Il senatore Lucio Stanca (Forza Italia) esprime piena soddisfazione per il via libera della Commissione Europea al Fondo per lo sviluppo delle imprese innovative del Sud che aveva ideato e costituito nel 2005 come Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie.
“È un altro successo della politica per l’innovazione tecnologica del Governo Berlusconi ? ha sottolineato Stanca ? che si è oggi meritata l’apprezzamento del Commissario europeo alla concorrenza, Neelie Kroes, per i suoi obiettivi e contenuti. Il Fondo si rivolge alle imprese high-tech del Sud e, attraverso una compartecipazione dello Stato all’impegno degli investitori istituzionali, intende sviluppare nel nostro Paese una finanza innovativa per la creazione e lo sviluppo di piccole e medie imprese ad alta tecnologia, troppo spesso condannate a non esprimere il loro potenziale per la mancanza di iniziative di un mercato più efficace di venture capital”.
“Mi attendo dal Governo Prodi – ha continuato il senatore – una immediata attivazione del Fondo High-Tech ora che la Commissione Europea ha dato la sua approvazione, e che ne possa trarre ispirazione per una politica di sostegno a Bruxelles di un nuovo modello di sviluppo per il nostro Mezzogiorno, basato sull’innovazione tecnologica e sul grande patrimonio di risorse umane qualificate che il Sud esprime. Purtroppo, occorre vigilare affinché il nuovo Governo non disperda il patrimonio realizzato nel corso della precedente legislatura e che operi nella continuità di quanto realizzato”.
“Il successo dell’apprezzamento europeo al Fondo High-Tech – ha concluso Stanca – si inquadra nella complessiva valutazione della politica avviata dal Governo Berlusconi per l’innovazione tecnologica nelle imprese e che, per la prima volta, ha visto l’avvio di iniziative e provvedimenti, che sono già operativi, a sostegno delle aziende sul fronte della formazione, dell’accesso al credito mediante il fondo di garanzia, degli incentivi all’innovazione a favore sia dei distretti e filiere digitali che della creazione di 36 poli tecnologici, sino allo sviluppo di 11 territori regionali ad alto potenziale tecnologico”.