Roma – La notizia l’ha battuta in queste ore l’autorevole New Scientist parlando dell’ennesimo ma forse non così banale “agente intelligente”, un software a cui si attribuisce la capacità di tracciare i comportamenti degli utenti per arrivare a prevenirli e, in particolare, a prevenire attacchi ad un sistema da parte di chi lo usa.
Stando a quanto affermato dal team di sviluppo dell’Università di Buffalo, negli USA, coordinato da Ramkumar Chinchani e Shambhu Upadhyaya, il software fin qui sviluppato potrebbe presto arrivare ad un livello di semi-perfezione nell’anticipare le mosse dell’utente, ma solo quelle sbagliate.
Il New Scientist nota che sistemi intelligenti oggi in uso per il monitoraggio delle reti mettono in campo un’affidabilità compresa tra il 60 e l’80 per cento, ma vi sarebbe ora la possibilità di “predire attacchi” fino a 94 casi su 100.
L’idea di fondo del software è studiare l’uso del sistema, i comandi introdotti, l’attività dei singoli utenti di un apparato. E di far partire l’allarme qualora quanto monitorato esca dai parametri così definiti. Il tutto in tempo reale.
I vantaggi di questo sistema, che sembra voler mettere al bando l’eventualità di comportamenti fuori dalla “propria norma” da parte dei singoli utenti, sarebbero tutti nell’affidabilità, nella ridotta quantità di potenza di calcolo necessaria alla sua gestione e dunque nella scalabilità, con la possibilità di sottoporre a monitoraggio anche reti di grandi dimensioni.
L’intero articolo del New Scientist è disponibile qui .