Web (internet) – Negli USA il dibattito sull’uso personale dell’accesso ad internet sui luoghi di lavoro è aperto da un pezzo e da qualche tempo si è iniziato a parlarne anche in Italia. I termini del problema sono spesso ricondotti dalla cronaca attorno ad una questione centrale, quella della privacy del lavoratore la cui attività online, negli States, può essere legalmente messa sotto osservazione dal proprio datore di lavoro.
In Italia questo non è possibile, almeno andando a guardare le disposizioni in tema di privacy, ma secondo uno studio condotto da Vault.com sulla realtà americana, forse la situazione non è così terribile come è sembrata dalle cronache che giungono da oltreoceano.
Stando a questo rapporto basato su 2.500 interviste, l’82 per cento dei datori di lavoro tollerano un uso personale di Internet entro “limiti ragionevoli” da parte dei propri dipendenti. L’86 per cento, inoltre, ritiene giusto l’uso anche personale della posta elettronica. Il 31 per cento, invece, impone qualche forma di restrizione nell’uso della rete.
I dipendenti, invece, utilizzano al 37 per cento internet “in modo costante” e spesso per ragioni personali, tanto che il 90 per cento naviga su siti che non hanno a che vedere con il lavoro almeno una volta al giorno, e l’84 per cento invia dalla propria postazione ogni giorno almeno una email personale.