Solar Impulse conquista il Pacifico

Solar Impulse conquista il Pacifico

L'aereo che vola senza una goccia di carburante ha completato con successo la traversata del Pacifico. Ma l'avventura non è ancora finita
L'aereo che vola senza una goccia di carburante ha completato con successo la traversata del Pacifico. Ma l'avventura non è ancora finita

Solar Impulse , l’ambizioso progetto svizzero del velivolo ultraleggero ad energia solare, il cui primo prototipo (HB-SIA) è stato presentato al pubblico nel 2009 , perfezionato poi nel 2011 con il nome Solar Impulse 2 (HB-SIB), ha completato la traversata del Pacifico dopo una lunga sosta (non programmata) alle Hawaii, che ha permesso al team di risolvere i delicati problemi di surriscaldamento riscontrati alle batterie.
L’atterraggio in California è avvenuto a Moffett Airfield, Mountain View, e ad accogliere in aeroporto Bertrand Piccard (ideatore del progetto, nonché pilota insieme ad André Borschberg ) c’era nientemeno che Sergey Brin, fondatore di Google, uno dei partner ufficiali che finanziano questa impresa.

L’aereo ha viaggiato a una velocità media di circa 65 Km/h e prima di atterrare, Piccard ha sorvolato il Golden Gate Bridge , regalando agli spettatori presenti un assaggio dell’enorme apertura alare del Solar Impulse, di ben 72 metri (di poco inferiore a quella di un Airbus A380, il più grande aereo passeggeri di linea nel mondo).

Ma l’avventura non è finita: nei prossimi mesi, Solar Impulse traverserà in cinque tappe gli Stati Uniti, l’Atlantico e l’Europa per raggiungere nuovamente Abu Dhabi , la capitale degli Emirati Arabi Uniti dalla quale è partito il 9 marzo 2015 . Una località per nulla scelta a caso: è qui che ha sede l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) e la Masdar City , la città solare ideata dall’architetto Norman Foster .

Dal punto di vista tecnico, Solar Impulse rappresenta davvero una grande sfida. I vincoli più stringenti nella riuscita del progetto sono dati proprio dall’efficacia dei 200 metri quadrati di celle solari (posizionate su ali, fusoliera e timone), progettate e realizzate da SunPower , e dalla capacità degli accumulatori ai polimeri di litio. Di giorno l’aereo sale più in alto per favorire la carica delle batterie: il velivolo non ha una cabina pressurizzata, ma ossigeno supplementare e vari supporti ambientali per permettere al pilota una quota di volo di 3.600 metri . Di notte, invece, plana usando a basso regime l’energia accumulata dalle batterie. In un arco di 24 ore il suo propulsore eroga una potenza media di 8 cavalli (6 kW), simile a quella usata dal Flyer dei fratelli Wright nel lontano 1903.

Dal punto di vista sociale l’obiettivo è altrettanto ambizioso, sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dell’ ecosostenibilità , mostrando i progressi che è possibile raggiungere con un uso intelligente delle energie rinnovabili . Quando nel 2000 Piccard propose a tecnici e industriali il suo progetto di un velivolo in grado di sorvolare l’intero globo terracqueo spinto dalla sola energia solare, gli dissero che era irrealizzabile. Ora che il Pacifico è stato conquistato, dovranno tutti ricredersi.
Non è da escludere che l’esperienza accumulata da Solar Impulse servirà a sviluppare aerei solari leggeri, magari senza pilota, ma al momento la missione principe del progetto resta Future is clean (letteralmente, il futuro è pulito).

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Pubblicato il
26 apr 2016
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