Sulla rete i passetti della Corea del Nord

Sulla rete i passetti della Corea del Nord

di L. Assenti. Dalla fine dello scorso anno qualcosa ha iniziato a muoversi. Dopo il varo delle prime connessioni e l'autorizzazione ai primi siti il Governo di Pyeongyang ha agganciato un cavo broad band alla Cina. Il futuro è possibile
di L. Assenti. Dalla fine dello scorso anno qualcosa ha iniziato a muoversi. Dopo il varo delle prime connessioni e l'autorizzazione ai primi siti il Governo di Pyeongyang ha agganciato un cavo broad band alla Cina. Il futuro è possibile


Roma – C’era dell’emozione nei rapporti di stampa che nei mesi scorsi, a novembre 2001 per la precisione, diedero la conferma che il Governo della Corea del Nord per la prima volta rendeva legale la connessione ad internet e al mondo esterno, pur con tutti i limiti di una infrastruttura obsoleta e frammentaria. Un’emozione che ora si ripete, con l’annuncio del regime di Pyeongyang secondo cui nei prossimi giorni sarà attivato e utilizzato il collegamento a banda larga realizzato con la Cina.

Su quel cavo a fibre ottiche correrà il business di una lotteria virtuale che si trova al centro di una piccola ma significativa “rivoluzione”. La società della lotteria è infatti sudcoreana e ha dovuto superare le mille diffidenze delle amministrazioni nordcoreane per mettere in piedi una joint-venture e lanciare il proprio business. Sarà questa attività il primo esercizio commerciale a sfruttare la connessione broadband con la Cina, paese con il quale da sempre Pyeongyang tende ad avere rapporti fraterni.

Non tutto è risolto, naturalmente.

Per esempio agli utenti sudcoreani sarà almeno inizialmente vietato partecipare alla lotteria per ragioni di sicurezza nazionale. In un clima che pure sta conoscendo elementi di novità nello scontroso rapporto tra le due Coree, infatti, le leggi ancora vietano ai sudcoreani di intrattenere rapporti con chi vive nel Nord.

Non solo. Tra le due Coree in cerca di un possibile rapporto pesa anche un gap digitale enorme. Basti pensare che la Corea del Sud è presa in tutto il mondo come esempio di paese capace di sviluppare con estrema rapidità il broad band, la cui penetrazione e diffusione non ha paragoni neppure nei più avanzati paesi occidentali.

Ma ora qualcosa si muove e non ci si può stupire se qualche media insegue qualche succoso pettegolezzo. Per una volta sapere che Kim Jon II, figlio e successore di Kim Il Sung, sarebbe un appassionato di internet non solo fa piacere ma è persino utile.

In un paese dominato da un potere stabile e forte, dai contorni repressivi, dal nepotismo e dalle clientele, internet non può che rappresentare un antidoto la cui azione andrà seguita con attenzione.

Lamberto Assenti

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Pubblicato il 3 apr 2002
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