Web (internet) – Ha destato sensazione il messaggio di posta elettronica che Giorgio Pietrostefani è riuscito a far avere all’amico Adriano Sofri dalla sua latitanza attraverso la redazione de Il Foglio, il quotidiano di Giuliano Ferrara a cui Sofri collabora.
“Ciao Adriano, scrive Pietrostefani, al momento sto bene, per quanto giocare a nascondino a 56 anni finiti, con l’ipertensione arteriosa e una lieve cardiopatia, non sia il massimo”. Parlando di Ovidio Bompressi e della sua condizione fisica di cui si dice preoccupato, Pietrostefani ha anche scritto: “ogni mia decisione è innanzi tutto legata all’esito della sua condizione”.
Adriano Sofri è da pochi giorni nuovamente detenuto nel carcere di Pisa dopo che la Corte d’Appello di Venezia aveva negato la revisione del processo che ha condannato Sofri, Bompressi e Pietrostefani per l’omicidio Calabresi. In quello che per le sue contraddizioni rappresenta forse il più paradossale dei procedimenti giudiziari nella storia recente del paese.
A Sofri si rivolge nella conclusione del suo messaggio l’amico Pietrostefani: “sono in ansia anche per te; immagino cosa ti frulli per la testa, non c’è bisogno di smentite”.