Software libero, nuovo appello a Vendola

Software libero, nuovo appello a Vendola

Nuova lettera aperta al presidente pugliese. La comunità open source torna ad esprimere allarmate preoccupazioni dopo l'accordo con Microsoft. Bisognerebbe invece raccogliere imprese ed associazioni libere da vincoli tecnologici
Nuova lettera aperta al presidente pugliese. La comunità open source torna ad esprimere allarmate preoccupazioni dopo l'accordo con Microsoft. Bisognerebbe invece raccogliere imprese ed associazioni libere da vincoli tecnologici

Appello per una Puglia libera dal software proprietario . Si intitola così una nuova lettera aperta al Presidente della regione Nichi Vendola, ancora una volta incentrata sul recente accordo con l’amministratore delegato di Microsoft Italia Pietro Scott Jovane.

Una missiva firmata da “programmatori, sostenitori e semplici utenti del software libero, di GNU/Linux, di Firefox, di OpenOffice.org , di Wikipedia”. Tra questi, Alessandro Bottoni e Athos Gualazzi del Partito Pirata Italiano . Ma anche il presidente dell’Associazione per il Software Libero Renzo Davoli e il vicepresidente dell’Associazione Linux Club Italia Roberto Tupone.

Esponenti di “tutto quell’universo che si muove intorno alla condivisione del sapere e alla libertà di poterne usufruire come bene comune e patrimonio collettivo dell’umanità”. A Vendola è stato così comunicato uno stato di profondo stupore, relativamente al protocollo d’intesa siglato con “il principale produttore di software proprietario del mondo”.

Un accordo che partirà anzitutto da una sorta di ricognizione sullo stato attuale della ricerca e dello sviluppo informatico nel territorio. Prima di provvedere alla creazione di uno specifico centro di competenza per la sperimentazione di soluzioni all’interno della pubblica amministrazione .

I vari firmatari hanno così ricordato quanto già affermato dall’Unione Europea: “neutralità tecnologica non può significare equidistanza tra software libero e software proprietario, ma deve significare invece libertà di sviluppare tecnologie aperte e interoperabili senza dover chiedere permessi, senza dover firmare contratti di non-divulgazione”.

“In poche parole – si può leggere nel testo della missiva – senza dover sottostare al modello che i produttori di software proprietario (in questo Microsoft è in prima linea) propongono da sempre. Un modello fatto di un uso distorto dei brevetti come strumenti per rafforzare la propria egemonia nel mercato, anziché come strumenti di innovazione”.

Allarmate preoccupazioni sono state espresse: “promuovere il software proprietario, le soluzioni informatiche di Microsoft in questo caso, significa infatti mettere una seria ipoteca sull’autonomia e sulla libertà della PA, dei cittadini e delle imprese, non solo per l’oggi ma per il futuro”.

Vendola – già oggetto di una pioggia di critiche da parte della comunità open source – dovrebbe pertanto riconsiderare l’accordo preso con Microsoft, riunendo le imprese locali e quei soggetti associativi che hanno scelto di promuovere prioritariamente il software libero.

“Se vorranno, le imprese che sviluppano software proprietario potranno unirsi accettando di rilasciare i loro contributi sotto licenze libere, e garantendo l’utilizzo gratuito e senza vincoli dei brevetti eventualmente coinvolti. In questo modo, il contributo della regione potrà davvero essere a favore del sapere pubblico e liberamente disponibile a chiunque per la crescita della Puglia, libera da vincoli tecnologici”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
3 dic 2010
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