Roma – Basta con la carta che affolla gli archivi documentali di imprese e studi professionali, soprattutto basta con la carta legata a ragioni di natura fiscale e tributaria. Le nuove normative consentono di far piazza pulita di quelle polverose tonnellate di fascicoli che costituiscono archivi che oggi possono essere digitalizzati. In ballo ci sono gli alti costi degli archivi, l’efficienza della ricerca documentale su supporto elettronico, l’abbattimento dei tempi di lavoro e una serie di ottimizzazioni procedurali.
A spiegarlo è stato il ministro all’Innovazione Lucio Stanca, ieri a Trieste in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’università giuliana, che ha parlato delle norme apparse in Gazzetta Ufficiale destinate ad aprire le porte all’ archiviazione ottica ed informatica dei documenti.
L’apparizione in GU della disciplina sulle modalità di assolvimento degli obblighi tributari tramite documenti informatici costituisce, secondo Stanca, il “riconoscimento giuridico di nuove opportunità di archiviazione ottica ed informatica dei documenti, come ad esempio fatture, ricevute, libri degli inventari , che consente da oggi ai 100 mila intermediari fiscali di eliminare gli archivi cartacei”.
L’impatto di queste novità è tale che l’ Agenzia delle entrate stima una riduzione drastica degli archivi delle 10mila imprese medio-grandi nella fase di avvio delle nuove procedure, riduzione che potrebbe portare all’eliminazione di almeno un miliardo di fogli che oggi contribuiscono al volume degli attuali archivi cartacei. “Un numero – ha affermato Stanca – destinato a crescere con la progressiva adozione di questa modalità di archiviazione digitale anche da parte delle imprese minori”.
Per ribadire con maggiore energia il concetto, Stanca ha anche ricordato la svolta della posta elettronica , ossia l’adozione delle norme e delle iniziative che entro la fine della legislatura dovranno portare su email le comunicazioni interne della pubblica amministrazione.