Sull'ADSL ora Telecom s'arrabbia

Sull'ADSL ora Telecom s'arrabbia

Telecom Italia non ci ripensa e arriva addirittura ad accusare le autorità di settore di bloccare le proprie offerte. La caccia ad una libertà d'azione a spese di tutti gli altri
Telecom Italia non ci ripensa e arriva addirittura ad accusare le autorità di settore di bloccare le proprie offerte. La caccia ad una libertà d'azione a spese di tutti gli altri


Roma – A quale gioco gioca Telecom Italia sull’ADSL? C’è da chiederselo con tutto quello che riesce a mettere in campo in queste ore. Prima annuncia il ritardo dell’offerta ADSL della controllata TIN , adducendo come “scusa” la mancanza di un ultimo via libera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e poi si prepara ad adire le vie legali se dall’Autorità non arriverà l’OK entro il 26 gennaio. Altrimenti, dice Telecom, l’azienda “ci rimetterà”.

Ora, che l’Authority su spinta di Infostrada abbia finalmente deciso di mettere il naso nelle mosse di Telecom Italia, come ieri ha confermato a Repubblica il suo boss Enzo Cheli ipotizzando problemi di posizione dominante, non solo è sorprendente ma è anche di certo un’ottima iniziativa; ma che Telecom ritenga il ritardo un problema per il proprio sviluppo è paradossale, conoscendo lo stato dell’offerta ADSL e il doppio filo che lega l’offerta Telecom a quella degli altri provider. Un doppio filo che fa degli operatori ADSL clienti Telecom e allo stesso tempo suoi concorrenti.

TIN, che aveva inizialmente annunciato il lancio della sua FastInternet il 10 gennaio, ha nei giorni scorsi ufficializzato il ritardo al 26 di questo mese adducendo come “problema” la questione dell’Authority. Ma come la si mette, allora, con gli operatori intenzionati ad offrire ADSL alla propria clientela che vivono sulla propria pelle e a proprie spese l’inadeguatezza di Telecom nel fornire i nuovi servizi? Questa è la domanda degli operatori che col fiato sospeso aspettano che TIN parta al più presto con ADSL. Allora partiranno anche i servizi Telecom di supporto, che consentiranno agli stessi operatori, a loro volta, di vendere ADSL. Con il rischio di ritrovarsi sì clienti di Telecom, ma anche concorrenti di secondo piano, destinati tuttalpiù ad un successo di nicchia.

In una situazione così, è difficile scegliere ciò che è meglio tra due possibili scenari. Il primo costituito da un’indagine antitrust tardiva e improbabile su Telecom Italia e il secondo dalla partenza dei servizi ADSL sotto il controllo di Telecom, nei tempi e nello sviluppo, sulle offerte dei suoi “concorrenti”.

Intanto, per il solo beneficio di chi possiede azioni Telecom, la Borsa ha ieri segnato un’avanzata importante dei titoli dell’ex monopolista che hanno raggiunto nella giornata di ieri il loro massimo storico.

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Pubblicato il
18 gen 2000
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