L’Europa avrà il suo razzo vettore di nuova generazione, un obiettivo raggiunto grazie all’accordo tra i governi del continente e, soprattutto, in seguito all’intesa tra Francia e Germania, le due principali nazioni coinvolte nel progetto.
Si tratta, in sostanza, di modernizzare ulteriormente la “vecchia” tecnologia di Ariane 5 , già più volte aggiornata , per restare al passo coi tempi e le esigenze delle missioni spaziali di ESA (European Space Agency): il nuovo vettore che si chiamerà Ariane 6 .
Si tratterà di un progetto “low-cost” rispetto alla generazione precedente, pari a un finanziamento totale di 8 miliardi di euro, budget con durata decennale che si concluderà con il primo lancio di un razzo Ariane 6 nel 2020. Oltre alla produzione del nuovo vettore, i 20 ministri della scienza che hanno partecipato al meeting hanno approvato il supporto continuato delle attività a bordo della ISS (800 milioni di euro) e il lancio della missione ExoMars nel 2018.
I nuovi finanziamenti sono primariamente il frutto di un compromesso tra Francia e Germania, con la prima interessata a mantenere buona parte della sua (costosa) industria spaziale e a sviluppare un razzo vettore tutto nuovo, e la seconda a favore di un aggiornamento della tecnologia del precedente. In funzione di questo compromesso, Ariane 6 includerà elementi sia del progetto originale per il nuovo vettore sia elementi dell’upgrade voluto dalla Germania. I posti di lavoro dell’industria spaziale europea dovrebbero quindi essere (più o meno) salvi, e le attività di ESA procedere senza intoppi per almeno un altro lustro. O addirittura un decennio: la Conferenza dei ministri degli Stati membri dell’Agenzia spaziale europea ha dato il via libera anche all’aggiornamento del vettore Vega , Vega C. “Entrambi i lanciatori avranno un unico motore, di produzione italiana – ha spiegato il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini – questo porterà all’industria del nostro Paese oltre dieci anni di attività produttiva di alta tecnologia”.
La scelta di sviluppare un razzo low-cost deriva poi dalla necessità di fronteggiare la concorrenza internazionale, sempre più focalizzata sul risparmio dei costi, negli USA e non solo. Le ambizioni sono sempre le stesse, e il Giappone prova ancora una volta a sondare la superficie di un meteorite con la sonda Hayabusa 2 , mentre gli States sono attivamente impegnati nel mettere alla prova la capsula Orion, con l’obiettivo di portare il primo uomo su Marte.
Alfonso Maruccia