Due mesi or sono, la sua nomina aveva spiazzato in parecchi: Andy Rubin, storico curatore di Android per conto di Google, lascia la carica sostituito dal googler meglio noto per essere stato fino a quel punto il volto e la voce di Chrome e Chrome OS. Sundar Pichai, a Mountain View dal 2004, oggi riunisce in una sola persona le responsabilità per entrambi i sistemi operativi sviluppati da BigG: e se con Wired che lo intervista scherza a proposito di una macchina del tempo che gli è funzionale a gestire entrambi i progetti allo stesso tempo, le sue prime dichiarazioni ufficiali alla vigilia della conferenza I/O chiariscono un po’ quali sono le idee che lui stesso e il CEO Larry Page hanno per il futuro di Android.
È bene chiarirlo subito: Pichai non ha fatto annunci specifici, e ha confermato per altro quanto aveva già anticipato qualche settimana fa il suo presidente Eric Schmidt. Innanzi tutto, quindi, Android e Chrome OS sono prodotti indipendenti che continueranno a essere sviluppati sotto l’egida di Mountain View: senz’altro il suo ruolo consentirà a Pichai di individuare i punti contatto per stabilire sinergie tra i gruppi che lavorano ai due progetti, ma non è in programma una dismissione nè di uno nè dell’altro OS.
“Gli utenti si preoccupano delle applicazioni e dei servizi che usano, non dei sistemi operativi. Davvero poche persone ti chiederebbero: hey, com’è che i MacBook montano OS X e iPhone e iPad invece iOS? (…) Pensano ad Apple come iTunes, iCloud, iPhoto”: in pratica, Pichai potrebbe puntare a convogliare le risorse in capo al suo ruolo verso la creazione di una piattaforma comune tra i diversi sistemi di Google, in modo tale da mettere in piedi un ecosistema accattivante per il pubblico. E ancora: “Anche gli sviluppatori sono persone. Vogliono scrivere applicazioni una volta sola, ma vogliono anche scegliere. Quello che mi eccita di questo ruolo è che posso provare a fare la cosa giusta per gli utenti e gli sviluppatori, senza preoccuparmi del fatto che abbiamo due cose ( sistemi operativi, ndr ). Adottiamo entrambi e continueremo a investire in entrambi”.
Un’altra importante precisazione arriva rispetto al futuro di Android come piattaforma aperta : la stessa piattaforma che fino a oggi ha permesso la nascita, ad esempio, del fork di Amazon sul Kindle Fire, o l’app Facebook Home che “prende il controllo” dell’intera esperienza utente. “Questa è la sfida: come migliriamo l’intera esperienza utente senza cambiare la natura open di Android? Per tutti gli utenti, non importa dove siano, quale telefono o tablet comprino” dice Pichai. In altre parole, il manager Google lascia intendere che qualche cambiamento nella gestione della piattaforma Android potrebbe esserci in futuro, soprattutto in materia di aggiornamenti : in che direzione non viene chiarito, ferma restando la possibilità per sviluppatori e utenti di scegliere di quanto e come modificare il proprio ambiente operativo, ma più avanti ci dovrà essere qualche “compromesso” da fare per garantire “coerenza” all’esperienza utente.
Quanto al modello di sviluppo per Android e Chrome, e al fatto che Apple riesca a mietere più utili pur vendendo in assoluto meno terminali di quanti non riescano a fare i partner di Google, Pichai è ottimista: “Siamo tranquilli col nostro business model. Tutti i nostri servizi core – search, YouTube, Maps ecc – vengono utilizzati sui telefoni e Android aiuta le persone a usarli. Quindi un business model c’è. E i servizi, come Google Play, sono chiaramente una sorgente di introiti. Abbiamo visto i pagamenti agli sviluppatori quadruplicare nel 2012. E credo che abbiamo appena iniziato”.
Android quindi, ma a suo modo anche Chrome OS, sono dei volani per rilanciare nell’era del computing pervasivo e mobile i servizi di Google. Generando visite e utili, e creando un ecosistema solido in grado di crescere costantemente. Per questo, non a caso, Pichai lascia infine intendere che non sarebbe saggio aspettarsi annunci sensazionali sull’hardware al prossimo Google I/O, quanto piuttosto un importante sforzo di Mountain View per spiegare al meglio le opportunità disponibili a chi debba sfruttarle: “Non è un momento in cui avremo molto da lanciare come nuovi prodotti o nuovi sistemi operativi. Sia per Android che per Chrome ci concentraremo durante I/O su quello che stiamo facendo per gli sviluppatori, così che possano scrivere cose migliori. Mostreremo come i servizi di Google possano fare grandi cose per entrambe le piattaforme”. Come Apple e Microsoft prima di lei, anche BigG sembra intenzionata a focalizzare la sua conferenza annuale destinata agli sviluppatori su evangelizzazione e formazione .
Luca Annunziata