Soldi alle PMI per comprare tecnologia

Soldi alle PMI per comprare tecnologia

Questa la via pensata dal ministero all'Innovazione per spingere piccole e medie imprese italiane ad investire nelle nuove tecnologie che possono rivoluzionare il proprio business. Aiuti sì, ma non azzardatevi a chiamarli così
Questa la via pensata dal ministero all'Innovazione per spingere piccole e medie imprese italiane ad investire nelle nuove tecnologie che possono rivoluzionare il proprio business. Aiuti sì, ma non azzardatevi a chiamarli così


Roma – Le piccole e medie imprese italiane non investono molto in tecnologia perché percepiscono i nuovi strumenti dell’innovazione più come un costo che come una opportunità e quindi bisogna dar loro una spintarella per metterle sulla retta via. A sostenerlo è stato ieri il ministro all’Innovazione Lucio Stanca nel corso di un convegno organizzato da SMAU.

Stanca ha parlato della necessità di incentivi permanenti per l’innovazione nelle PMI ma ha tentato di non far passare il concetto di un aiuto di Stato alle imprese affermando che “non si tratta di sostenere la nostra industria, che ha potenziali rilevanti, in un momento congiunturale sfavorevole, quanto fornire impulso alle imprese che attualmente non innovano”.

Il ministro ha annunciato che “sono allo studio misure permanenti per le piccole e medie imprese che utilizzano la innovazione tecnologica per accrescere la loro competitività” e ha caldeggiato il “coinvolgimento diretto di tutte le associazioni imprenditoriali per portare avanti questo indifferibile obiettivo”.

È evidente che un aiuto permanente a quelle imprese che non innovano abbastanza secondo i criteri del Governo, si potrebbe tradurre in un rilancio della domanda di ICT il cui calo è stato denunciato nei giorni scorsi dall’associazione dei produttori italiani Assinform e ribadito dagli ultimi studi della IDC.

Secondo Stanca, tra i motivi per i quali la rete è spesso concepita come inutile dalle PMI o per cui la banda larga è un concetto alieno, va considerato il fatto che il 95 per cento delle imprese ha meno di 20 occupati. “Questo – ha affermato Stanca – comporta un gap culturale che impedisce di comprendere appieno le possibilità offerte dalle nuove tecnologie che vengono, invece, percepite come costì cui non corrisponde un aumento di redditività”.

Stanca ha concluso parlando appunto di una mano visibile che sostenga la spesa tecnologica delle PMI: “Un impegno che porti ad un provvedimento di carattere culturale, permanente, continuo, anche se l’intervento del Governo, pur importante, è complementare e di per sé non risolutivo”. Ma non si parli di aiuti di Stato.

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Pubblicato il
7 mar 2003
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