sempre meno spazi per esprimenrsi, e, purtroppo, sempre meno interesse da parte dei più giovani. E per favore non incolpiamoli... crescono con la televisione, e questi sono i risultati..Aloha!Il GargilliRe: non sarei cosi' pessimista...
eh ma appunto. abbatti i costi talmente da svoltare dall'economia della scarsità a quella dell'abbondanza. tutti fruiscono per pochissimo, gli autori intascano moltissime volte quel "pochissimo", e i manager delle lobby si cercano un lavoro vero.piuttosto, invece che andare dal politico di turno a spiegargli, come dice calamai, io penso che la rivoluzione sia più auspicabile dal basso.i mezzi per produrre e per distribuire fai-da-te, quindi in soldoni le possibilità di escludere le lobby, ci sono eccome.reigningrap pamagari fosse Medioevo!
...macchè Medioevo! fossero veramente anni ""bui"" in senso medievale allora dovremo parlare di progresso. Studiando seriamente il medioevo si comprende come l'occidente abbia progredito dopo la caduta dell'impero romano, sbaglia chi pensa solo che erano tempi di inquisizione o caccia alle streghe! Le persecuzioni le troviamo in ogni epoca... come questa ad esempio. Anche la rete e i suoi internauti oggi non piacciono ai potenti... E' guerra all' informazione libera. E' vero che nella rete c'è molta immondezza ma non per questo chiudere la discarica risolvi lo smaltimento, anzi, finirebbe per invadere altre strade... e quartieri. Ecco, è arrivato il momento di unirsi contro l'inscatolamento dei tonni! Dunque fuori dalla mattanza, Ma bisogna uscire anche dalla realtà virtuale perché le regole le fanno nella buro-realtà -crazia... arrivederci nell'altra realtà... magari in piazza... tutti contro senza colori politici.. che dite?GmmgiammikeleRe: magari fosse Medioevo!
- Scritto da: giammikele> ...macchè Medioevo! fossero veramente anni> ""bui"" in senso medievale allora dovremo parlare> di progresso. Studiando seriamente il medioevo si> comprende come l'occidente abbia progredito dopo> la caduta dell'impero romano, sbaglia chi pensa> solo che erano tempi di inquisizione o caccia> alle streghe!> Infatti, nel medioevo sono nate le prime università, è stata ideato il pentagramma musicale (che tra l' altro è un prodotto unico della nostra cultura, altre civiltà altrettanto avanzate, come i cinesi, non avevano nulla del genere ed hanno poi adottato il nostro sistema), sono stati inventati i mulini ad acqua (primo sistema di sfruttare l' energia idraulica), è stata inventata la stampa, solo per citare alcuni esempi.angrosRe: magari fosse Medioevo!
> Infatti, nel medioevo sono nate le prime> università, è stata ideato il pentagramma> musicale (che tra l' altro è un prodotto unico> della nostra cultura, altre civiltà altrettanto> avanzate, come i cinesi, non avevano nulla del> genere ed hanno poi adottato il nostro sistema),> sono stati inventati i mulini ad acqua (primo> sistema di sfruttare l' energia idraulica), è> stata inventata la stampa, solo per citare alcuni esempi.Questo in 1000 anni di storia; di contro abbiamo avuto una serie di passi indietro, cosa davvero gravissima.Basti pensare alla scomparsa delle grandi città, all'isolazionismo, alla scomparsa delle strade, all'arresto dello sviluppo ingegneristico (le grandi opere servivano solo per arroccarsi o per la religione), la comparsa della religione fondamentalista (certo c'è stato anche S. Francesco) i cui orrori li continuiamo a pagare ancora oggi (certe "credenze" pseudo cristiane sono pure invenzioni medioevali, come ad esempio il celibato per i preti).advangeRe: magari fosse Medioevo!
La popolazione delle grandi città si è ridotta nel medioevo, ma sono sorti molti centri nuovi più piccoli, e comunque, siamo sicuri che sia un passo indietro? Non capita anche oggi, di gente che vuole andarsene dalla città appena possibile?Ed anche oggi, molte opere ingegneristiche ciclopiche ad alta tecnologia sono sparite: si pensi al Concorde, ad esempio, o alle rotative... e inoltre c' è chi vorrebbe eliminare le grandi centrali elettriche in favore di micro-centrali basate su fonti rinnovabili: molte strutture enormi sono sì utili ed efficienti, ma anche troppo specializzate e difficili da controllare: pochi possono realizzarle, e se a quei pochi succede qualsiasi cosa, la struttura viene abbandonata.Anche altre tecnologie sono destinate probabilmente a sparire: molti oggetti high-tech di uso comune sono prodotti con componenti fabbricati in uno o due posti in tutto il mondo, nessuno è in grado di ripararli se si guastano (tu saresti capace di riparare un microproXXXXXre guasto? non credo), e se si interrompe la produzione quella tecnologia scompare. Se ad un certo punto si interrompesse la produzione di diodi laser, in poco tempo la tecnologia dei cd sparirebbe, perchè nessuno potrebbe più costruire un lettore (mentre questo non capita con i dischi in vinile, perchè un rudimentale grammofono si può costruire anche con un tornio, una spina di rosa ed un imbuto di carta).Quando una tecnologia può essere realmente padroneggiata solo da pochi, perchè richiede strutture costosissime, ci si può aspettare che ad un certo punto venga abbandonata, in favore di tecnologie "decentrate"; i romani costruivano strade per viaggiare con i carri, ma solo l' impero poteva permettersi di organizzare e finanziare opere così su vasta scala: nel medioevo si è preferito selezionare ed allevare razze di cavalli e di asini in grado di portare carichi e persone su sentieri sterrati (e chiunque era in grado di allevarli)angrosRe: magari fosse Medioevo!
Si certo, però si moriva di fame. Poi è arrivato l'odiato capitalismo grazie al quale però vai a dormire con la pancia piena.euthymosRe: magari fosse Medioevo!
Sai cosa era il medioevo??? Rispetto al periodo della'antichità classica??Un esempio:I Romani avevano nel loro esercito un "cannone" capace di gettare pietre ad una certa potenza e gittata; che con la caduta dell'impero Romano venne dimenticata e si dovette attendere oltre le guerre napoleoniche per avere di nuovo un cannone capace di simili prodezze.Per non parlare delle enormi balestre capaci di lanciare dei dardi giganteschi la cui potenza potè essere nuovamente rivista dall'umanità solo nel tardo 800 (Poi si può parlare delle corazze romane più sofisticate: difatti se eventuali nemici "rubavano" uno di quei lancia-dardi sulle corazze romane che avevano una risposta elastica, non avevano sucXXXXX; una simile sosfisticazione si è rivista solo nella I° guerra mondiale). E così via in altri esempi anche fuori del militare (Parliamo del Ponte di Cesare sul Reno o del mitico ponte sul Danubio di Traiano: solo nell'800 l'umanità ha potuto rivedere nuovamente opere simili).ECCO QUESTO È STATO IL MEDIOEVO: UN COMPLETO ARRETRAMENTO SCIENTIFICO-TECNICO!!!BSD_likeRe: magari fosse Medioevo!
...spero che tu stia scherzando, la tua visione non si capisce, non offenderti, ma hai un idea dello stato sociale, culturale, economico, politico e aggiungo sanitario dopo la caduta dell'impero? Sai cosa significa " C A D U T A D E L L ' I M P E R O R O M A N O ? Senti, tu hai bisogno di una risposta molto lunga e articolata per farti capire delle innovazioni sociali, economiche ecc... purtroppo non è il tema e neanche il luogo per discuterne ma ti invito ad non ignorare i fondamentali principi della storia per cui ogni epoca è figlia di quella che la precede, quindi se qualcosa "esiste" lo si deve a chi ha posto le condizioni che esistesse.... come il progresso e anche la miseria! Le guerre, le invasioni, le ingiustizie secondo te a cosa portano? solo progresso tecnico? Sai perché Annibale risparmiò Roma? E perché poi Roma riuscì nell'impresa di capovolgere la sorte e di sconfiggere Cartagine dopo tanti ma tanti decenni? Eppure Cartagine era più progredita tecnicamente di Roma... scopri da te il motivo... Questo per fare uno degli innumerevoli esempi di come "leggere" con accuratezza la storia.Se ignori i progressi fatti in ogni ambito (non solo militare) nel Medioevo dimostri un vuoto colossale storico... E' anche vero che fu un epoca sia di luci ma anche di ombre.. come tutte d'altronde ... Poi non è chiaro quando fai riferimento alla storia classica... ma hai idea dove e quando si colloca il periodo classico? Ti riferisci alla Grecia? Hai idea cosa succedeva nella Grecia cosidetta classica? Ma per te il progresso cos'è? Un ponte? Un cannone senza polvere da sparo? Solo tecnica? Senti, se tu vai in Sardegna troverai delle abitazioni che risalgono a millenni prima dei Romani e dei Cartaginesi (quelli che stavano per radere al suolo Roma... ihihihi!) si chiamano "nuraghi" sono costruiti a secco e formati dei veri e propri complessi come città-stato con tanto di torrione centrale e muraglie difensive talmente resistenti che ancora oggi le puoi ammirare nella loro "perfezione" architettonica descritta dall'intelligente tecnica della distribuzione dei pesi rigorosamente a secco! Non sto a descriverti come sarebbero stati se rimasti integri perché ne rimarresti impressionato: eppure non si deve azzardare a paragonare le torri nuragiche con quelle medievali! Seguendo il tuo ragionamento cosa dovrei dire che abbiamo dovuto aspettare il medioevo per rivedere le città fortificate con il sistema a torri? E che i nuragici misteriosamente scomparsi fossero comunque più progrediti dei romani? Hai mai sentito parlare dei Shardana? Senti, studiare è bello, fallo!E non credere di saperne mai abbastanza... nessuno può dirlo neanche Piero Angela, dunque, scopri il medioevo e vedrai che scoprirai che la storia dell'Europa e dell'Italia rinasce quasi con pochi spiccioli in tasca (per non dire dalla miseria in tutti i sensi), senza grandi ponti sullo stretto (scherzo eh), ma si fondano scuole, ospedali, tecniche di allevamento, di coltivazione, della medicina, della scienza, a tal punto che quando nell'est Europa si affacciano i nuovi musulmani non ci facciamo trovare impreparati, anzi (vedi la flotta navale delle città italiane...).. è vero anche che qualcuno immaginò la terra piatta ma sempre qualcunaltro grazie alla scuola e alla ricerca la restituisce tonda come la raffigurarono i greci con l'Atlante Farnese... è bella la storia.. ma è più bella se obiettiva.Scusa il minestrone ma vorrei che ci si aiutasse tra noi diffondendo le mille e una ragione che una e decisa solo da uno. Se fosse almeno Dio non avrei nulla da obiettare...giammikeleuna grossa differenza
Il latifondismo in Inghilterra è nato da leggi sbagliate, mentre il latifondismo culturale di adesso sta nascendo dalla pigrizia mentale dei consumatori.Le leggi sbagliate stanno venendo fuori piano piano perchè quei gruppi di potere sono riusciti nel tempo ad accumulare fondi sufficienti a pagare schiere di avvocati e legislatori poco interessati al bene pubblico.In Italia l'esempio che si può fare è lampante. Una persona a caso controlla il più grande gruppo editoriale Italiano, ma non se ne preoccupa nessuno. Tutti, anche quelli che si dichiarano suoi oppositori, continuano a comprare i suoi libri e le sue riviste rafforzandolo. Stesso discorso per il cinema controllato dalla stessa persona. Il cinema italiano fa sempre meno film considerati scomodi, eppure i cinema sono sempre pieni.Fuori dall'Italia si sta meglio, ma neanche tanto. Tutti i lettori di libri elettronici parecchi telefoni e gadget vari incorporano controlli remoti che permettono di decidere cosa è permesso e cosa no, ma pochi se ne preoccupano.L'idustria musicale poi sta guadagnando poco, ma per quello che ha fatto in quest anni sta guadagnando anche troppo. Se gruppi come i Metallica continuano a fare soldi vuol dire che c'è qualcosa che non va. Ma non è un problema di leggi.guastmedioevo 2.0
Il problema è l'avidità :-(ilcumobella riflessione ma
temo che la cultura (o alcuni suoi sottoprodotti tipo album musicali commerciali) sia solo la punta di un iceberg alla cui base c'è il pensiero unico del libero mercato, per cui nulla può esistere se non produttore di guadagni.prendi la spiaggia, l'acqua o addirittura l'aria (non ci tassano il respiro, almeno direttamente ... ma garantisco che lo sforamento di quote di CO2 previsti da Kyoto ha dei costi, tanto che per le quote CO2 esiste addirittura una borsa ad hoc se non erro in svizzera), tutto ciò che un tempo era fruibile in modo gratuito o quasi, oggi è tassato da privati concessionari unici.la verità è che un certo gruppo di potentati economici sovranazionali mal sopportano l'esistenza di una proprietà pubblica non economicamente sfruttabile. E così anche la cultura, nata come bene demaniale al pari del ritrovamento di un tesoro ecc, è privatizzabile e da privatizzare.Anzitutto assicurandosi il monopolio, uccidendo qualsiasi forma di concorrenza con pubblicità o enormi investimenti non sopportabili per chi voglia stare 'sul mercato' senza essere una major, quindi acquisendo tutto ciò che è disponibile. Non per sfruttarlo direttamente, ma per evitare forme pericolose di concorrenza.Questo fenomeno poi viene ovviamente favorito con leggi agevolatrici, aumentando a dismisura il periodo di tempo in cui il diritto di autore sia economicamente sfruttabile e quindi creando le ormai ben note rendite di posizione.Ecco a mio parere non si può auspicare la fine del diritto di autore (perchè ovviamente ben pochi camperebbero d'arte ossia solo coloro che trovassero qualche mecenate), quanto sarebbe necessario limitarlo ala vita dell'artista così, tra l'altro, da evitare di dover vedere profitti a 9 zeri per la morte dell'artista.Ma alla morte dell'artista ciò che ha prodotto deve poter tornare nella disponibilità della colettività eventualmente imponendosi la cessione di ogni diritto allo Stato come avviene per gli oggetti antichi.deathspellRe: bella riflessione ma
Quindi, come dici tu, se tuo padre e' industriale, tu alla sua morte erediti l'azienda, mentre dato che mio padre (esempio) e' musicista io non eredito niente... La tua teoria non sta in piedi. Un bene va sempre pagato da chi ne usufruisce. Se alscolto un brano altrui lo devo pagare perche' ne traggo un vantaggio. Leggi il mio post sotto.socrateRe: bella riflessione ma
non sono per nulla d'accordo. se mio padre è industriale eredito (oltre al patrimonio) l'azienda, ma se non la coltivo, non ci lavoro esattamente come faceva lui, l'azienda fallisce ... ergo eredito un mezzo di lavoro e non una rendita vitalizia o ultravitalizia.se mio padre è professionista erediterò il suo solo patrimonio, salvo che non diventi professionista anch'io e, se i clienti saran d'accordo, continuerò a lavorare per loro.se mio padre è musicista io posso anche continuare a non lavorare perchè (oltre al patrimonio) le canzoni che ha scritto lui continueranno a farmi guadagnare senza fare nulla.son d'accordissimo che il lavoro vada pagato. 1 volta, in modo appropriato e senza eccessi. In difetto il diventare musicista oggi diventa come il ricevere un titolo nobiliare ereditario con tanto di feudo.deathspellRe: bella riflessione ma
Invece io credo che se qualcuno continua ad ascoltare la musica di tuo padre (gode di un bene) deve pagarti. Il diritto d'autore si estingue comunque (credo) dopo 50 anni proprio per evitare di regalare rendite vitalizie alle generazioni future. Quindi le leggi gia' ci sono.socratepurtroppo nemmeno questa volta
Non mi meraviglio che pochi della tavolata si siano lasciati convincere da queste argomentazioni, fra l'altro non è nemmeno calzante con il medioevo l'esempio delle recinzioni che hanno contribuito alla rivoluzione industriale e capitalistica in InghilterraCredo che il modo in cui viene gestita la proprietà intellettuale sia semplicemente anacronistico, questa scarsità artificiale indotta non fa che alimentare l'illegalitàQuello che dovrebbe premere soprattutto al suo amico compositore e musicista è la frazione di profitto che viene prelevata dal sistema e che aumenta in modo ingiustificato il costo delle sue operePurtroppo invece di pensare a come adattarsi alla nuova realtà la tendenza prevalente è quella di combatterla e preservare in tutti i modi le rendite di posizione esistentimanisorPer convincerli
Ciao Marco,a questo punto, per convincerli potresti legare a ciascun membro della tavolata questo libro, scritto per altro anche da un economista italiano ultra liberista (quindi il meno sospettabile di idee vetero - comuniste):http://www.dklevine.com/general/intellectual/against.htmLa spesa è sostenuta (non so quanti eravate a tavola), ma ne vale la pena ;)advangemolte imprecisioni
Io non ho capito bene l'articolo. Si parte parlando di diritto d'autore (credo intendendo in realtà il copyright), poi si discetta sullo scambio di informazioni, si ricordano i primordi dell'era capitalista per arrivare a Marx, alla lotta di classe... il tutto in un articolo che ha come titolo "Medioevo", che è esattamente ciò che la rivoluzione capitalista ha fatto terminare.In pratica ci è stato suggerito che ciò che ha fatto finire il medioevo ci porterà di nuovo al medioevo. Sono il solo a vedere una leggera incoerenza?Poi - come da prassi - ci si infila dentro il libero mercato, però si portano come esempi di libero mercato a) la chiusura per legge dei campi aperti e b) la legge sul copyright, cioè esattamente il contrario del libero mercato. In un regime di libero mercato il copyright non esisterebbe , così come non esisterebbero i brevetti. Essendo il copyright il diritto a copiare un'opera, in un regime di libero mercato non esisterebbe una legge che impedisca al cittadino di farsi una copia di quello che vuole.Se il cittadino volesse farsi una copia di un libro, dovrebbe semplicemente pagarsela: quanto gli costerebbe quel libro? Se volesse farsi una copia di un file musicale, quanto pagarebbe? Poco, ma siamo nel 2009, potevano pensarci prima di inondare il mercato di musica digitale a qualità ridotta :-)ParacelsoRe: molte imprecisioni
> Io non ho capito bene l'articolo. Si parte> parlando di diritto d'autore (credo intendendo in> realtà il copyright), poi si discetta sullo> scambio di informazioni, si ricordano i primordi> dell'era capitalista per arrivare a Marx, alla> lotta di classe... il tutto in un articolo che ha> come titolo "Medioevo", che è esattamente ciò che> la rivoluzione capitalista ha fatto terminare.Mi sono fermato qui (rotfl): ok, ora prendi in mano un libro di economia, anzi, torna al dizionario di italiano, leggiti la definizione e poi ne riparliamo...advangeRe: molte imprecisioni
La definizione di cosa, scusa?ParacelsoRe: molte imprecisioni
> La definizione di cosa, scusa?Avevo pensato alla parola "economia" (hai presenta la scena in cui Homer Simpson deve studiare marketing? Beh, finisce con lui che legge la definizione sul vocabolario); ma vista la domanda potremmo dover cominciare dall'ordine alfabetico.advangeRe: molte imprecisioni
> Poi - come da prassi - ci si infila dentro il> libero mercato, però si portano come esempi di> libero mercato a) la chiusura per legge dei campi> aperti e b) la legge sul copyright, cioè> esattamente il contrario del libero mercato.> > > In un regime di libero mercato il copyright> non esisterebbe , così come non esisterebbero> i brevetti. Essendo il copyright il diritto a> copiare un'opera, in un regime di libero mercato> non esisterebbe una legge che impedisca al> cittadino di farsi una copia di quello che> vuole.Quoto.AnonimoRe: molte imprecisioni
> > Poi - come da prassi - ci si infila dentro il> libero mercato, però si portano come esempi di> libero mercato a) la chiusura per legge dei campi> aperti e b) la legge sul copyright, cioè> esattamente il contrario del libero mercato.> > > In un regime di libero mercato il copyright> non esisterebbe , così come non esisterebbero> i brevetti. Essendo il copyright il diritto a> copiare un'opera, in un regime di libero mercato> non esisterebbe una legge che impedisca al> cittadino di farsi una copia di quello che> vuole.> > Se il cittadino volesse farsi una copia di un> libro, dovrebbe semplicemente pagarsela: quanto> gli costerebbe quel libro? Se volesse farsi una> copia di un file musicale, quanto pagarebbe?> Poco, ma siamo nel 2009, potevano pensarci prima> di inondare il mercato di musica digitale a> qualità ridotta> :-)Ti sbagli. Credo perché il termine "libero" nell'espressione "libero mercato" ti trae in inganno. Un po' come quegli ingenui che credono che il liberismo economico abbia qualcosa a che vedere con la libertà come valore, mentre si allude semplicemente alla libertà d'impresa. Quello che si cerca di spiegare nell'articolo è proprio questo: i beni di natura astratta - ovvero il sapere, l'informazione, l'arte - per loro natura non sono assoggettabili alle leggi del mercato a meno di non creare delle forzature, dei concetti artificiali atti a limitarne la libera circolazione. Ciò fatto i beni astratti e quindi per natura replicabili all'infinito diventano quantitaivamente misurabili, che è la condizione necessaria per trattarli con una logica di mercato. A questo punto possono diventare merce, con tutte le conseguenze che sappiamo.asvero panciaticiRe: molte imprecisioni
Visto che un bene digitale può essere duplicato da chi lo vende, io lo comprerei solo se potessi pagarlo con una moneta che io posso duplicare allo stesso modo (tu mi dai una copia della canzone, io ti do una copia della moneta). Visto che il denaro non funziona così, non ti dò denaro.Molti fornitori di informazioni stanno piano piano imparando a lavorare così (e punto-informatico è tra questi: fornisce informazioni gratis, ed aggiunge pagine e pagine di commenti, opinioni ed approfondimenti che ottiene gratis)angrosRe: molte imprecisioni
Cos'è allora il libero mercato?E dimmi, le leggi sul copyright e sui brevetti cosa sono rispetto al libero mercato?ParacelsoNSCUC
Di solito quando trovo un testo dove si dice che "A+B = 4" passo oltre ma proviamoci seriamente tutto comincia con "...estendendo a dismisura la cosiddetta "Proprietà Intellettuale" ...si può inibire lo scambio di informazioni e creare così una scarsità artificialmente indotta: questo rende le informazioni una nuova materia prima, creando un mercato ed una nuova possibilità di profitto per individui e aziende a scapito del benessere della società nel suo complesso." l'affermazione è chiarissima ma assolutamente non argomentata ne dimostrata. Spesso succede che si abbia un desiderio e intorno a questo si crea un castello di idee... e va bene ma poi per comunicarle agli altri si devono dimostrare e argomentare. Io non so chi a ragione sull'argomento e cerco idee nuove e argomentato non le ho trovate.Riprovaci!whitemagicBelle parole, però...
Ho letto con interesse l'articolo del dott. Calamari, e devo dire che in parte sono d'accordo: l'estensione all'infinito della proprietà intellettuale ha del ridicolo e paralizza la cultura.Devo però osservare - molto umilmente - che siamo di fronte a una vera e propria indigestione di "Retorica della Cultura Libbbera" , e non lo dico solo di fronte all'articolo, ma anche davanti ai commenti degli utenti.Cerchiamo di portare il discorso a un livello più vero, più crudo . Di cosa ci si sta lamentando? Qui leggo paroloni come "scarsità artificialmente indotta", "latifondisti della cultura", ecc... Cerchiamo di tradurre parole semplici: non ci va di pagare per le opere d'ingegno? Dovrebbero essere gratis? Dovrebbero costare meno? E poi, dove sta questa scarsità?I contenuti sono accessibili a tutti. Volete forse dire che non tutti possono permettersi un'opera di saggistica o narrativa? I libri al momento hanno il prezzo MINIMO POSSIBILE che permetta agli autori e alle case editrici di sopravvivere. Se da un lato è vero che in Italia ci sono i veri poveri che non hanno da mangiare, dall'altro ci sono milioni di finti poveri che non arrivano a fine mese per pagare le rate del Mercedes o del TV al plasma. Costoro non hanno forse miseri 11 per comprarsi un romanzo uscito 5 anni fa riedito in edizione economica? O vogliono avere anche quello gratis?Perché si è disposti a spendere 200 per un cellulare e non 11 per un libro, o 20 per un CD?Suvvia Calamari, è davvero un problema comprare un libro o un CD per un popolo che ha due cellulari pro capite? E allora sganciamoli questi soldi, non nascondiamoci dietro a ipocrisie.Sul fatto che il copyright non dovrebbe durare 1000 anni come vorrebbero lorsignori siamo tutti d'accordo, è una follia, ma di qui a dire che c'è una scarsità artificiale di opere d'ingegno mi sembra di fare della retorica di sinistra di 30 anni fa, tra capitalismo, libero mercato, e bla bla vari... La realtà è che siamo addirittura assediati dalle opere d'ingegno a basso costo: ad esempio non puoi comprare un quotidiano che ti tirano dietro un romanzo come inserto "a soli 7.99", magari pure un'edizione buona ben rilegata e con copertina rigida.Onestamente signori, cosa vogliamo dal mondo? Che obbedisca al nostro desiderio di non sganciare un centesimo per il lavoro degli altri? Anch'io vorrei tutto gratis, ma almeno lo ammetto, non mi nascondo dietro parole come "scarsità indotta", "medioevo 2.0", ecc... È solo retorica, la verità è che se vuoi un'opera d'ingegno e non sei in grado di fartela da solo la devi pagare, punto. Se la cosa è difficile da digerire, pensiamo che con quei soldi la persona che ha realizzato l'opera riesce a vivere esattamente come noi, che magari produciamo oggetti "fisici" non duplicabili.-----------------------------------------------------------Modificato dall' autore il 07 settembre 2009 08.29-----------------------------------------------------------euthymosRe: Belle parole, però...
Sono d'accordo, quoto tutto. Siamo sommersi da un mare di informazione a costo praticamente nullo, oggi più che mai. E, diciamo la verità, quale sarebbe la cultura che i latifondisti di oggi vorrebbero farci pagare a caro prezzo? Forse l'ultimo album degli U2, o l'ultimo film Pixar, o l'ultima canzoncina orecchiabile colonna sonora dell'ultimo film-indipendente-di-sucXXXXX? Ma per carità, quella non è cultura, quella è la sbobba quotidiana che la loro stessa pubblicità cerca di convincerci a consumare. Questo, semmai, è il grande problema di internet per le grandi industrie dell'intrattenimento: che, fornendo milioni di fonti alternative e alimentando mode sotterranee con sbocchi improvvisi, diminuisce la loro capacità di controllare e indirizzare in modo preciso i gusti del pubblico, come avevano fatto per decenni.UdippuyRe: Belle parole, però...
Cerchiamo di rispiegarlo con parole semplici.Prima si trasforma tutto ciò che è informazione o cultura in merce a pagamento. Poi si espande il controllo sulla maggiore quantità possibile di cultura e informazione. Poi si decide che cosa va diffuso e cosa no. Si sta andando verso una concentrazione del controllo che è il principio di una dittatura.Pensi che non sia possibile ? Per fare un esempio globale lasciamo perder il dittatore di casa nostra e parliamo di Murdoch. Oltretutto si è parlato di lui su PI poco tempo fa perchè vuole trasformare le news in un servizio a pagamento. Up po' di anni fa dopo che il controllo di Hong Kong passò alla Cina l'ultimo governatore britannico Chris Patten scrisse un libro di memorie molto critico nei confronti della Cina. Murdoch in quel periodo voleva ingraziarsi il governo cinese per poter lanciare il canale satellitare Star TV. Quindi comprò i diritti del libro e non lo pubblicò mai.Un altro caso di censura che lo riguarda, questa volta dopo l'acquisto di un canale televisivo americano, viene descritto nel documentario The corporation.Se continua così queste cose nel futuro diventeranno normalissime, ma scommetto che a te va bene così-----------------------------------------------------------Modificato dall' autore il 07 settembre 2009 21.30-----------------------------------------------------------guastmedioevo 2.0
e però qaulcuno potrebbe obiettare che così come1) Le mele non sono le more o le fragoline di bosco, i meli vanno curati ed accuditi2) Neppure le conoscenze sono frutto più o meno spontaneo che spunta all'improvviso nella testa di un genio, ma spessissimo frutto del lavoro di decine e decine (quando non centinaia) di ricercatori, necessitano di attrezzature ecc. ecc. ovvero SENZA INVESTIMENTI POCA RICERCA, POCA RICERCA POCA CONOSCENZA.Ma si potrebbe però rispondere che:Nella vecchia Europa continentale la ricerca è stata per lo più finanziata dallo stato, cioè dalle tasse dei cittadini -quelli che le pagano- negli USA, a legger Galbraith (il complesso militar-industriale) e pensando al DARPA, in buona parte, anche.E' qui se mai sul terreno della concretezza storica che si disvelano le magagne dei sostenitori del liberismo e del "privato è bello". In Italia potremmo mettere il copyright sulla formula di sucXXXXX PRIVATIZZAZIONE DEI PROFITTI, SOCIALIZZAZIONE DELLE PERDITE.E comunque lasciamo in pace il medioevo, parliamo di barbarie....nel medioevo c'erano Giotto, Dante Boccaccio ed un bel po' di Arabi di Spagna che fecero e ci lasciarono meraviglie, senza immaginare che poi qualcuno avrebbe provato a metterci il copyrightrafdellaRe: medioevo 2.0
> E comunque lasciamo in pace il medioevo, parliamo> di barbarie....nel medioevo c'erano Giotto, Dante> Boccaccio ed un bel po' di Arabi di Spagna che> fecero e ci lasciarono meraviglie, senza> immaginare che poi qualcuno avrebbe provato a> metterci il> copyrightLasciamo in pace il medioevo? Nel tuo romantico medioevo fatto di Giotto, Dante e Boccaccio, la gente moriva di fame e di stenti, poi è arrivato l'odiato capitalismo che in Occidente ha portato un piatto caldo sulla tavola di tutti, anche sulla tua! Si stava meglio quando si stava peggio? No, si sta meglio adesso, e se devo scegliere tra avere il libero mercato e pagare 20 per un CD, oppure avere la musica aggratis ma essere un morto di fame, beh preferisco il libero mercato.Saluti-----------------------------------------------------------Modificato dall' autore il 07 settembre 2009 08.45-----------------------------------------------------------euthymosRe: medioevo 2.0
Gentile signor euthymos, normalmente il ragionare comporta la pacatezza che si addice alla riflessione, urla e strida da taverna non lo favoriscono. E potrebbero anche insinuare il dubbio di mancanza di rispetto per gli interlocutori.In questo momento muoino per fame circa 15 MILIONI di bambini OGNI ANNO. Questo però non in Occidente. Posso anche capire che a lei non interessi. A ME INVECE SI': I CARE.Ella non è un morto di fame non perchè qui c' è il libero mercato ma perchè là muore di fame un sacco di gente.IO MANGIOTU MANGILUI NON MANGIA, perchè noi abbiamo mangiato anche la sua parteIl medioevo non era romantico erano i romantici che lo rivalutavano, ma non certo per gli aspetti che a me pare giusto rilevare, se mai il contrario, ella è più vicino di me allo sturm und drang, con il suo argomentare scomposto.Se vuole fare incursioni in munere a lei alieno quanto meno si documenti.Credo che non valga la pena di dirle altro, la saluto augurandole buon appetito.rafdellaRe: medioevo 2.0
- Scritto da: rafdella> Ella non è un morto di fame non perchè qui c' è> il libero mercato ma perchè là muore di fame un> sacco di> gente.> > IO MANGIO> TU MANGI> LUI NON MANGIA, perchè noi abbiamo mangiato anche> la sua> parteMi potresti chiarire questo punto? Vuoi dire che il grano che noi mangiamo è coltivato lì? Oppure che lo comperiamo con denaro che rubiamo a loro? E se possiamo rubargli del denaro, loro come se lo sono procurato?UdippuyRe: medioevo 2.0
- Scritto da: rafdella> In questo momento muoino per fame circa 15> MILIONI di bambini OGNI ANNO. Questo però non in> Occidente. Posso anche capire che a lei non> interessi. A ME INVECE SI': I> CARE.Io non volevo mancarle di rispetto, qui è lei che mi manca di rispetto, dandomi dell'egoista. Non sa NULLA di ciò che faccio nel mio privato, che oltre a interessarmi più o meno genericamente ("I care") agisco in qualche maniera, ma potrei ricambiare la sua accusa di menefreghismo dicendole che non le racconto ciò che faccio perché tanto "non le interessa". Magari non è vero, lei fa il doppio di me, ma che importa, tanto a lei fa piacere sentirsi dare del menefreghista.> Ella non è un morto di fame non perchè qui c' è> il libero mercato ma perchè là muore di fame un> sacco di gente.Non vedo così netto questo legame, questa semplificazione da centro sociale mi sta stretta. Faccio un esempio a caso: la Cina sta iniziando a mangiare (perdoni questo termine rude, lei non mangia?) pasti decenti invece di topi (tra una dissertazione filosofica e l'altra ha per caso saputo delle bancarelle dove vendono ratti in Cina?), e non certo grazie alla "ferrea ciotola di riso" di Mao, ma grazie all'odiato capitalismo. Ah tra l'altro, a distruggere la cultura millenaria dell'antica Cina non è stato il capitalismo (che pure ha le sue storture), ma il buon Mao. :)> IO MANGIO> TU MANGI> LUI NON MANGIA, perchè noi abbiamo mangiato anche> la sua parteIdem come sopra, quello che dice è tutto da dimostrare, e anche se fosse preferisco che almeno qualcuno mangi piuttosto che vedere tutti morire di fame come nel Medioevo, e vivere in una latrina a cielo aperto.La base di chi può accedere ai beni si è estesa, non può negarlo. E non solo in Europa e in Nord America, ma in tutto il mondo.> Il medioevo non era romantico erano i romantici> che lo rivalutavano, ma non certo per gli aspetti> che a me pare giusto rilevare, se mai il> contrario, ella è più vicino di me allo sturm und> drang, con il suo argomentare> scomposto.Invece lei è un Signore, si vede che sa discutere, e accusa gente che non conosce di menefreghismo. Com'è che non ha già venduto automobile e computer, fatto armi e bagagli e non è partito alla volta dell'Africa ad aiutare il prossimo? Ah, ecco.-----------------------------------------------------------Modificato dall' autore il 08 settembre 2009 02.10-----------------------------------------------------------euthymosPasolini e il copyright
Ieri ho rivisto l'intervista di Biagi a Pasolini.ad un certo putno a Pasolini viene contestato il fatto che lui vive nel mondo capitalisticoche contesta e che ne segue le regole. Inoltre anche lui produce.Pasalini acutamente fa notare che è vero che lui produce, ma lui produce poesie e le poesiesono un bene "inconsumabile". Dice che il suo editore morirà, lui stesso morirà ma le sue poesie rimaranno. Pasolini era troppo ottimista. Oggi stiamo trasformando i beni "inconsumabili" in beni di consumo.Ma perchè è importante l'intervista a Pasolini. Perchè fa vedere come negli anni la formadi pensiero della società sia stata cambiata. Quando Pasolini ha parlato delle sue operenessuno ha pensato al Copy right, lui per primo. Per lui era scontato che le opere fosserodi tutti, che si perpetuassero nel tempo. Oggi non è più cosi!n.n.Re: Pasolini e il copyright
Sottoscrivo!advangeRe: Pasolini e il copyright
Eppure anche Pasolini viveva di copyright, come (fatte comunque le debite proporzioni) Roberto Saviano e tantissimi altri, progressisti, conservatori, reazionari, rivoluzionari.....sarebbe bello che alcuni autori, senza volerli far morire di fame, ormai sazi e sistemati, scegliessero di mettere a disposizione sul web, non le opere pubblicate, non possono avendone ceduto il copyright, ma quelle di futura pubblicazione.Potrebbero farlo in due modi:1) Prevedendo contrattualmente un compenso minore, per loro stessi, in cambio del diritto alla pubblicazione sul web per diffonderle gratuitamente, con tutte le salvaguardie per il diritto di riproduzione a stampa a fine di lucro e profitto.2) Rielaborando le vecchie opere, quando non si tratta di opere di poesia narrativa e teatro la cosa è fattibile, in opere solo apparentemente nuove da pubblicare con licenze open.rafdellaMedioevo 2.0: una nuova era
nei Cosiddetti "tempi bui" medioevali la cultura veniva raccolta, conservata e condivisa dagli ordini monastici. Già, pensate un po', il cristianesimo allora ci salvò dalla barbarie. Forse anche oggi, nel Medioevo 2.0, saranno le organizzazioni senza scopo di lucro e il volontariato a raccogliere, conservare e condividere cultura.Angelo BrugnoliRe: Medioevo 2.0: una nuova era
www.archive.orgarchiveteam.comwww.textfiles.comTi riferivi a cose del genere?angrosLibero mercato <> Capitalismo
E'una distinzione importante.Il Libero Mercato è quella condizione (ideale e desiderabile) in cui tutti gli attori del mercato sono ugualmente informati e non c'è barriera all'informazione, alla conoscenza, e non ci sono distorsioni al passaggio di denaro, merci, posti di lavoro, ecc.Il Capitalismo è credere che il Libero Mercato si formi spontaneamente se si lasciano gli attori liberi di agire ognuno per il proprio bene, ed è una teoria che ha già mostrato la corda da parecchio.Korin DuvalRe: Libero mercato <> Capitalismo
Praticamente l'ultima crisi economica e' stata fatta proprio grazie al capitalismoCapitalismo = Libero mercato + speculazioneLa speculazione e' il cancro del capitalismoharveypizza e birra
Mi sa piu' birra che pizza!Per prima cosa manca la definizione di questa cosa che deve essere libbbera: la culura.Cultura sono prodotti audiovisivi (musica e film)? Cultura sono poesie e romanzi?Cultura sono documenti "tecnici" (dai libri scolastici ai manuali di programmazione e ci metterei anche i giornali)?I primi due ricadono a mio parere nell'intrattenimento. Non sono beni di primo consumo e non credo debbano essere disponibili gratuitamente a meno che il suo autore non lo voglia. Le major e le case editrici offrono sostanzialmente due servizi agli autori: pubblicita' e distribuzione.Si puo' obiettare che il ricarico di queste ultime sia eccessivo, ma al giorno d'oggi gli autori hanno internet come mezzo alternativo di pubblicita' e distribuzione, se lo sanno usare possono tagliare fuori le major/case editrici.In ogni caso gli autori devono percepire un compenso per il lavoro che fanno (non considero gli autori che non vogliono un compenso in quanto la soluzione e' banale). Se un autore mette il suo libro/cd/film on-line e tutti lo scambiano liberamente egli non percepisce compenso. Per evitare cio' bisogna assicurarsi che chiunque fruisca dell'opera dia un contributo all'autore.Chi fruisce segue la condivisibilissima logica economica secondo cui se una cosa la posso avere gratis di certo non la vado a pagare.Quindi perche' il fruitore riconosca un contributo all'autore e' necessario che l'opera non sia disponibile gratuitamente.(Lasciamo da parte l'utopistica idea che se scarico un cd gratis e mi piace poi mando dei soldi all'autore.)Quindi io autore posso distribuire le mie opere on-line ad un prezzo notevolemente inferiore (non ho piu' intermediari), ma voglio che ci sia un dispositivo che ne blocchi la copia (DRM?) altrimenti so che le mie vendite sarebbero ridotte del 90%.Passiamo ora alla seconda categoria: l'informazione.L'informazione e' potere e tutti ne abbiamo esperienza. Tutti, specialmente noi che lavoraiamo nell'informatica, riusciamo ad ottenere risultati migliori nel nostro lavoro tante maggiori sono le informazioni (risorse) che abbiamo. La maggiore dispobilita' di informazioni e' un vantaggio competitivo. Nessuno si priverebbe volontariamente di tale vantaggio senza avere un ritorno piu' o meno immediato.Un esempio stupido: io so come fare una certa cosa che nessun'altro sa come fare (puo' essere un algoritmo in C, la ricetta di una bibita, come riparare un videoregistratore). Chi vuole questa cosa deve venire da me. Se io condivido le mie informazioni gratuitamente con il mondo domani ci saranno n persone da cui andare, quindi il prezzo che potro' applicare sara' inferiore (domanda-offerta), quindi l'utente ne avra' un vantaggio, ma io ne avro' un danno.L'argomento a favore della libera circolazione dell'informazione e' che se io so A e tu sai B e ci scambiamo le nostre informazioni e' possibile che sapendo A e B si possa ottendere qualcosa che prima non si sarebbe potuto ottenere sapendo solamente A o B. Cio' costituisce un beneficio per entrambi (e in generale per tutti).Il non divulgare tutte le informazioni rallenta effettivamente questo proXXXXX, ma non lo azzera del tutto.Certo sarebbe bello che tutti condividessero tutte le informazioni, ma e' utopistico. Primo: non si possono costringere le persone a farlo. Secondo: se non posso trarre beneficio individuale dalle informazioni non ho interesse a ricercarle.(Esempio: i brevetti sono un metodo per stimolare la ricerca. A molti dei sostenitori della cultura libbbera sembrera' un controsenso, ma c'e' della letteratura a riguardo)GianeiRe: pizza e birra
- Scritto da: Gianei> I primi due ricadono a mio parere> nell'intrattenimento. Non sono beni di primo> consumo e non credo debbano essere disponibili> gratuitamente a meno che il suo autore non lo> voglia. Le major e le case editrici offrono> sostanzialmente due servizi agli autori:> pubblicita' e> distribuzione.Non disponibili gratuitamente, ma disponibili come un beneCompro il CD? E' mio, chi faccio quello che mi pare, pure copiarloPerché dovrebbero esistere queste leggi che proteggono il cantante?Mica esiste una legge che se ho una fiat devo solo far benzina alla shell e posso mettere solo gomme michelin.....Oppure che se assaggio la pizza al merluzzo, non posso farmela a casa> In ogni caso gli autori devono percepire un> compenso per il lavoro che fanno (non considero> gli autori che non vogliono un compenso in quanto> la soluzione e' banale). Se un autore mette il> suo libro/cd/film on-line e tutti lo scambiano> liberamente egli non percepisce compenso. PerFa concerti, fa una bella confezione, ecc eccI soldi per campare li trova, ovviamente se bravo e dura per più di un album> Chi fruisce segue la condivisibilissima logica> economica secondo cui se una cosa la posso avere> gratis di certo non la vado a> pagare.Se dai un bene di qualità, gratis non lo puoi avere....> (Esempio: i brevetti sono un metodo per stimolare> la ricerca. A molti dei sostenitori della cultura> libbbera sembrera' un controsenso, ma c'e' della> letteratura a> riguardo)Il brevetto e' un ottima cosa se dura poco (il giusto per far guadagnare chi ha fatto ricerca) , se dura tanto e' una gabbia mortale per la tecnologia (soprattutto se dura per oltre la vita della tecnologia, come rischiano i brevetti informatici)harveyRe: pizza e birra
Pizza al merluzzo...BellissimofescottiRe: pizza e birra
- Scritto da: Gianei> >Compro il CD? E' mio, chi faccio quello che mi> >pare, pure copiarlo> >Perché dovrebbero esistere queste leggi che> >proteggono il cantante?> Beh, allora prova a creare un software che ti e'> costato magari 6 mesi di lavoro.Non ti e' venuto il dubbio che intendesse copia per uso personale o libera conversione nei formati che gli pare ?kraneRe: pizza e birra
Dalla frase successiva "Perché dovrebbero esistere queste leggi che proteggono il cantante?" Ho dedotto intendesse copiarlo non solo per uso personale.L'uso personale delle copie la vedo piu' come una problematica tecnica. Il fatto che ad oggi siano vietate e' perche' non si e' ancora riusciti ad implementare un sistema che permetta la copia per il solo uso personale.Un'idea per la musica sarebbe permettere la copia solo da un supporto fisico ad un altro supporto fisico, senza lasciare all'utente la "soft copy". In questo modo lo scambio di musica deve prevedere una vicinanza fisica, come succedeva ai tempi delle audiocasette. Anche allora era pirateria, ma la dimensione del fenomeno era limitata proprio dalla natura "fisica" del supporto e la lotta alla pirateria era focalizzata alle organizzazioni criminali che rifornivano i vucumpra'.Io un'idea di soluzione l'ho proposta, ora mi aspetto altrettanto da voi visto che per ora avete dimostrato solo la vostra capacita' critica, ma nessuna idea.GianeiRe: pizza e birra
- Scritto da: Gianei> Lo stesso vale per un cd, un film, un libro> (anche se qui il formato cartaceo per ora resiste> bene), un manuale,> ecc...Giusto, allora e' proprio fesso l'architetto, che dopo aver venduto il progetto della casa non chiede l'affitto per averla progettata !!!Ma che ladri che sono gli inquilini.Rendiamocene conto, l'imposizione del copyright e' oscenamente spropositato di fronte a tutte le altre leggi che ci sono.Chi non lo ammette lo fa solo in cattiva fedeharveyRe: pizza e birra
- Scritto da: harvey> - Scritto da: Gianei> > Lo stesso vale per un cd, un film, un libro> > (anche se qui il formato cartaceo per ora> resiste> > bene), un manuale,> > ecc...> > Giusto, allora e' proprio fesso l'architetto, che> dopo aver venduto il progetto della casa non> chiede l'affitto per averla progettata> !!!Ma che esempio e'? Al massimo puoi dire che l'architetto dopo averti fatto il progetto della casa puo' dire che quel progetto non puo' essere usato per costruire altre case uguali.> Rendiamocene conto, l'imposizione del copyright> e' oscenamente spropositato di fronte a tutte le> altre leggi che ci> sono.Che vuol dire? Spropositato in che modo e rispetto a quali leggi?> Chi non lo ammette lo fa solo in cattiva fedeO semplicemente usa la testa e non le frasi fatte.kultura libbbera!!GianeiAntagonismi sociali?
Un intervento molto interessante... ed attuale.Il problema è che IMHO negli ultimi millenni l'uomo non è mai cambiato. A parte pochi spiriti illuminati che creano idee per il gusto di donare idee, da che mondo è mondo la prima domanda che qualcuno si pone dopo aver fatto una grande scoperta, anche solo per caso è "Ora come posso ricavarne denaro sonante?"Il che, da un punto di vista, consente di creare un gruppo di persone in grado di creare a tempo pieno, come occupazione privilegiata. In questo caso, il parallelo passerebbe con la parte marxista della rivoluzione industriale, ovvero il concetto di alienazione: chi paga ventidue euro per un programma, teoricamente, non compra il programma/prodotto/idea, ma compra un certo numero di ore della vita dei programmatori che l'hanno creato, assicurandosi che non debbano fare altro che creare programmi per loro.Forse l'alternativa al DRM non è la "guerra al DRM", come la risposta alla Rivoluzione Industriale non è stata il Luddismo ed i Sabotatori. Alla fine Sabot è rimasto con le scarpe in mano, ed i Luddisti si sono estinti.Torniamo alla storia dell'industria: quand'è che la prima grande industria, anzi la seconda dopo quella del cotone (che ha segnato il passaggio dall'artigianato all'Industria propriamente detta), quella automobilistica, ha cominciato a creare un prodotto diffuso? Quando anziché diventare un'industria di prodotti sempre più costosi, destinati ai pochi affluenti, ha cominciato a vendere le prime utilitarie, dalla Ford T fino alle varie, molto più avanti, Due Cavalli, 500... agli stessi peones/operai che un tempo erano considerati solo proprietari della forza lavoro che dovevano vendere.Interessantissime sono le iniziative di CD musicali a prezzi ridotti, ma ancora più interessante è l'artista che si promuove da solo con YouTube e vende la sua musica su iTunes e simili saltando la grande produzione, e quindi accorciando la filiera.Interessante è chi crea un sistema completamente aperto come Linux, ma è anche interessante la piccola software house che, pur non rilasciando i sorgenti del suo operato, ti vende un pacchetto formato dal prodotto e da assitenza totale e duratura con un esperto fisico da chiamare ogni dieci minuti.Interessante è chiedersi perché esiste la pirateria informatica. Ancora più interessante trovare un'alternativa che salvi il tempo dei creatori ed il futuro delle creature.Grazie mille per avermi fatto pensare a qualcosa di così vicino, ho apprezzato il tuo articolo.DrTofuRe: Antagonismi sociali?
- Scritto da: DrTofu> Un intervento molto interessante... ed attuale.> Il problema è che IMHO negli ultimi millenni> l'uomo non è mai cambiato. A parte pochi spiriti> illuminati che creano idee per il gusto di donare> idee, da che mondo è mondo la prima domanda che> qualcuno si pone dopo aver fatto una grande> scoperta, anche solo per caso è "Ora come posso> ricavarne denaro> sonante?"Questo lo hai letto su Topolino in una storia con protagonista Zio Paperone, per caso?> Il che, da un punto di vista, consente di creare> un gruppo di persone in grado di creare a tempo> pieno, come occupazione privilegiata. I ricercatori e gli scienziati ci sono sempre stati, anche quando il denaro non esisteva.I re dell'antichita' e la ricca nobilta' in seguito si sono sempre circondati di ricercatori,studiosi e artisti.> In questo> caso, il parallelo passerebbe con la parte> marxista della rivoluzione industriale, ovvero il> concetto di alienazione: chi paga ventidue euro> per un programma, teoricamente, non compra il> programma/prodotto/idea, ma compra un certo> numero di ore della vita dei programmatori che> l'hanno creato, assicurandosi che non debbano> fare altro che creare programmi per> loro.22 euro l'ora?> Forse l'alternativa al DRM non è la "guerra al> DRM", come la risposta alla Rivoluzione> Industriale non è stata il Luddismo ed i> Sabotatori. Alla fine Sabot è rimasto con le> scarpe in mano, ed i Luddisti si sono> estinti.Paragone completamente fuori luogo.Lo studio, come lo sviluppo software, non trasformano materia prima.> Torniamo alla storia dell'industria: quand'è che> la prima grande industria, anzi la seconda dopo> quella del cotone (che ha segnato il passaggio> dall'artigianato all'Industria propriamente> detta), quella automobilistica, ha cominciato a> creare un prodotto diffuso? Quando anziché> diventare un'industria di prodotti sempre più> costosi, destinati ai pochi affluenti, ha> cominciato a vendere le prime utilitarie, dalla> Ford T fino alle varie, molto più avanti, Due> Cavalli, 500... agli stessi peones/operai che un> tempo erano considerati solo proprietari della> forza lavoro che dovevano> vendere.E con questo?Stai sempre parlando della produzione di beni materiali.> Interessantissime sono le iniziative di CD> musicali a prezzi ridotti, ma ancora più> interessante è l'artista che si promuove da solo> con YouTube e vende la sua musica su iTunes e> simili saltando la grande produzione, e quindi> accorciando la> filiera.Perdi di vista l'oggetto di cui stai parlando.L'artista che produce musica, la produce su un palco, e tu paghi il biglietto di ingresso per assistere al concerto.Il CD, il video su youtube, e tutto il resto sono attivita' promozionali del concerto.Se un artista non e' in grado di riempire gli spalti quando fa un concerto live, forse e' meglio se ritorna a zappare.E se invece riesce a riempire gli spalti, allora quello e' il suo business.I CD attualmente sono business per una accozzaglia di parassiti destinati all'estinzione e torneranno ad essere veicolo promozionale.> Interessante è chi crea un sistema completamente> aperto come Linux, Interessante? Questo dici di un sistema aperto regalato all'umanita': interessante?> ma è anche interessante la> piccola software house che, pur non rilasciando i> sorgenti del suo operato, ti vende un pacchetto> formato dal prodotto e da assitenza totale e> duratura con un esperto fisico da chiamare ogni> dieci minuti.Il business in questo caso e' l'assistenza, non il software.La piccola ditta dovrebbe (e c'e' chi lo fa) regalare il suo software e vendere l'assistenza a chi ne ha bisogno.Ci arriveremo.> Interessante è chiedersi perché esiste la> pirateria informatica.La pirateria informatica essenzialmente esiste perche' esiste il copyright.Elimina il copyright ed hai eliminato la pirateria.Semplice!> Ancora più interessante> trovare un'alternativa che salvi il tempo dei> creatori ed il futuro delle> creature.E' pieno di campi che aspettano di essere seminati la' fuori.Se non ti piace programmare, la zappa e' nel capanno degli attrezzi.panda rossaRe: Antagonismi sociali?
- Scritto da: panda rossa> > scoperta, anche solo per caso è "Ora come posso> > ricavarne denaro> > sonante?"> Questo lo hai letto su Topolino in una storia con> protagonista Zio Paperone, per> caso?Affatto... basta osservare. Purtroppo, niente è gratis sul pianeta, ogni cosa ha un suo costo. Non sempre è giusto che sia così, ma quasi sempre accade così. Ed a volte, il problema non è l'esistenza di quel costo, è come viene calcolato. > I ricercatori e gli scienziati ci sono sempre> stati, anche quando il denaro non> esisteva.Ma avevano la possibilità di sopravvivere facendo i ricercatori e gli scienziati a tempo pieno...> I re dell'antichita' e la ricca nobilta' in> seguito si sono sempre circondati di> ricercatori,studiosi e> artisti.... artisti, ricercatori ed artisti che si spostavano di corte in corte in cambio di vitto, alloggio e "Contatti". Tutte cose che il ricercatore di oggi deve comprarsi di volta in volta.La ricerca di quei tempi si fondava esclusivamente sul mecenatismo di nobili illuminati: prendi gli Estensi ad esempio. Ora che di lumi ce ne sono pochini, non a caso c'è la fuga dei cervelli presso università che garantiscono finanziamenti decenti ed attrezzature adeguate. > > numero di ore della vita dei programmatori che> > l'hanno creato, assicurandosi che non debbano> > fare altro che creare programmi per> > loro.> 22 euro l'ora?Come è stato fatto notare in un altro intervento, programmare un sistema operativo, o un gioco di particolare complessità, è un po' diverso e più impegnativo dal programmare poche righe di "spaghetti code". Quindi, in un sistema virtuoso, la proporzionalità tra impegno e remunerazione dovrebbe essere tale da garantire al programmatore la possibilità di portare a termine il compito assegnato dedicandosi in via esclusiva a quel compito.Nel sistema reale purtroppo agli x euro orari devi aggiungere x+y per coprire il ricarico della ditta datrice di lavoro del programmatore, x+y+z per i costi di distribuzione, e magari anche x+y+z+w per la tassa sui supporti vergini usati nel corso del packaging.Tornando allo stupendo paragone tra informatica e rivoluzioni industriali, la differenza funzionale tra un libro miniato ed un libro stampato era il costo inferiore e la distribuzione maggiore del secondo. Eppure è stato abbastanza per diffondere la cultura scritta tra i "peones".Forse che sia il caso di promuovere sistemi più razionali per la vendita di idee? Magari cinema meno costosi, o audio a "livello YouTube" per i più con possibilità per gli audiofili di acquistare qualcosa adatto alle loro Bosè. O vari pacchetti software con vari livelli di assistenza, downloadabili direttamente dal sito del produttore previo pagamento mediante paypal di un prezzo inferiore a quello che l'intera filiera porterebbe. > Lo studio, come lo sviluppo software, non> trasformano materia prima.Però generano un prodotto con la doppia caratteristica della spendita sul mercato e dell'utilità d'uso.> Stai sempre parlando della produzione di beni> materiali.Con questo, dubito che le software house e le case cinematografiche siano nemici all'interno di un sistema che ruba le idee. Sono semplicemente metodi per renderle produttive, e che potrebbero essere ulteriormente razionalizzati. > L'artista che produce musica, la produce su un> palco, e tu paghi il biglietto di ingresso per> assistere al concerto.Oppure la produce su sala di registrazione.> Il CD, il video su youtube, e tutto il resto sono> attivita' promozionali del concerto.Ci sono molti film che vengono prodotti per il solo home video. Molti CD che contengono remix di brani mai uditi da orecchio umano in concerto, o addirittura inediti.> Se un artista non e' in grado di riempire gli> spalti quando fa un concerto live, forse e'> meglio se ritorna a zappare.Il concerto è un'esperienza diversa dal CD. Non puoi dire che la carne in scatola è l'aperitivo della fiorentina.> I CD attualmente sono business per una> accozzaglia di parassiti destinati all'estinzione> e torneranno ad essere veicolo promozionale.O forse, mediante iTunes o strumenti simili, torneranno ad essere strumento dell'artista. Hai presente i CD venduti direttamente all'uscita dei concerti? Prova ad immaginare un "totem" dove metti un CD vuoto, pasticci su un touch e ti fai il CD del concerto che hai appena ascoltato. Se sei un audiofilo accanito, ti sei garantito "repliche" del concerto per almeno cinquanta anni.> Interessante? Questo dici di un sistema aperto> regalato all'umanita':> interessante?Interessante. Sì, ha enormi qualità ed enormi potenzialità. Quindi è degno di interesse. > Il business in questo caso e' l'assistenza, non il> software.Ma distinguere entrambi diventa difficile: quando compri il pacchetto, quello che ti danno in mano è un CD con un numero di telefono stampato in piccolo dentro la cover.> La piccola ditta dovrebbe (e c'e' chi lo fa)> regalare il suo software e vendere l'assistenza a> chi ne ha bisogno.> Ci arriveremo.Probabilmente sì. Per ora, ciò comporterebbe un forte rischio in capo alla piccola SH, che non so se potrebbe prendersi. > Elimina il copyright ed hai eliminato la> pirateria.> Semplice!Ma senza avere meccanismi per dare al creativo la possibilità di creare, presto finirà anche il piratabile. > Se non ti piace programmare, la zappa e' nel> capanno degli attrezzi.Almeno se zappi puoi mangiarti quello che semini.Ma se componi un'opera musicale in quattro movimenti, con che condimento la mangi?DrTofuRe: Antagonismi sociali?
@ nr: DrTofuMi dispiace dissentire ma la tua e' presunzione allo stato puro: la presunzione di essere nel diritto di rubare una cosa altrui. Te lo spiego. I beni possono essere materiali o immateriali. Il bene e' un qualcosa che ti fa "bene", che ti arricchisce materialmente o spiritualmente... E' qualcosa che desideri perche' ti da un vantaggio. Un bene puo' essere una casa, un libro, una canzone, una preghiera, un odore, un pezzo di pane o un'indicazione stradale... Il fatto che un bene sia immateriale non ti autorizza ad esserne il proprietario o il co-proprietario o l'usufruttuario, neanche se sei dotato di strumenti per impossessartene (P2P, fotocopiatrice, chiavistello...). Se dopo anni di fatica trovo la formula chimica per guarire dal mal di testa, quella formula mi appartiene e se la vuoi mi devi pagare. In questo modo la fatica per la conquista del bene viene ripartita tra tutti coloro "che ne usufruiscono". Mi sembra un principio sacrosanto. Giusto. E quando rimangono dei margini questi possono essere reinvestiti in altre ricerche, utili per tutti. E giusto e' anche il margine per il ricercatore, cioe' il premio per aver prodotto un bene. Se cosi' non fosse, ciascuno di noi eviterebbe di dedicare il proprio tempo alla ricerca di "beni" spendendo le proprie energie - "tanto posso sempre appropriarmi dei beni degli altri...". In breve tempo, nessuno piu' produrrebbe dei beni. Quindi, let me say, la tua visione del mondo e' inverosimile, e' una favola.Metti i piedi per terra e parliamo invece di scienza. C'e' una grandezza fisica che si chiama "lavoro", data dalla forza per lo spostamento. Il lavoro produce un bene. Ma per ottenere il bene bisogna applicare una forza, e modificare le cose (spostamento). Ecco, tu invece vuoi il bene altrui senza sforzo. Questo equivale alla parola "rubare". Analizzare una pillola per il mal di testa, estrarne la formula e riprodurla e' possibile cosi come e' possibile copiare un brano musicale. In entrambi casi si tratta di furto, cioe' di acquisizione di un bene senza l'applicazione di una forza e senza uno spostamento, cioe' senza lavoro. Per il principio di eguaglianza, tanto invocato impropriamente in questo dibattito, secondo me, il lavoro necessario alla produzione di un bene deve essere ripartito su tutti gli usufruttuari del bene stesso. Per far questo il bene puo' essere acquistato con del denaro o scambiato con altro bene, le cui produzioni in entrambi i casi hanno richiesto un pari lavoro. Questa e' uguaglianza. Non certamente le elucubrazioni sul "provocare artificiosamente la scarsita' del bene culturale" menzionato dall'autore dell'articolo. Qui nessuno provoca artificiosamente la scarsita', semmai il contrario. Si provoca artificiosamente (attraverso gli strumenti informatici) il furto di un bene, che finisce nelle tasche dei ladri, senza che questi abbiano effettuato alcun "lavoro".I pirati devono dire grazie alle limitazioni alla pirateria oggi vigenti, perche' se non vi fossero limitazioni alla pirateria, se tutti fossero pirati, e a tutti fosse conXXXXX il diritto di rubare, nessuno piu' produrrebbe beni... da rubare. Meditate pirati, meditate. La vostra sopravvivenza e' data dal fatto di essere una minoranza, e di vivere in un ghetto, altro che liberta'...;-)socrateAntitesi
Ho molto apprezzato il suo post, signor Calamari.Riprendo però il suo esempio della mela per farle notare una conseguenza da lei trascurata. E' vero: se c'è una mela sola dobbiamo spartircela, invece se le mele sono due possiamo scambiarle senza perderci niente. Ma......che succede se entrambi vogliamo avere più mele? Abbiamo entrambi i semi, ma il campo da coltivare resta uno. E se vogliamo spartirci anche il campo, poi uno di noi potrebbe ben pensare di recintare la sua parte e fare concorrenza diretta all'altro, e così via.Insomma qui non si parla di informazione o industria o agricoltura; si parla semplicemnte della vecchia dicotomia tra la condivisione e la privatizzazione. Tra sinistra e destra, tra reticolo e gerarchia.L'informazione è una forma di potere. Chi lo detiene lo conserva, chi non ce l'ha lo reclama. Facile, no?Per concludere, l'informazione è apparentemente non materiale, ma materiale è l'uso che se ne fa. Basti pensare al dilagare di testi sulla seduzione e sulla persuasione; testi che veicolano i principi della manipolazione, al fine di ottenere più soldi, più donne, più spazio e in generale più potere. Potere materiale.Individui come me e lei, che hanno passato anni sui libri, meritano di prevalere sugli altri così come un millennio fa il violento prevaleva sul mingherlino.Pierowww.pieroit.giovani.itPiero SavastanoMass media gratuiti fanno opinione
Comprendo le preoccupazioni dell'autore, ma cosa accadrebbe se stampa e altri media conservatori e governativi fossero a pagamento, e quelli di opposizione o rivoluzionari gratuiti? La gente userebbe quelli gratuiti e l'opinione dominante finirebbe con l'essere non piu' quella della classe dominante, come diceva Marx, ma quella opposta!Paolo P.Grazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiRedazione 04 09 2009
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