Spam! Mon amour...

Spam! Mon amour...

Chi spamma sa di spammare? E come giustifica le sue azioni? Ecco un campionario di email spammatorie dove si cerca di giustificare quello che si combina. Inutile resistere? Ogni resistenza è davvero inutile? Le chicche del mese
Chi spamma sa di spammare? E come giustifica le sue azioni? Ecco un campionario di email spammatorie dove si cerca di giustificare quello che si combina. Inutile resistere? Ogni resistenza è davvero inutile? Le chicche del mese


Roma – “Il vostro indirizzo di posta elettronica è nella nostra lista di distribuzione. Se non voleste più ricevere posta da noi basta rispondere alla medesima scrivendoci “non interessati”.
Se l’indirizzo non fosse giusto, siete pregati con la medesima di comunicarci l’indirizzo esatto, così fa facilitare le nostre comunicazioni”.

Questo straordinario “disclaimer”, denso di contraddizioni e nell’originale scritto tutto in maiuscolo, Punto Informatico l’ha letto in fondo ai messaggi non richiesti (spam) inviati da uno spammatore che da diversi mesi intasa la rete italiana. In questo caso, non solo l’utente si ritrova iscritto a mailing list alle quali non si è mai voluto iscrivere, ma gli viene persino chiesto di rispondere con un indirizzo “giusto” qualora quello della propria mailbox, alla quale evidentemente il messaggio è arrivato, fosse “sbagliato”…

Ma non è l’unica chicca.

Nei giorni scorsi è circolata un po’ dappertutto una mail dal subject entusiasta: “Ciao a tuttiiiiiii, sono Alessandra!”. Nell’email si promuoveva un sito a contenuto erotico e il testo del messaggio spiattellava con tale chiarezza la propria natura da non lasciare alcuno spazio alla fantasia. Nel “disclaimer” finale del pornomessaggio sparato online senza troppa cura su età o gusti dei destinatari si legge, tra le altre cose: “Secondo l’art. 1618 paragrafo 111 deliberato al 105° congresso USA, questo messaggio non costituisce SPAM poichè include la possibilità di essere rimosso.” A parte la singolare metonimia, quello che ha colpito nell’email è il riferimento alle leggi americane, visto che non solo la lingua del messaggio è l’italiano ma anche il dominio del sito che viene pubblicizzato, e l’intestatario dello stesso, sono italiani.

Punto Informatico ha scritto ad “Alessandra”, che ha risposto, cosa inusuale per uno spammer, affermando, tutto rigorosamente in maiuscolo: “Sì, + o meno so cosa è questo benedetto spamming, ma se la gente fa scherzi cretini inserendo mail di altri io che ci posso fare?”. Il problema, dunque, sarebbe nel fatto che non c’è un meccanismo di conferma all’iscrizione delle mailing list di Alessandra, una “pecca tecnica” purtroppo diffusissima sulla rete. Prima degli “smak smak” finali, Alessandra ha anche scritto: “Se qualche minore legge il mio messaggio certamente non è colpa mia, ti ripeto, fino a quando internet sarà questo caos…. + di tanto non so cosa farci!!”

Da segnalare anche la comunicazione in calce ad un’altra interessante lettera spammatoria giunta nei giorni scorsi. Sotto la dicitura “NOTA IMPORTANTE”, è apparso: XXXXX rispetta il Suo tempo on line e la Sua Privacy. Lei non è inserito in nessun lista o database e la comunicazione non verrà ripetuta. Può comunque usare il mail stop cliccando sul seguente collegamento.
Mailto:monia@xxxxxxx?subject=STOP NEW
In questo caso lo spammer sostiene che non ci saranno altre email ma che è comunque meglio cliccare una URL. Da sempre uno dei consigli dell’antispam agli utenti che ricevono email non richieste è di *non* cliccare sulle URL e non cancellarsi da mailing list alle quali non ci si è iscritti. Il rischio è solo quello di dare a spammer senza molti scrupoli la sicurezza che a quell’indirizzo corrisponde effettivamente un utente…

Per concludere, la chicca finale di un sito di ecommerce che ha tempestato molti con messaggi mai richiesti, riguarda il concetto di database: “Riceve questa e-mail perchè il Suo indirizzo è inserito in un database pubblico. Per non ricevere più aggiornamenti, è sufficiente rispondere a questa e-mail manifestando la volontà di essere cancellati dalla newsletter.”

In questo caso non solo si richiede un’azione di cancellazione per ciò a cui non ci si è mai iscritti ma anche si sostiene che il proprio indirizzo sarebbe invece inserito in un database pubblico, una segnalazione che farebbe rizzare i capelli a chiunque cerchi di ridurre la quantità di spam che finisce nelle proprie mailbox. Alla richiesta di spiegazioni di un redattore di Punto Informatico, l’ineffabile ditta ha spiegato: “per “database” si intendono tutte quelle strutture (di dominio pubblico) che si trovano su Internet e che contengono informazioni, quindi sono da considerarsi database: siti, newsletter, gruppi di discussione, ecc.

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Pubblicato il 25 set 2001
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