Spammi? Paghi mille dollari di multa per email

Spammi? Paghi mille dollari di multa per email

Accade negli USA, dove il gruppo Peacefire.org ottiene una condanna esemplare sulla base di leggi locali, che vietano azioni di invasione delle mailbox degli utenti
Accade negli USA, dove il gruppo Peacefire.org ottiene una condanna esemplare sulla base di leggi locali, che vietano azioni di invasione delle mailbox degli utenti


Washington (USA) – Significativa vittoria in tribunale quella incassata da Peacefire.org , gruppo che si batte per le libertà civili. Un tribunale dedicato ai crimini minori ha infatti sentenziato che tre soggetti diversi, accusati da Peacefire per le loro azioni di spam, dovranno pagare mille dollari per ciascuna email inviata in contrasto con le leggi antispam dello stato di Washington.

Lo Stato di Washington anni fa adottò per primo negli Stati Uniti una legislazione pensata per punire l’invio di email commerciali non richieste e contenenti invasive promozioni, pubblicità e offerte commerciali. Il mancato “opt-in” dei destinatari, ovvero la loro mancata dichiarazione a voler ricevere quelle comunicazioni, ha ora portato alla sentenza secondo cui Red Moss Media, Paulann Allison e Richard Schueler dovranno pagare fino a mille dollari per ogni azione di spam. La legge infatti prevede che le aziende possano ottenere fino a mille dollari di risarcimento per ogni email ricevuta in questo modo, e i privati fino a 500 dollari.

Bennett Haselton, il giovane promotore di Peacefire, ha spiegato che “se riusciamo a denunciare un numero sufficiente di spammer allora la quantità di spam scenderà, oppure gli spammer dovranno rassegnarsi a pagare per il privilegio di fare quello che fanno”.

Secondo Haselton, senza pene severe lo spam non si fermerà perché rappresenta comunque un business possibile. E ha insistito che la battaglia è durissima. “Mi sono reso conto – ha dichiarato – che anche se questo tribunale in Washington non si occupasse tutti i giorni di altro se non di casi di spam e concedesse il massimo tempo per ciascun caso, la sua azione non avrebbe ancora un impatto significativo sul reddito generato ogni anno dalle azioni di spam”.

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Pubblicato il
27 mar 2002
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