Web – Dicono di essere sul punto di “liberarsi” di 800mila mousepad. Tanti sarebbero gli utenti Internet che in qualche settimana hanno riempito con tutti i propri dati personali le caselline di un form online pur di farsi spedire a casa un mousepad “all’ultima moda”. I geni inventori di questa fabbrica di dati, poi rivenduti a peso d’oro alle concessionarie di pubblicità, sono quelli di FreeMousePads.com .
Il loro sito è composto da poche e, pare, efficacissime pagine. Un sito che viene pubblicizzato su molti spazi online, compresi quelli di alcuni dei più celebri network sparabanner . L’obiettivo dichiarato è quello di raccogliere il più alto numero possibile di informazioni sui navigatori della Rete non solo per inviare loro numerose newsletter pubblicitarie ma anche per rivendere quei dati alle società specializzate nella promozione online, come le concessionarie, pronte a tutto pur di conoscere approfonditamente i profili degli utenti Internet.
Il form raccoglidati – oltre alle informazioni di base, come nome, cognome e indirizzo – chiede di inserire la propria email, la propria età e con un guizzo d’inventiva chiede anche di segnalare quante persone utilizzeranno il mousepad che verrà inviato “come premio” a chi avrà consegnato i propri dati. Ma per avere il bonbon occorre anche indicare “i propri interessi” in una apposita tabellina, segnalare se si possegga o meno un sito Web e “scegliere” se essere iscritti ad alcune favolose newsletter di prodotti a cui, se non si sceglie, si è iscritti di default.
Come altri servizi email, anche italiani, le iscrizioni a queste newsletter non richiedono conferma. Se qualcuno volesse farla pagare a qualcun altro, dunque, su queste pagine troverebbe un ottimo tool per inondargli di pubblicità la casella di posta elettronica. Quattro clic ed è fatta.
Una volta inseriti i dati nel form e cliccato su “continue”, si viene avvertiti che l’arrivo del mousepad può richiedere fino a 12 settimane di tempo, tre mesi. E questo perché l’invio dei mousepad, al contrario di alcune newsletter pubblicitarie quotidiane, avviene quattro volte l’anno. Ma così si fa, come si legge sul sito, per avere successo: “Dal 1996 abbiamo dato agli inserzionisti quello che cercano: più clienti, più dritte, più clic, più risultati e più ritorni economici. Il tuo portale del profitto”.