Roma – La memetica, nuova branca dello scetticismo radicale, direbbe che il desiderio di possesso di oggetti “ipertech” è dettato solo ed esclusivamente da pavloviane programmazioni mentali effettuate da abili pubblicitari, condizionamenti effettivamente presenti nell’immaginario (maschile, per lo più) che inducono a considerare ogni tipo di gadget indispensabile.
Dopo circa un anno di quotidiana sperimentazione con un Handspring Visor (PalmOS) mi sono convinto (appunto) che questi dispositivi possono realmente portare un incremento di produttività personale. Questo risultato è però conseguenza di uno sforzo di organizzazione mentale che va intrapreso prima di riuscire a sfruttare il 100% delle potenzialità offerte. In fondo, anche imporsi di usare correttamente i supporti cartacei (rubrica, agenda, lista delle cose-da-fare…) implica una piccola fatica poi largamente ricompensata.
È la storia della nostra vita: la tecnologia non interviene quasi mai in modo indolore, e comincia a portare dei vantaggi (indubbiamente rilevanti) solo dopo che le abbiamo permesso di inserirsi adeguatamente nella nostra giornata. L’esempio più chiaro forse è quello della e-mail: a nessuno che abbia l’opportunità di contattare un interlocutore via posta elettronica verrebbe mai in mente di ritornare al sistema tradizionale con la sua lentezza, ingombro e difficoltà di archiviazione.
Il palmare ci viene in aiuto permettendoci di leggere off-line (e”off-office”, soprattutto) mail e post dei newsgroup durante quelli che normalmente verrebbero considerati “tempi morti” (in metropolitana, sul treno, in fila a uno sportello, nell’anticamera del dentista).
Molto più importanti le opportunità offerte dalle connessioni wireless. Un cellulare di medio costo (diciamo intorno ai 175 euro) anche solo GSM (quindi con velocità di connessione di 9600 bps) svolge egregiamente il compito per piccole quantità di dati: scaricare una ventina di e-mail o di news richiede circa sei minuti, una quantità di tempo che con le tariffe agevolate di alcuni operatori telefonici vengono a costare circa 0,5 euro. Grazie ad AvantGo ho potuto seguire quotidianamente le vicende della prima fase della guerra in Afghanistan anche se ero spesso in viaggio in treno.
Il collegamento può essere effettuato tramite IrDA, cavetti seriali e ora anche Bluetooth. Il cellulare e il palmare vivono una simbiosi profonda, che va anche in direzione opposta: esistono software di gestione di logo, suonerie e, soprattutto, rubrica e SMS. Chi ha esigenza di maggiore velocità può rivolgersi ai cellulari GPRS (ancora poco supportati dai gestori e costosi) oppure a modem esterni, posto che si abbia a disposizione una linea telefonica fissa, il che spesso è esattamente il problema.
Un’analisi anche sommaria e ancora appena abbozzata come questa mette già in evidenza che il cuore delle attività legate all’utilizzo di un computer handheld è rappresentato dalla connettività.
Mi è capitato di sperimentare un controllo remoto di un web server tramite PalmVNC e connessione cellulare: far ripartire un’applicazione andata in crash o effettuare semplici interventi di manutenzione sui PC dei nostri clienti non sarà più un problema nemmeno se saremo fuori sede. Grazie a Bluetooth è possibile connettersi ad altri palmari, a stampanti e personal per trasferire e stampare documenti, in modo agevole e veloce, e le reti wireless non sono già più una novità.
Dal punto di vista “Personal Digital Assistant” i software in dotazione e le centinaia di utility reperibili in rete offrono tutto il supporto che si può cercare. Orari settimanali, diagrammi di Gantt, to-do list strutturate, convertitori di valuta, gestione di liste della spesa e dei conti correnti, stradari e orari dei mezzi pubblici, dizionari di varie lingue: nel taschino di un manager, nella borsetta di un’avvocatessa o nello zainetto di uno studente universitario un palmare fa ugualmente comodo.
Le funzioni di raccordo con i PC sono ormai evolute notevolmente e i documenti in formato Word, Excel, Adobe Acrobat, i file HTML e molti formati di immagini digitali sono facilmente visualizzabili e modificabili anche dal nostro handheld.
Chiaramente l’interfaccia lascia ancora un po’ a desiderare: la dimensione ridotta dei display e, in alcuni casi, la scomodità dei dispositivi di input (le famigerate pennine – o stili, che dir si voglia) e il supporto non sempre adeguato per l’audio rendono ardue operazioni che sul desktop dell’ufficio richiederebbero pochi istanti. Da notare come, d’altro canto, operazioni la cui durata affogherebbe tra i vari tempi di bootstrap, caricamento e shutdown risultino decisamente più agevoli sul palmare (ad esempio ricontrollare un indirizzo o il testo di una mail poco prima di uscire, quando si è già spento il personal).
Quando l’inserimento del testo è un’attività prioritaria si rende indispensabile una tastiera esterna. Esistono al momento tre opzioni: tastiere a grandezza naturale rigide (come la Landware GoType! ), pieghevoli (come la Targus Stowaway ) o da usare con i pollici (come Seiko Thumbboard ).
La Innopocket commercializza un interessante oggettino che offre sia connessione a una qualunque tastiera PS2 esterna, sia funzionalità di culla per la sincronizzazione.
La prima parte di questo articolo è stata composta direttamente sul palmare con la tecnologia Graffiti, il software di word processing Wordsmith e con l’inestimabile aiuto di Textplus . La stesura è stata più faticosa e lenta del consueto, ma nel complesso fattibile. La seconda parte è stata più agevolmente “pollicitata” con Thumbboard (e Textplus in questo caso ha dato il suo meglio). Le revisioni finali sono state invece effettuate sul PC.
La funzione elettiva è però la consultazione dei testi: e-book, articoli, manuali e appunti raccolti in pochissimo spazio, con comode funzioni di indicizzazione e ricerca. Personalmente ho letto già alcuni e-book e, nonostante preferisca sempre un buon libro, trovo che la consultazione sia agevole anche sul piccolo schermo di un Visor a toni di grigio. Se cercate e-book in italiano (gratuiti), magari i grandi classici della letteratura italiana e straniera, potete trovarli su ItaPUG che da qualche mese ne pubblica uno al giorno in collaborazione con LiberLiber .
Altre applicazioni che ho sperimentato nella vita quotidiana?
La lista della spesa con il programma freeware HandyShopper che gestisce prezzi, quantità, negozi abituali. Anche se all’inizio ci si sente un po’ osservati quando si estrae un palmare dal fornaio, è molto più pratico del classico foglietto che immancabilmente si mimetizza tra gli scontrini nel portafogli.
Conversione valutaria con Currency , una potente e versatile utility che fornisce una visione d’insieme del valore di una cifra nelle diverse monete, con un database aggiornabile dal web. In tempi di Euro e acquisti on-line è indispensabile.
Utilissimo per chi frequenta corsi, lezioni o cicli di conferenze è il piccolo Timetable che con una efficace interfaccia grafica permette di inserire, modificare e consultare un orario settimanale ricordandoci anche le aule.
Un ingegnere del software (o chiunque debba gestire dei progetti complessi) non può fare a meno di Progect (sic) che estende le possibilità delle liste to-do rendendole gerarchiche e fornisce molti tool per tenere sotto controllo l’andamento del lavoro.
Una infinita serie di programmi di miglioria dell’interfaccia, driver per gli accessori, utilità di ogni tipo completano la dotazione del palmare di ogni vero power user.
Nemmeno l’area entertainment è da sottovalutare, ma per questo vi consiglio di leggere avanti…
Palm e Handspring si stanno contendendo con grande intelligenza il mercato indirizzando i loro sforzi su target leggermente diversi: la prima punta su un’estetica elegante e compatta, “aziendale”, da manager “fighetto” (consentitemi l’espressione); la seconda corteggia invece il giovane hobbista, magari un po’ smanettone e con una molteplicità di interessi che le numerose espansioni Springboard possono supportare. Ovviamente nessuna delle due aziende trascura completamente la fascia opposta (cfr. linea m100 e Visor Edge), ma direi che almeno in una prima approssimazione questa distinzione ha un suo senso.
3Com/Palm , un po’ alla rincorsa sul fronte modularità, ha adottato la via delle Secure Digital Card. Oltre alle espansioni di memoria e a dizionari e e-books di vario genere Palm annuncia fotocare digitali, GPS e lettori di codice a barre “match-box-sized” (ciè delle dimensioni di una scatola di fiammiferi.
I nuovi modelli , con livree colorate e sempre eleganti, sono tre.
m105 segue le orme di m100, ma è un palmare molto più usabile con 8 MB di memoria di base. L’unica caratteristica che sembra differenziarlo dai fratelli maggiori è l’uso di batterie non ricaricaribili. m500 raccoglie la pesante eredità del glorioso Vx, e m505 offre anche lo schermo a colori. Tutti e tre hanno un doppio slot SD. Potete trovare una tabella comparativa sul sito della Palm.
La dotazione software è di rilievo: oltre a Documents To Go v3.0, compatibile con Microsoft Office, ci sono AOL for Palm OS, Palm Reader, MGI PhotoSuite, AvantGo, Mobile Connectivity Software, powerOne Calculator, PocketMirror v3.0 e Palm Desktop v4.1 per Windows.
In questo periodo per chi acquista un Palm c’è in omaggio una scheda da 16 MB. E in più Handango e Palm hanno stretto un’alleanza che non potrà che dare buoni frutti.
Intanto Handspring si sta facendo aggressiva sul nuovo fronte dell’integrazione con il mondo cellulare. Per ammissione dello stesso Patrice Henry, responsabile europeo di Handspring, il Visorphone (modulo Springboard GSM) aveva delle scomodità intrinseche che hanno scoraggiato i potenziali clienti; tra i “contro” elenco volentieri il prezzo piuttosto alto del modulo: chi acquista un palmare ora può averlo con un forte sconto, ma i possessori di lunga data devono andare incontro a una spesa ingiustificata e nettamente superiore a quella dell’acquisto separato.
Il risultato di un brainstorming che ha coinvolto anche gli utenti interni all’azienda è stato Treo , di cui abbiamo già parlato su queste pagine .
Il nuovo palmare/cellulare (o “Communicator”, secondo la definizione di Handspring) è un dual band; ha l’opzione (e mi sembra il minino) di effettuare chiamate direttamente dall’applicazione AddressBook; gestisce chiamate a tre; ha il Vibracall; batterie agli ioni di litio (2.5h comunicazione/60h standby dichiarate); può essere aggiornato a GPRS via software; è piuttosto piccolo e leggero (solo 140g); non ha in dotazione la tradizionale culletta di Hotsync, ma un più portatile cavetto (che va aggiunto al caricabatterie da viaggio); è dotato di 16 MB di memoria; ha una rotellina clickabile, il Jog Rocker (mutuato da mouse, cellulari e altri palmari); esiste una versione con silkypad+Graffiti(180g) e una con microtastiera(180); i Treo 180 hanno lo schermo a 16 toni di grigio e usciranno tra poche settimane; il Treo 270 (display a colori) sarà in vendita della metà del 2002.
Treo è fornito di tutte le applicazioni standard di PalmOS 3.5.2H e in più: One-Touch Mail (che, come avrete intuito, è un client di posta POP3), utility di SMS, il browser web Blazer che supporta HTML, WAP (WML/HDML), cHTML (I-Mode), e xHTML, implementa SSL (il protocollo di sicurezza a 128-bit), supporta i cookie e i server proxy che elaborano il contenuto web per renderlo adatto alla visualizzazione sul palmare senza appesantire troppo il client.
Al di la delle caratteristiche tecniche Treo è piuttosto maneggevole, esteticamente piacevole (tanto per la cronaca è disponibile soltanto nel colore blue acciaio ) e ha una mascherina di protezione trasparente che dovrebbe garantire la sopravvivenza del display a qualche caduta (ricorda un po’ quella di m100, inclusa la sensazione di “plasticosità”). Le prestazioni più squisitamente cellulari (ricezione, qualità dell’audio…) sono allineate con gli standard attuali e la navigazione sul web è ragionevolmente agevole per quello che ho potuto vedere. La nota dolente di un prodotto altrimenti ottimo è la scomparsa della Springport che ne limita l’espandibilità.
I moduli Springboard ormai non hanno più limiti di fantasia.
Nel settore degli adattatori di memorie sono supportate Compact Flash, SD e MMC. Grazie al software della Kopsis (che comprende programmi di gestione della memoria e un modulo di sistema che emula il VFS) si può espandere in maniera considerevole la memoria e archiviare immagini, filmati, file audio e documenti di ogni tipo sulle ormai economiche CF (un modulo da 64 MB ha un prezzo che si aggira sui 50-60 euro).
VFS (Virtual File System) è una novità di PalmOS 4.0 e introduce il concetto di File System su Palm. Questo non è molto apprezzato dagli utenti di vecchio stampo, poco abituati ad avere visibilità dei database se non attraverso le applicazioni in grado di gestirli, abituati a raggrupparli in categorie logiche anziché in “aree” fisiche. Ma è il segno dei tempi che cambiano. Intanto le applicazioni cercano di evolversi per sfruttare la memoria in più.
Nonostante i due colossi del mercato PalmOS siano Handspring e Palm, non è assolutamente da sottovalutare l’aggressiva Handera che ha sfoderato un nuovo prodotto dalle caratteristiche decisamente interessanti tra cui spiccano lo schermo ad alta risoluzione, le capacità di registrazione audio e il doppio supporto integrato per espansioni di memoria.
In una ironica tabella comparativa redatta da Palm (e quindi implicitamente attendibile;-) ) iPaq viene dato vincente solo per il suo display ad alta risoluzione. Vale la pena esaminarla per avere un’idea di come certi parametri vengano osservati da differenti punti di vista (e anche perché contiene informazioni tecniche abbastanza dettagliate sulle due serie Palm m500 e Compaq H3600).
La fantasia di Compaq nell’inventare nuove soluzioni per la sua area palmare è veramente lodevole: lo scorso anno a SMAU furono i primi a mostrare una WLAN funzionante che integrava anche gli iPaq, e quest’anno invece veniva proposto un “museo virtuale”. Questa particolare e futuribile applicazione permette di visitare una galleria di quadri guidati dal PocketPC che, stabilita la sua posizione grazie a opportunamente installati sensori infrarossi, scarica dalla rete wireless i dati audio della presentazione e li riproduce per lo spettatore. In questo la spiccata vocazione multimediale dei nuovi H3xxx si rivela estremamente preziosa.
I più recenti iPaq utilizzano PocketPC 2000 , l’ultima versione del micro sistema operativo Microsoft; l’upgrade è gratuito per chi ha acquistato un iPaq negli ultimi mesi del 2001. PocketPC ha un’interfaccia grafica migliorata che risulta molto accattivante sullo schermo TFT, ha un sistema di riconoscimento della scrittura più agile e tutti i software in dotazione sono stati migliorati, inclusi quelli di gestione delle comunicazioni.
Le caratteristiche tecniche di H3870, il modello di punta, sono impressionanti per chi ha visto l’evoluzione dell’informatica in questi ultimi vent’anni e ha avuto in casa PC molto, molto meno potenti.
Il processore è un Intel StrongARM SA-1110 RISC a 32 bit e 206 MHz; lo schermo è il classico TFT Touch Screen a 240 x 320. Per quanto riguarda la memoria la dotazione è di 64 MB di RAM e 16 MB di Flash Rom.
Il palmare ha 5 pulsanti frontali (acceso/spento e retroilluminazione, entrambi personalizzabili) e uno speaker, il quale ha anche funzione di joystick “cliccabile”; in più c’è il pulsante del registratore vocale.
Il cavo USB è in dotazione; opzionali il cavo seriale e lo slot per Card Expansion Pack.
C’è un sensore di luce ambiente per la regolazione automatica del display, la porta a raggi infrarossi, speaker e microfono. La qualità della registrazione audio è buona.
La lista di applicazioni è lunga: Calendario, Contatti, Attività, Registratore, Note, Word, Excel, Internet Explorer, Windows Media Player (MP3), Calcolatrice, Solitario, Inbox (per e-mail), Reader (ebook e audible.com), File Explorer
Applicazioni esclusive Compaq (preinstallate) QMenu: (Backup/Restore, Self Test, Auto Run – installa automaticamente le applicazioni quando viene inserita la card Compact Flash); QStart (menu che consente un lancio più rapido delle applicazioni organizzandole in categorie); QLaunch (passaggio da un’applicazione all’altra, chiusura di tutte le applicazioni, regolazione del volume, controlloalimentazione, accesso a QUtility, regolazione della retroilluminazione e controllo delle proprietà del display); Asset Viewer; Picture Viewer (per la lettura di file.bmp e.jpeg digitali); Pocket Video (per video MPEG4)
Applicazioni Microsoft su CD-ROM (scaricabili sul device) Microsoft ActiveSync (desktop device manager), Outlook 2000, Internet Explorer (per desktop), Media Manager (per la creazione sul desktop di MP3 o di file Windows Media da CD), Tscribe (tecnologia di riconoscimento scrittura per tutte gli stili corsivo, stampatello o misto), Microsoft eBook Reader
Il palmare è alimentato da una batteria da 950 mAh, polimeri di litio (10 ore di autonomia dichiarata). L’integrazione con Bluetooth rende questo modello indicato per l’utenza professionale.
Anche in questo caso la parola chiave rimane accessori . Espandere gli handheld Compaq rimane sempre un’operazione poco agevole a causa dell’ingombrante jacket (che, a onor del vero, nella nuova versione è stato considerevolmente snellito).
Non scordiamoci di HP Jornada , Casio Cassopeia e degli altri produttori che stanno preparando i nuovi modelli.
È opinione comune nell’ambiente che il primo vero sintomo del successo e della diffusione di una piattaforma presso il grande pubblico sia la nascita di videogame dedicati.
Sono innumerevoli i freeware e gli shareware che si possono reperire su Internet.
In particolare riscuotono successo i puzzle game, gli strategici e i giochi di ruolo. Si ripropongono classici come Minehunter, gli scacchi, solitari di vario genere, Artillery (l’antesignano del pluripremiato Worms). Se ne trovano quantità incredibili nei siti sullo stile di Palmgear e PocketGear .
Segnalo un freeware per PalmOS ancora in fase di sviluppo che mi ha molto colpito per la sua somiglianza con Zelda. Aldon’s Bundle è intrigante e con un’interfaccia essenziale riesce molto più divertente di tanti giochi distribuiti su DVD che però rimangono intrappolati nella loro stessa complessità.
E sul versante PocketPC, dove la potenza di calcolo è più generosa, GhostWorld ripropone i fasti di PacMan ma addirittura in 3D. Forse però riscuoterà più successo Strip Black Jack che dimostra ancora una volta che in fondo l’handheld è sempre la tecnologia più amata dagli uomini soli.
Ma è quando i grandi sviluppatori e reseller cominciano ad accorgersi di certe realtà che si ha la certezza che la loro dimensione non è più trascurabile.
Ubisoft importa in Italia prodott peri PalmOS e PocketPC .
L’arrivo su handheld di Rayman, icona della casa francese, è un indizio ancora più chiaro dell’interesse e dell’impegno profuso in questo settore. Rayman è disponibile sia nella versione a colori che in quella a toni di grigio. Ho effettuato il test di quella Palm/grayscale e devo ammettere che è stato molto divertente. Ovviamente i requisiti minimi sono un po’ alti (in termini di RAM e clock del Dragonball) ma il gioco risulta fluido e giocabile. L’unico appunto che si può muovere è sulla necessità di sparare il contrasto al massimo prima di lanciare il gioco per ripristinarlo all’uscita: le immagini in movimento potrebbero altimenti risultare illeggibili.
Per PalmOS è disponibile anche una suite di 5 giochi che comprende Toxic Boxing, un divertente ma ripetitivo gioco di boxe, Summer Volley, per chi ama il beach volley e i granchietti, Saturn Strike, un arcade classico, Atomino, il puzzle game per eccellenza, e Weeky Game che raccoglie la nuova tendenza dei rythm&dance game nipponici.
Si ripropone anche in queso particolarissimo ambito la sfida tecnologie “all purpose” contro dedicate, parallela a quella in atto tra PC e console; il Gameboy (Standard, Color e Advance), i palmari e i nuovi cellulari si scontreranno su questo piano? Gli ambiti applicativi, per ora molto diversi, non lasciano spazio a considerazioni di questo tipo.
Come appare il futuro da qui? Roseo ma incerto, direi.
Si assiste alla nascita di nuovi elementi di flessibilità che le case maggiori stanno favorendo per contrastare l’incalzante crescita di rivali giovani, innovative e competitive, poco rispettose degli angusti canoni fissati originariamente e rispettati quasi fossero dogmi. Questa vitalità non può che portare buoni frutti per i consumatori: calo dei prezzi e ampia gamma di scelta.
Purtroppo nel 2001 non si sono viste novità sconvolgenti. I nuovi palmari hanno processori più veloci, più memoria, schermi più grandi e ad alta risoluzione, nuovi tipi di pulsanti ruotabili e cliccabili… ma l’impressione è che l’avanzamento tecnologico venga centellinato (come al solito) per sfruttare il mercato sino in fondo senza bruciarsi tutti gli assi nella manica.
C’è ancora un po’ di confusione per quanto riguarda gli standard: Compact Flash, Multi Media o Secure Digital? Seriale, USB, IrDA, Bluetooth o IEEE 802.11b? Communicato o cellulare+palmare? E in tal caso GSM (scelta conservativa), GPRS o “aspettiamo UMTS”? Nel frattempo ognuno adotta la soluzione che appare al momento più adatta e incrocia le dita; oppure, avendone l’opportunità, le adotta tutte generando scendendo a inevitabili compromessi.
Appare tuttavia evidente come le dotazioni di memoria base dei palmari siano assolutamente insufficienti per le pretese che gli utenti stanno avanzando. Sia per il multimedia che per i grandi testi (un buon vocabolario della lingua inglese occupa almeno 3 MB) la memoria SERVE, possibilmente estraibile.
E non occorre solo memoria: quando il palmare da agendina elettronica è diventato computerino portatile a tutti gli effetti e ha conosciuto una larga diffusione si sono resi necessari accessori, gadget glamourosi e raffinati, moduli che permettessero di integrare funzioni non originariamente previste, le più strane possibili: da player MP3 a portafoto digitale, da fotocamera a telecomando a infrarossi, da cellulare a GPS.
In più il palmare deve permetterci di essere connessi ovunque. Mobile Internet. Dopo i tentativi falliti di rianimare WAP è l’unica soluzione. Ormai gli utenti sono abituati a portare con loro costantemente il cellulare, e aggiungere un altro oggetto (o addirittura integrarlo) non costerà loro alcuna fatica.
D’ora in poi andremo nei musei con il palmare al posto della guida? No, non credo: dotarsi di un impianto del genere richiesto è fuori dalla portata dei risicati budget di molti luoghi d’arte, e il noleggio sarebbe improponibile come costi e difficoltà di recepire del pubblico.
Però possiamo vedere già i corrieri che ci fanno firmare sul display di un palmare dotato di lettore di codici a barre con cui gestire in fretta magazzino e consegne, che verranno sincronizzate poi al rientro con il server centrale.
I tempi sono maturi, quindi, e le tecnologie anche. Non resta che attendere che siano alla portata di tutti. Oggi i prezzi di palmari usabili nella pratica partono da 250 euro per arrivare sino a 800 euro, ma sono i prezzi delle telefonate e una certa instabilità delle nuove tecnologie che ci traghetteranno verso UMTS (come GPRS e HDSC) a destare inquietudine. Come purtroppo già accaduto per le strutture di telefonia fissa l’utenza non “voce” ma “dati” viene tenuta in un angolino e non si fa nulla per incoraggiarla e promuovere un utilizzo più intenso. Anche i moduli e gli accessori a volte soffrono sul piano economico. Un palmare senza espansioni o con espansioni troppo costose corre il rischio di perdere una cospicua fetta di mercato che invece avrebbe conquistato con una politica promozionale più convinta.